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Forum: Genitori

Placenta previa centrale


Date: Sun, 1 Apr 2001 12:48:36 +0200
From: lettera firmata
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sono alla 21 settimana di gravidanza e mi è stata diagnosticata mediante ecografia transvaginale placenta previa centrale.Come mi devo comportare e che probabilita' ho di arrivare ad un'epoca gestazionale tale da non compromettere la vita della mia bambina?Grazie.


From: "Dr. Ciro Comparetto" <cicomp@tin.it>
Date: Sat, 21 Apr 2001 18:09:06 +0200

Gentile Signora,
si parla di placenta previa quando l'inserzione placentare è localizzata per un tratto più o meno esteso a livello del segmento uterino inferiore. In tale condizione, quando nelle ultime 10-12 settimane di gravidanza avviene la progressiva espansione del segmento uterino inferiore, la placenta, che non è né elastica né espansibile, si stacca dalla propria base di impianto in aree più o meno estese. Come conseguenza di questo distacco, si verifica una perdita ematica talvolta così intensa da richiedere, per impedire la morte materna, il taglio cesareo d'urgenza ed un trattamento con trasfusioni di sangue in quantità proporzionata alla perdita.

Le cause della placenta previa non sono ancora note con certezza. E' possibile, in un certo numero di casi, che l'inserzione anomala della placenta sia collegata alla fecondazione di un ovulo ipermaturo verso la fine del ciclo mestruale. In tal modo, si avrebbe un ritardo dell'annidamento e della produzione di gonadotropina corionica (hCG), con conseguente insufficienza transitoria del corpo luteo gravidico, il che induce, oltre ad un frequente sfaldamento parziale dell'endometrio con la comparsa di una emorragia in gravidanza, un'alterazione della recettività della cavità uterina, favorendo l'aborto spontaneo precoce o l'impianto dell'uovo fecondato (zigote) in sede anomala (placenta previa). Il fatto che in molti casi di gravidanza complicati da placenta previa i feti siano frequentemente di peso superiore al previsto può essere associato con il fatto che l'emorragia in gravidanza precedentemente riferita viene erroneamente scambiata con il flusso mestruale da cui si fa partire l'inizio della gravidanza stessa, in realtà iniziata circa 4 settimane prima.

Nella placenta previa centrale, l'area di inserzione placentare copre l'orifizio uterino interno; se lo copre soltanto in parte viene definita parziale, se lo copre completamente viene detta totale.
La frequenza della placenta previa è del 2-4% sul totale dei parti, con prevalenza delle multigravide rispetto alle primigravide.

L'esecuzione routinaria di un'ecografia verso la 20a settimana ha dimostrato che la frequenza della placenta previa è ben più elevata di quanto supposto e ha confermato che nella maggior parte dei casi, per la progressiva differenziazione del segmento uterino inferiore, col progredire della gravidanza l'inserzione placentare migra verso l'alto, in conseguenza del cambiamento dei rapporti fra bordo placentare e zona dell'orifizio uterino interno. La possibilità che una placenta previa diagnosticata ecograficamente nel I trimestre resti tale fino al termine della gravidanza è dell'ordine del 5%.

La sintomatologia della placenta previa è caratterizzata da perdita ematica di grado variabile, ma più frequentemente abbondante, che si ripete ad intervalli imprevedibili e non è accompagnata da dolore.
In genere, la comparsa delle perdite ematiche è più precoce nel caso di placenta previa centrale che nelle forme marginale e laterale. Rispetto al distacco intempestivo di placenta normalmente inserita la perdita ematica è più abbondante, di colore rosso vivo e non si associa ad attività contrattile uterina né, come già detto, a dolore.
La diagnosi di placenta previa, come si è datto, si fonda sulla localizzazione della placenta mediante l'ecografia.
Ogni qual volta vi sia il sospetto della presenza di una placenta previa, anche a scapito di una diagnosi precoce è doveroso soprassedere alle visite vaginali (soprattutto prima delle 34 settimane), in quanto queste potrebbero provocare emorragie anche intense con conseguente rischio per la gestante e quanto meno la necessità di eseguire un taglio cesareo quando il feto è ancora immaturo. Il trattamento della placenta previa è quindi rivolto a far progredire la gravidanza verso epoche gestazionali avanzate e compatibili con la sopravvivenza fetale: pertanto è indicato il riposo a letto, solitamente in ospedale, eventualmente associato a terapia tocolitica con controlli frequenti del battito cardiaco fetale (cardiotocografia) e, se necessario, come si è detto, reintegrazione delle perdite di sangue con trasfusioni.

Di regola, nella placenta previa, per l'espletamento del parto è indicato il taglio cesareo eseguito, come già detto, il più possibile verso il termine della gravidanza, se l'entità delle perdite ematiche e le condizioni di salute materno-fetali lo consentono. In caso contrario, l'intervento dovrà essere eseguito d'urgenza in ogni momento.

Nella placenta previa, nonostante una certa riduzione dello scambio placentare per anomalie dell'irrorazione e per distacchi di aree di placenta dalla base di impianto, le condizioni fetali sono generalmente buone. Il rischio di anemizzazione fetale è raro e deve essere sospettato quando insorgono segni cardiotocografici di sofferenza fetale in occasione di emorragie materne. In questi casi è necessario ricorrere immediatamente al taglio cesareo.

Attualmente, grazie alla diagnosi ecografica precoce, al ricovero in ospedale con trattamento medico, al controllo delle condizioni fisiche ed all'esecuzione del taglio cesareo in tutti i casi a rischio, la percentuale di mortalità prenatale e di mortalità materna nei casi di placenta previa è poco più elevata di quella della media generale.

Cordiali saluti
Dr. Ciro Comparetto



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