Opinioni di un clown

Boll (1917-1985) e' nato a Colonia in una famiglia della piccola borghesia, nella sua adolescenza ha vissuto con trasporto il cattolicesimo evangelico e puro, ha studiato ed amato la letteratura negli anni che trascorrevano tra la prima e la seconda guerra mondiale.
La guerra, la malattia, il totalitarismo, il dopoguerra, l'amore, le difficolta' di un Paese in ricostruzione e soggiogato da posizioni politiche e religiose contrastanti.

L'impegno politico di Boll ha creato sempre polemiche...lasciando intatta la sua forza, la vitalita' delle idee e dei propositi di un uomo che appartiene alla "letteratura", alla societa' civile...all'umanita' intera.
Questo capolavoro del 1963 rappresenta un esempio di caso letterario nell'ambito socio-politico e cattolico-politico nel secolo appena passato. Attualissimo, come tutte le altre opere.

Per questa specifica recenzione si e' ritenuto opportuno riprendere (con poche modifiche) le parole piu' sincere pensate e scritte semplicemente, "a caldo", alla persona che mi ha regalato il libro: un bellissimo regalo, per il pensiero e per la proficua lettura. La "lettera-recenzione" iniziava con una citazione dal libro stesso: "io penso che i vivi sono morti e i morti sono vivi"! Non abbiate paura, il contenuto del libro va oltre ogni immaginabile vostra opinione! Sara' un caso ma pare che il libro fosse stato scelto su misura per me. In quelle pagine ci sono tante cose...sembra complicato, invece affronta in modo "leggero" le problematiche piu' svariate.
Che dire di: omologazione, poverta', incomprensione, ipocrisia, "aria cattolica", donne, "il niente", gli odori ! Incredibile! Ma a parte la denuncia evidente delle ingiustizie, del dogmatismo, nel gioco dei contrasti cosi' ben riuscito, questa "lettura" mi ha lasciato navigare anche fra i miei dubbi e le mie "pantomime", mi ha fatto sorridere (delle situazioni comiche...come delle ipocrisie della vita), mi ha portato alla mente anche il ricordo di alcune immagini "statiche" della mia vita trascorsa...(sai a forza di giocare tra il presente, il passato e l'altra dimensione...quella parallela o sognata ad occhi aperti...)
Ah! Che aggiungere...fa riflettere...abbastanza, molto, tanto che mi ha un po' "svuotato"! Se ti lasci coinvolgere puoi "ammalarti" e sentire le sciagure su di te... avverti un male che ti infiamma e vorresti sperare in qualche reazione, nell'orgoglio che possa rendere il naufragio un avventura a lieto fine...invece la navigazione si conclude come inizia, e in realta' non ti aspetti niente di diverso perche' Hans, a suo modo, e' "vincente"... non ha bisogno di un lieto fine, e' nel giusto!

In effetti vale proprio la pena di leggere queste pagine cosi' intense. Ve le raccomando! Alla prossima lettura!