NdA: Le foto dei villini liberty di Grottammare non sono state inserite per ovvi motivi di spazio. Coloro che vogliano godere delle immagini di alta qualità contenute in queste pagine possono far riferimento al CD-Rom "OMAGGIO A GROTTAMMARE".

 

Il termine Liberty fu usato specialmente in Italia per designare lo stile floreale, che si chiamò Art Nouveau in Francia, Modern Style in Inghilterra, Jugendstil in Germania e Sezession in Austria (cfr. Villini Liberty - Il Liberty - di Germano Vitelli).

Il termine deriva dal nome dei magazzini fondati a Londra, nel 1875, da A. L. Liberty, specializzati nella vendita dei prodotti dell'Estremo Oriente.

Tema ornamentale del Liberty è la linea curva, sinuosa, elegante, sviluppata talvolta in motivi naturalistici per lo più derivati da fiori e piante. Il Liberty si espresse soprattutto in architettura, spesso associandosi alle forme più progressive rivolte all'impiego del ferro e del cemento nelle varie forme della decorazione e nell'illustrazione.

I lineamenti del Liberty, profilatisi nelle Marche negli anni 1902-1907, si diffondono ampiamente dopo il 1910 con la costruzione di numerosi edifici che seguono i dettami del nuovo stile, applicati prevalentemente alle architetture della "seconda casa" o "casa al mare", costruita spesso a ridosso dell'arenile con ampie aperture sul mare e giardini alberati.

Grottammare, insieme ad altre cittadine della costa adriatica, si pone in una posizione particolare rispetto ai grandi centri, italiani ed europei, che videro la fioritura e lo sviluppo di questo stile. Rinomata stazione balneare, essa era meta di villeggiatura di famiglie benestanti che vi fecero realizzare la cosiddetta "seconda casa", scegliendo spesso architetti noti e con esperienze di tipo "metropolitano" che trasportarono così sul litorale caratteri ed influenze proprie dell'Art Nouveau, anche se in ritardo rispetto ai grandi centri di diffusione di questo stile.

Nel 1909 l'ingegnere Attilio Pignocchi progettò un piano di ampliamento del nuovo incasato, che ne esaltava le caratteristiche di stazione balneare: razionale incremento edilizio, vie larghe e regolari, isolati a "scacchiera", villini sul mare.

Nel 1890 il sindaco Ricciotti, indefesso animatore della colonia bagnante, aveva già messo in opera, con l'ingegner Concetti, l'ampio viale denominato Viale Marino, oggi Viale Colombo. Di lì a poco, tra la ferrovia ed il mare, nella stretta striscia di terra che i binari tagliavano fuori dal paese, sorsero i villini di vacanza ed i primi alberghi. Le prime villette, di forma graziosa a chalet svizzero, come allora usava, furono costruite verso la fine dell'Ottocento dal conte e costruttore veneziano Zanchi de Zan. I Primi Villini

Proseguirono nella edificazione di residenze estive per nobili e ricchi proprietari terrieri il conte milanese Langosco e un certo Comelli che, con le loro villette a mo' di chalet, diedero alla spiaggia una fisionomia spigliata ed elegante. Per dare un'idea di questo fervore edilizio-balneare, si pensi che dal 1911 al 1930 si realizzarono circa 50 villini per le vacanze; tali case di villeggiatura si sono inserite nel nuovo incasato senza scosse e, soprattutto, senza provocare la demolizione di edifici, dal momento che in quegli anni lungo la spiaggia e nelle immediate vicinanze esistevano ancora molti terreni liberi da costruzioni.

Il Liberty a Grottammare si caratterizza soprattutto per le forme espressive semplici ma particolarmente significative e per alcuni motivi tipici e ricorrenti, quali, ad esempio, le torrette, la tipologia derivata dalle architetture montane (chalet alpino con forti spioventi), gli affreschi e le maioliche con decorazioni floreali.

Il nucleo più consistente di questi villini si trova in Viale Colombo, l'ex Viale Viale Colombo - Foto Dino CappellettiMarino, messo in opera dal sindaco Ricciotti e dall'ing. Concetti nel 1890. Recentemente ristrutturato e risistemato, il viale presenta una pavimentazione in porfido, marmo bianco di Carrara e ciottoli di fiume ai margini esterni; è punteggiato in tutta la sua lunghezza dalle ventisei rigogliose palme Phoenix canariensis, il cui impianto risale ai primi decenni del '900. Le aiuole delle palme sono in travertino, come i sedili posti tra una palma e l'altra.

