Finalmente è giunto il tempo delle ferie. Auguriamo a tutti le "buone
vacanze", nel senso che al ristoro fisico corrisponda anche un beneficio
spirituale: lo può consentire il tempo libero dalle consuete occupazioni,
il quadro della natura che invita a pensare e a pregare, la ricerca di qualche
buona esperienza religiosa offerta da luoghi e da amici propizi alla riflessione
e alla conversazione.
Ricordiamoci che se noi ci prendiamo delle vacanze... il nostro essere cristiani
non va mai in vacanza! (Andrea, questa introduzione va messa in corsivo).
L'incontro con Cristo, suggellato dalla grazia battesimale,
chiama il cristiano a seguire l'impulso dello Spirito Santo e a trasformare
tutta la sua vita affinché "Cristo possa, con ciascuno, percorrere
la strada della vita, con la potenza di quella verità sull'uomo e sul
mondo, contenuta nel mistero dell'incarnazione e della redenzione, con la potenza
di quell'amore che da essa irradia". Questa è la realtà che
costituisce la missione della Chiesa e che si rivela come il cuore della sua
azione pastorale anche nella realtà delle vacanze.
Anzitutto occorrerà che ognuno riconosca che lo sforzo per vivere da
cristiani il proprio tempo delle vacanze va necessariamente sostenuto da una
sentita visione cristiana del turismo. La meditazione attenta della Scrittura,
in primo luogo, lo disporrà alla contemplazione di Dio attraverso la
bellezza del creato, alla comunione con i propri fratelli nella nuova umanità
salvata, alla festa, infine, come manifestazione della speranza che tutti sostiene
e che tutto rinnova. Illuminato da questa luce, il cristiano scopre che il tempo
dedicato al riposo e al turismo è un tempo di grazia, un'occasione esigente
che lo sollecita alla preghiera, alla celebrazione della propria fede e alla
comunione con i fratelli.
Perché possa effettivamente configurare cristianamente le sue vacanze,
il cristiano deve condividere con la comunità del luogo la celebrazione
della fede, in particolare l'Eucaristia nel Giorno del Signore e i momenti più
significativi dell'anno liturgico, che spesso coincidono con il tempo delle
vacanze. Sapendo che in nessuna comunità deve sentirsi straniero e che
in ogni angolo del mondo dovrebbe trovarsi a casa e nella medesima famiglia,
si impegna personalmente per facilitare la partecipazione degli altri turisti
alle celebrazioni liturgiche. Se sarà necessario, farà valere
presso i responsabili del turismo il suo diritto a disporre delle condizioni
necessarie per praticare la sua fede.
In ogni momento, il cristiano deve astenersi non solo da comportamenti contrari
alla sua vocazione, ma anche da parole, gesti e atteggiamenti che possono offendere
la sensibilità degli altri. In particolare, nei paesi poveri si deve
evitare una condotta che manifesti ostentazione di ricchezza o sperpero di risorse.
Anzi, la testimonianza cristiana del turista deve concretizzarsi nell'aiuto
ai più bisognosi, demandando loro parte del denaro previsto per il viaggio.
Un simile atteggiamento di vita, alimentato dalla preghiera, dovrebbe essere
adottato particolarmente quando le circostanze del luogo rendono più
difficile la partecipazione del turista ai momenti religiosi della comunità,
come per esempio può accadere in paesi a minoranza cristiana. In questi
casi, il cristiano deve sentirsi particolarmente chiamato a vivere la propria
fede attraverso la testimonianza del suo comportamento, cercando di instaurare
con prudenza e rispetto un dialogo religioso con le persone che incontra.
Famiglia e vacanze
La maggior parte delle volte si intraprendono le vacanze insieme ai propri familiari.
È noto che nella società contemporanea numerose circostanze rendono
difficile la vita familiare, la comunicazione, la convivenza e lo scambio fra
i suoi membri. Perfino l'uso del tempo libero, orientato prevalentemente dalle
preferenze individuali, non riesce a correggere questa situazione. Da questa
prospettiva, le vacanze familiari possono essere proposte come mezzo efficace
per intensificare e perfino ricomporre i legami familiari. Il programma di un
viaggio in comune, il cui buon esito richiede la partecipazione responsabile
di tutti, moltiplica le possibilità di dialogo, migliora la vicendevole
comprensione e il mutuo apprezzamento, rafforza la stima di ciascuno in seno
alla famiglia e stimola la generosità nel reciproco aiuto.
Il turismo familiare offre ai genitori un'occasione preziosa per assolvere al
ruolo di catechisti dei loro figli attraverso il dialogo e l'esempio. Fare le
vacanze con la famiglia è una eccezionale opportunità di arricchimento
della persona nella cultura della vita, nel rispetto dei valori morali e culturali
e nella salvaguardia del creato. Non si può, infatti, dimenticare che
la dimensione di libertà, particolarmente presente nel turismo, stimola
e forma alla responsabilità.
Conclusione
Incontrando Dio in condizioni psicologiche favorevoli, nelle bellezze della
natura e dell'arte, il cristiano sente il bisogno di dire con Sant'Agostino:
"Ci hai fatti per te, Signore, il nostro cuore è inquieto finché
non riposa in te". E ancora: "Tardi ti ho amato, o bellezza così
antica, e così nuova, tardi ti ho amato! Ed ecco che tu eri dentro di
me ed io stavo fuori: e qui ti cercavo … Ti ho gustato ed ora ho fame
e sete di te".
Dopo essersi aperto a una fraternità universale, partecipe di un dialogo
fra le civiltà e le culture per costruire una civiltà dell'amore
e della pace, il cristiano in vacanza si unisce al canto del Salmista: "Ecco
quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!"
(Sal 133,1).
Con Maria, Madre di Dio e immagine della Chiesa, ogni cristiano, stupito per
la bellezza contemplata nel creato (cf. Sap 13,3), può magnificare il
Signore (cf. Lc 1,46), e raccontare le opere meravigliose che egli ha compiuto
(cf. Sir 42,15-43,33), recando così un messaggio di speranza ai suoi
fratelli in umanità.
I sacerdoti della parrocchia esprimono a tutti i parrocchiani l’augurio che il periodo delle vacanze sia un’occasione non solo di ristoro per il corpo, ma anche di ripresa per lo spirito... E chiedono a Maria Ausiliatrice di vigilare su tutti e su tutti far discendere le sue celesti materne consolazioni. (anche queste ultime righe vanno messe in corsivo)
BUONE VACANZE!
p. Giuseppe
p. Domenico
p. Gianmario