Trattato sul governo.

Il trattato sul governo di John Locke e' un'opera pubblicata alla fine del '600, da uno degli studiosi piu' noti del pensiero politico. A partire dalla questione dei diritti fondamentali fino alla rivoluzione socio-politica che ha influenzato le vicende nazionali ed internazionali degli ultimi secoli (come accade ancora oggi) questo trattato rappresenta un riferimento fondamentale per comprendere l'evoluzione delle posizioni continentali in materia di diritti, governo ed equilibrio dei poteri legislativo ed esecutivo.
Il contesto in cui e' scritto e' quello dell'Inghilterra in cui si "combatte" l'assolutismo politico e si prepara una "rivoluzione" costituzionale. Nel trattato si contestano le tesi e le posizioni di altri studiosi contemporanei.
Il riferimento alle leggi, la gestione del potere e la funzione del "governo" come organo che gestisce questo potere in nome del popolo per il popolo, aiuta a comprendere la complessita' delle implicazioni a livello di diritto naturale, societa' politica, proprieta', lavoro.
I capitoli del trattato affrontano, nel dettaglio, tutti gli aspetti che costituiscono la cornice di un governo e le modalita' di procedere, nell'ambito del diritto naturale, per il bene della persona e della societa'. Tra i diciannove capitoli si articola un percorso, se non lineare, logico e obbligato tra la definizione di un contesto, lo Stato, e l'ambito del potere politico, legislativo, esecutivo, nonche' federale. Non viene lasciato da parte nessuno degli aspetti critici all'interno di una societa'.
Gli argomenti trattati sono i piu' svariati: lo stato di guerra, la schiavitu', la proprieta', il potere paterno, l'origine della societa' civile, le forme dello Stato, la subordinazione dei poteri, la prerogativa, la conquista, l'usurpazione e la tirannide, la dissoluzione del governo. Non mancano esempi concreti, riferimenti a fatti storici e documentati, anche se solo accennati. Soprattutto l'intera opera e' permeata di un senso del Supremo, del divino, che giustifica, da un lato, la visione delle leggi di natura, criticando comunque aspramente il potere assoluto.

Questa lettura e' "importante" non solo per la grande statura morale e politica di chi la scrive ma anche, e principalmente, per l'attualita' dei problemi sottoposti. E' facile intuire come, dalla sua pubblicazione, non vi sia stato nessuno dei politologi e storici seguenti che non abbiano potuto fare a meno di considerare, come riferimento importante, un'opera fondamentale come la presente. I problemi trattati sono "universali", sempre attuali, perche' la democrazia, il potere, la legge, la proprieta', sono sempre al centro della vita dei singoli, della famiglia, di uno stato, di un continente e del mondo intero. Sembra di leggere un trattato di oggi, del domani. Come si puo' non pensare di leggere per capire davvero di cosa si tratti?