Oltre che sul litorale, validi esempi di architettura e decorazione Liberty sono situati anche all'interno del paese. Per conoscere ed ammirare questi edifici, si consiglia di percorrere a piedi le vie di volta in volta indicate e di fare il giro degli isolati in modo da ammirare queste costruzioni anche sul lato posteriore e di avere una visione globale degli edifici e delle decorazioni.

L'itinerario inizia percorrendo Viale Cristoforo Colombo dall'estremità settentrionale in direzione sud.

Interessante è la casa sita al n. 83, che presenta balaustre e davanzali in cemento armato e sembra databile agli anni tra il '20 e il '30.

Segue, al n. 77, casa Piergallini, costruita alla fine degli anni '40, con pianta rettangolare ed abside semicircolare, sul lato nord, che ingloba la scala.

Villa Marucchi, posta ai nn. 57-59, si presenta come un edificio a quattro piani, di gusto neorinascimentale, coperto a terrazza e sovrastato da una torretta, simile ad un castello. Questo palazzetto, che presenta motivi estranei al gusto locale e difformi dai moduli tradizionalmente adottati in questa zona, si caratterizza per la tinteggiatura in un brillante rosso pompeiano e per la balaustra del terrazzo superiore e di quelli laterali posti al primo piano, conformata a merli ghibellini. Opera di un architetto sconosciuto di cui non si conosce il nome, fu costruita intorno agli anni '20 ed era tinteggiata con un colore chiaro; gravemente danneggiata dall'esplosione di un vagone ferroviario durante la II Guerra Mondiale, fu ricostruita con l'aggiunta di due piani. Le palme che si vedono nel giardino sono state piantate nel 1928.

Al n. 43 si trova il villino Alessandrini, la cui committenza è attribuibile ai citati Langosco e Comelli. Costruito agli inizi del '900, ha l'aspetto di una baita alpina; quest'architettura montana viene generalmente motivata dalla nazionalità svizzera della ditta costruttrice, ma il motivo è da ricercare probabilmente nel fatto che il conte Langosco costruiva già in Veneto questo tipo di abitazione e volle quindi introdurre un tocco di novità a Grottammare.

Più avanti, ai nn. 33-35, s'incontra il Villino Matricardi-Cola, l'esempio più pregevole di architettura Liberty a Grottammare, situato in prossimità del mare all'altezza della stazione ferroviaria. Fu progettato nel 1913 dall'architetto Cesare Bazzani, su incarico dell'ingegnere Giuseppe Maria Matricardi, costruttore ascolano e proprietario di una fabbrica di maioliche. In quel periodo l'architetto Bazzani, membro del Consiglio Superiore delle Belle Arti, nonché autore di opere monumentali come il Ministero della Pubblica Istruzione a Roma e la Biblioteca Nazionale a Firenze, si trovava ad Ascoli Piceno per progettare il Palazzo della Cassa di Risparmio, i cui lavori vennero affidati proprio all'impresa dell'ingegner Matricardi. Di particolare effetto plastico sono le eleganti mensole che sorreggono il cornicione, la torretta belvedere e le maioliche con motivi fitomorfici, disegnate dai decoratori Polci e Castelli. Completamento indispensabile alla fisionomia della villa è il giardino verso il mare che si rifà al "parco romantico" con le sue prospettive asimmetriche e volutamente casuali che gli conferiscono un aspetto apparentemente disordinato d'ispirazione preraffaellita. La vegetazione è quella tipica della macchia mediterranea (pini e lecci) con siepi di pitosforo, alloro e oleandri; elemento immancabile è la palma, albero esotico e prestigioso, denso di riferimenti simbolici.

Adiacente al villino Cola, al n. 31 è il villino Ida, costruito tra il 1910 e il 1913 da un architetto di cui oggi non si conosce il nome. È una piccola costruzione con torrino e tetto ispirato a motivi montani, con capriate lignee nel sottotetto; la decorazione consiste in un festone floreale monocromo, di ispirazione Liberty.

Ai nn. 23-17 si trova il complesso dei tre villini Mandolesi, tra cui spicca quello centrale, meglio conosciuto come villino Ornella. Opera dell'ingegner Fasolo di Roma, risale al 1908; si tratta di una costruzione parallelepipeda a tre piani con influenze montane, riscontrabili particolarmente nel tetto, circondata da un grazioso piccolo giardino.

