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Cesare Pavese





di Stefano Lucarella




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Prima che il Gallo canti.



immagine Cesare Pavese e' nato a S. Stefano Belbo (Cuneo) il 9 settembre del 1908. Dopo un'infanzia segnata dalla scomparsa del padre nel 1914, visse l'esperienza degli anni di scuola del ginnasio e del liceo presso i Gesuiti ed il "M. D'Azeglio". In quegli anni viene a contatto con la politica antifascista attraverso l'insegnamento di Augusto Monti (amico di Gobetti e Gramsci). Legge poesia ma anche Whitman (su cui preparera' il lavoro di tesi) e nel tempo, tramite Monti, allarga le amicizie conoscendo personaggi e scrittori del calibro di Vittorio Foa', Leone Ginzburg e Norberto Bobbio. Nel 1932 si laurea a Torino in Lettere. Si dedica alle traduzioni e lavora come supplente o per lezioni private. Non riesce ad insegnare con regolarita', in una cattedra, per la sua non appartenenza al Fascio. La politica lo porta al confino per le sue conoscenze, la collaborazione con Einaudi e la direzione della rivista "La Cultura". Nel 1936 torna a Torino (merito di una grazia) e collabora alla creazione della collana "I Saggi" di Einaudi. Conosce la guerra, i tedeschi, i bombardamenti su Torino. Dopo la guerra si iscrive al partito comunista e collabora a "l'Unita'". In questa esperienza conosce Italo Calvino. Si dedica a progetti di lavoro che lo portano a Roma ma ritorna a Torino dove lascera' tragicamente la vita, suicida, in un albergo nel 27 agosto del 1950.
Ecco di seguito i titoli piu' noti della sua bibliografia (certamente intensa, vista la "prematura" morte):

Lavorare stanca (1936, poesie)
Il carcere (1939, primo romanzo breve)
Paesi tuoi (1941)
La spiaggia (1940-41)
Feria d'agosto (1946)
Il compagno (1947)
La casa in collina (1947)
La bella estate (1949)
La luna e i falo' (1950)
Verra' la morte e avra' i tuoi occhi (1951, poesie - postumo).

Anche nella saggistica e nelle traduzioni si possono elencare alcuni lavori:

La letteratura americana ed altri saggi (1951, postumo)
Il mestiere di vivere (1952, diario '35-'50, postumo)
Lettere (degli anni '24-'44 e '45-60, postumo)
Traduzioni di autori quali: S. Lewis, H. Melville, Sh. Anderson, J. Joyce, J. Steinbeck, C. Dickens, W. Faulkner ed altri ancora.


immagine Prima che il gallo canti racchiude i due lavori "Il carcere" e "La casa in collina", e fu pubblicato nel 1949. Si tratta senza dubbio di un opera che aiuta a comprendere lo spirito, l'animo dello scrittore, la maestria e l'impegno dell'autore Pavese. I due racconti sono distanti nel tempo e permettono di approfondire la conoscenza della prosa pavesiana in uno stile asciutto e penetrante ma molto intenso e funzionale, ispirato anche dalle letture americane. Il linguaggio dell'autore riempie sempre di emozione il lettore nelle descrizioni dei paesaggi o dei personaggi, attraverso cornici piu' decise ed equilibrate oppure aspre, in un tono a volte selvaggio ed anche irreale ma accessibile ai nostri sensi. In effetti ogni cosa ci riporta alla realta' cruda, all'espressivita' dell'uomo nel mistero delle sue contraddizioni e delle sue paure, tra le contrapposizioni di una propria' moralita' e la diversita' del mondo che lo circonda. I racconti sono chiaramente autobiografici, trattando l' "esilio" di un ingegnere in un paese del sud dell'Italia e la storia intensa e drammatica di un insegnante sul finire della "guerra". I temi sono quelli sociali, di liberta', di lotta e di violenza in contesti diversi ed appassionanti. Non manca, quindi, l'influenza della questione politica e non si priva il lettore delle emozioni umane, dai sentimenti per una donna all'amore per il prossimo e per se stessi. Si percepiscono il bisogno di affetto e di un progetto per il futuro ma nella prospettiva che si presenta ai personaggi non c'e' spazio per vivere sereni. Stefano e Corrado sono entrambi inquieti e attendono che gli eventi prevalgano sulle proprie scelte non per pigrizia o per la mancanza di coraggio ma semplicemente perche' sono coscienti della propria natura e riducono all'essenza ogni loro volonta' di interferire con il mondo. Si vive il rimpianto del passato, il riscatto di un uomo perduto nella confusione delle proprie decisioni. Leggere questi racconti vuol dire conoscere meglio anche se stessi, leggere nel cuore l'umanita' e la forza di un uomo che risolleva il capo e soprattutto si comprende quale grande persona fosse Cesare Pavese e quale destino ha privato la nostra letteratura di un esempio per tutte le generazioni.

Nota. In questa breve "scheda" ho descritto sinteticamente le sensazioni provate nella lettura del libro. Incontrare Pavese e' stato un po' come capire qualcosa in piu' di me stesso... e cio' non accade con facilita'!
Non resta che suggerirvi/mi di leggere questo autore, in particolare questo libro. Buona Lettura... S. Lucarella.



Redattore dell'articolo: Stefano Lucarella-Neasoft





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