Date: Sun, 11 Feb 2001 19:24:30 +0100
From: lettera firmata
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Queste ed altre eventuali variazioni sono indicate da parentesi quadre.
Anche in questo caso mi sembra utile dare risonanza al problema: la nostra
politica e' quella della trasparenza: non tanto l'autorita' di chi risponde
quanto la possibilita' di ricevere repliche e precisazioni stanno alla base
della nostra affidabilita'. La risposta di chiunque (non solo della
redazione) e' benvenuta.
MT
>Buongiorno,
>da sempre sono affetta da herpes che se da bambina - ora ho 34 anni-
>compariva solo sulle labbre da 06/07 anni compare sulle natiche e
>negll'ultimo mese e' comparso in corrispondenza al coccige.
>Se fino ad ora, purtroppo, non me ne sono mai preoccupata ora tutto ciò è
>causa di forte stress in quanto:
>sono alla 35° sett. di gravidanza, la data presunta del parto è prevista
>per [MARZO], e nessuno riesce a darmi delle risposte su come affrontare
>questo pb.
>In pratica vorrei sapere, qualora tale infezione dovesse presentarsi in
>prossimità del parto, è opportuno optare per un taglio cesareo? quali sono
>i rischi e cmq esiste la possibilità di isolare la parte infetta in caso
>di parto naturale? quali sono le conseguenze per il bambino durante il
>part0? e durante la gravidanza?.
>Preciso che tale infezione si presenta mensilmente e viente trattata con
>pomata Aciclovir.
>La ringrazio per l'attenzione e mi auguro che voglia gentilmente
>fornirmi quelle informazioni e indicazioni che finora non ho ricevuto.
>Cordiali saluti.
Date: Tue, 13 Feb 2001 18:43:59 +0100
From: "Dr. Ciro Comparetto" <cicomp@tin.it>
Gentile Signora
la prima infezione da Herpes simplex virus (HSV) avviene qualche volta al
momento del parto, quando nasce per le vie naturali un bambino da una donna
con lesioni genitali attive. In questo caso le conseguenze per il bambino
sono molto gravi e per questo motivo l'infezione da HSV assume notevole
importanza in campo ostetrico. E' stato valutato che il rischio di infezione
neonatale è circa del 50% in caso di prima infezione materna e circa del 5%
nelle ricadute, la cui comparsa sembra facilitata dalla gravidanza stessa. I
possibili effetti a carico del feto e del neonato in seguito all'infezione
erpetica sono molteplici: si va dall'aborto o dalla morte fetale alla
prematurità ed al ritardato accrescimento intrauterino. Si possono avere
inoltre letargia, patologie aspecifiche dell'adattamento postnatale,
coagulazione intravascolare disseminata, danni a carico del sistema
reticolo-endoteliale (epato-splenomegalia, calcificazioni epatiche, ittero,
anemia, petecchie o ecchimosi), lesioni muco-cutanee, polmonite, miocardite,
danni a carico del sistema nervoso centrale (encefalite, microcefalia,
idrocefalia, calcificazioni intracraniche, ritardo dello sviluppo
psicomotorio e forse anche sordità), danni a carico dell'occhio
(corioretinite, cheratocongiuntivite, cataratta, alterazioni visive) e forse
anomalie immunologiche. Quando vi sono manifestazioni disseminate, la
mortalità neonatale è molto elevata (oltre il 90% se è
coinvolto il sistemanervoso). Poiché il rischio maggiore per il neonato è
rappresentato dai casi
di prima infezione materna, che si verifica poco prima del parto a carico
dei genitali, sarebbe auspicabile individuare tali casi. Il rischio di
contagio feto-neonatale varia in relazione alla quantità di virus presente,
alla sua virulenza e alla durata del contatto fra lesioni materne e neonato.
Il rischio per il neonato è maggiore quando la madre presenta lesioni
erpetiche genitali clinicamente evidenti nel corso del III trimestre di
gravidanza rispetto a quando essa è soltanto portatrice asintomatica.
Pertanto, in caso di lesioni erpetiche evidenti a livello dei genitali,
confermate o meno dagli accertamenti colturali e sierologici, è indicato
eseguire il taglio cesareo, possibilmente prima della rottura delle
membrane. Se durante la gravidanza si era verificato un episodio di herpes
genitale con successiva guarigione e scomparsa del virus dal canale
genitale, l'indicazione al taglio cesareo non è più indispensabile, in
quanto il rischio di infezione neonatale è estremamente ridotto (nel suo
caso, quindi, non ci dovrebbero essere particolari problemi, visto che le
lesioni non sono localizzate a livello genitale). Recentemente, la terapia
della malattia erpetica ha potuto usufruire di un farmaco antivirale
specifico, l'acyclovir, il cui impiego per via locale o sistemica (la via
endovenosa va utilizzata senza indugio nell'imminenza del parto) sembra
fornire buoni risultati anche durante la gravidanza. La puerpera dovrà
comunque evitare ogni contatto del bambino con le sue lesioni erpetiche
genitali ed extragenitali.
Spero di avere chiarito i suoi dubbi. Rimango comunque a Sua disposizione
per eventuali ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dr. Ciro Comparetto
Date: Wed, 14 Feb 2001 11:13:26 +0100
From: Antonio La Torre
Gent.ma Sig.ra
la sede dell'infezione non crea problemi per il parto, purchè non coesista
un'infezione herpetica a livello vaginale che può essere messa in evidenza
da una visita ginecologica. Rimanendo tali i dati obiettivi da lei
descritti, non ci sono problemi per il neonato. Cordiali auguri.
dott. Antonio La Torre
U.O. Neonatologia
Azienda Ospedaliera Careggi