Proseguendo verso sud, s'incontra l'edificio del Kursaal (cfr. Da Sapere - Kursaal), circondato ai lati sud e nord da pinetine a pino d'Aleppo. La costruzione attuale fu inaugurata nel luglio del 1952; per anni fu un rinomato locale notturno e costituì uno dei ritrovi più esclusivi di tutta la riviera adriatica.

Prima della II Guerra Mondiale al suo posto sorgeva il famoso stabilimento balneare con dancing "La lucciola" che, gravemente danneggiato durante la guerra, fu ricostruito assumendo il nome attuale.

Da qui inizia Viale della Repubblica, nel primo tratto del quale si trovano nuovi edifici o vecchie costruzioni fortemente rimaneggiate, ad eccezione del villino Orsini, già Amadori che sorge al n. 32 e del villino Marconi - Soresina posto al n. 36 e dotato di parco-giardino esotico, che erano stati edificati nell'ultimo ventennio del XIX secolo.

La casa successiva, al n. 38, è la villa De Nardis-Palombaro, già Cerulli, una delle prime abitazioni balneari di Grottammare, costruita anch'essa sul finire dell'Ottocento per volontà dell'astronomo Vincenzo Cerulli di Teramo e successivamente proprietà del barone De Nardis. La costruzione, essenzialmente neoclassica, a pianta quadrata con corpi aggiunti e sporgenti su tre lati, non presenta particolari richiami al Liberty. Fanno eccezione le balaustre in ghisa dei balconi e delle scale esterne, che sono uguali a quelle del villino Cola-Matricardi, e il garage-rimessa, edificato successivamente in un angolo del giardino, che presenta, nell'accesso tripartito e nelle decorazioni delle finestre, dei motivi ispirati al Liberty e coincidenze formali con il Teatro Apollo di Teramo dovuto all'architetto Pilotti. Proprio queste somiglianze, che non possono essere considerate casuali, inducono a ritenere che il garage possa essere stato realizzato dallo stesso Pilotti nei primi anni di attività. Tutt'intorno c'è l'ampio giardino con piante di alto fusto ed eleganti rosai a forma di alberello.

Al n. 40 si trova il villino Monti, orientato verso l'Art Nouveau ed ispirato, nella forma, ad uno chalet alpino, edificato tra il primo ed il secondo decennio del XX secolo. È una casa in mattoni, con pianterreno, primo piano e mansarda, con un terrazzo che si estende per tutta la larghezza della facciata e che poggia su colonne in ghisa coronate da capitelli ottagonali. Come le due case contigue, è circondata da un ampio giardino con piante di alto fusto.

La stessa tipologia di parco abbraccia casa Bruni, già Monti, al n. 42, e le due costruzioni ubicate nei pressi della ferrovia, delle quali solo quella posta a nord, edificata negli anni Venti, presenta qualche carattere Liberty.

Al n. 44 si trova il villino già Pontremoli-Modigliani, poi Jacono, poi Mazzucconi. Fu fatto edificare, tra il 1911 e il 1913, da una famiglia ebrea di banchieri che risiedevano tra Londra e Milano e amavano trascorrere il periodo estivo a Grottammare. La costruzione è a pianta quadrata, dotata di una torre e di un ampio balcone che sovrasta il portico d'accesso e poggia su pilastri in muratura. In occasione di un restauro, l'edificio fu completamente ristrutturato secondo i canoni Liberty con l'aggiunta, al piano superiore, di un balconcino sorretto da mensole in ferro battuto e di una decorazione, sotto il cornicione, realizzata con maioliche policrome.

Al n. 46 sorge la Pensione Villa Parco, un tempo villino Perozzi-Cardarelli. Costruita negli anni Venti, presenta un balcone che si estende per tutta la larghezza della facciata, sorretto da pilastri che terminano con dei capitelli decorati.

Come ultimo esempio di edificio con reminiscenze Liberty, adibito a casa di villeggiatura, presente lungo Viale della Repubblica è da segnalare, al n. 48, la villa Flajani, costruita negli anni Trenta da un certo Ravagli, impresario edile probabilmente romano, che prende il nome dalla famiglia di grandi proprietari terrieri di Nereto cui fu venduta negli anni Quaranta. È dotata di una torretta con uno splendido parafulmine e si distingue dalle altre ville per l'ingresso posto sul fianco settentrionale anziché sulla facciata volta ad oriente.

Fin qui, dunque, i villini ispirati allo stile Liberty che si affacciano sul lungomare. Ma Grottammare offre altri splendidi esempi di edifici degni d'interesse all'interno del nucleo urbano costiero, il cui impianto regolare, caratterizzato da vie parallele e perpendicolari tra loro, è dovuto al piano urbanistico dell'architetto Pietro Augustoni del 1779.

A mo' di semplice suggerimento o indicazione, si forniscono i nomi, gli indirizzi e dei brevissimi cenni storico-artistici riguardanti gli edifici più significativi del nucleo costiero.

All'incrocio della SS.16 con viale Sisto V si trova la casa già Perozzi-Cardarelli con torretta e motivi ornamentali riferibili al Liberty.

Procedendo fino alla piazza della stazione ed imboccando a destra via F. Crucioli si trova al n. 137 una piccola casa con decorazioni in ceramica; al n. 129 la casa Talamonti, costruita tra il 1914 e il 1919, che presenta una balaustra in ferro che conferisce all'edificio un aspetto ottocentesco; al n. 121 il palazzo Crucioli, già Comi, di notevoli dimensioni ma alleggerito dalla presenza di numerosissimi balconi con balaustre metalliche.

Lungo la parallela via Cairoli, s'incontra ai nn. 71-75 una casa, già proprietà Poli, contraddistinta da forme ispirate al Liberty, ornata con un esteso bugnato e dotata di bow-windows e al n. 130 una bella costruzione, con scalinata sulla facciata, immersa in un giardino con piante di alto fusto.

Al n. 3 di via Garibaldi si trova il villino Ricci (1914), conosciuto anche come "la casa con le anatre in autunno", a motivo della decorazione naturalistica, realizzata ad affresco, posta sotto il tetto fortemente aggettante, in cima al quale spicca il gradevole parafulmine; al n. 18 una costruzione (1925 ca.), di proprietà Lanciotti, dal piacevole effetto cromatico, a pianta quadrata, a tre piani con balconi e terrazzi laterali; al n. 22 una casa d'impianto Liberty in laterizi con torretta e cornicione aggettante; all'angolo con via dei Piceni un'altra casa Liberty con torretta, balconi e decorazioni sotto il cornicione.

In via Marconi al n. 47 si nota una costruzione che presenta vistosi effetti cromatici dovuti all'uso di laterizi decorativi inseriti a denti di sega sfalsati in nicchiette ricavate nelle pareti esterne; la stessa tecnica decorativa si riscontra nella vicina casa, posta al n. 57, costruita dall'imprenditore edile Ciabò e poi ceduta all'avvocato Loy. Questa si distingue per la presenza delle balaustre standard, in cemento stampato risalenti agli inizi di questo secolo, usate non solo come recinzione dei balconi ma anche come motivo decorativo dei fianchi; al n. 59 si trova una piccola casa ad un piano, la cui modesta facciata ad intonaco risulta felicemente risolta attraverso un motivo Liberty di forma circolare che ingloba la finestra ed il balconcino.

Al termine di via Marconi sorge l'imponente palazzo delle scuole elementari disegnato dall'architetto Vincenzo Pilotti nel secondo decennio del XX secolo. Pur classificabile come neo-rinascimentale, esso si richiama alle forme e ai motivi del Liberty per i grandi cornicioni aggettanti e le decorazioni presenti nelle lunette delle finestre a bifora e nella fascia al di sotto del cornicione.

Tornando un po' indietro e percorrendo via Cesare Battisti, si trova al n. 9 una casa d'impianto Liberty con torretta e facciata con evidenti ripartizioni; al n. 11 una balaustra prefabbricata e al n. 16 il laboratorio di falegnameria della famiglia Fazzini con ornamentazioni in bugnato e recinzione con manufatti prefabbricati in cemento.

Nella vicina via Filippo Perozzi si trova al n. 11 una casa, di proprietà Piunti, di impianto Liberty rimaneggiato e balaustra per balcone in cemento prefabbricato; al n. 88 casa Verdecchia, dalla graziosa facciata arricchita con numerosi richiami al Liberty. È formata da due corpi, ciascuno dotato di torretta, uguali nelle forme e diagonalmente contrapposti.

Tornando indietro fino ad arrivare in piazza Pericle Fazzini, si nota l'edificio dell'ex-cinema Cameli, che era in origine il magazzino della famiglia Citeroni. Si tratta di una costruzione a due piani in cui, nonostante pesanti rimaneggiamenti, sono ancora rintracciabili rilevanti richiami al Liberty.

 

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