Pagine Personali di  Gilberto Nignoli  - Ricordi dalla Pazzia   (frammenti..) 

Mercanteggio bene con l'aiuto delle allucinazioni !


Stavo acquistando casa, si trattava di una cifra non indifferente, un pò dei soldi li avrei dovuti chiedere a mio padre, altri li avrei dovuti chiedere in prestito. Da giorni ero sotto la cappa di questi pensieri. I soldi che avevo a disposizione non mi bastavano. Avrei dovuto ricorrere ad ulteriori prestiti. Avevo appuntamento col venditore per l'ultima contrattazione. Dovevo ridurre il prezzo ancora. Avevo degli argomenti, dei motivi per cui non ero proprio convinto di fare l'acquisto e che avrei tirato fuori per tirare sul prezzo. Innanzitutto che nonostante che l'appartamento mi piacesse non ero obbligato a prendere cioè comprare proprio quello, seminuovo, invece di altri più vecchi, meno costosi. Poi che la luminosità non era eccessiva, non era abbondante come sarebbe stata necessaria per il mio scopo di fare il pittore. Dentro di me continuavo poi ad avere la sensazione - del 'sesto senso'- che le finestre avrebbero dovuto stare dalla parte opposta, cioè verso il mare o quel che c'era in quella direzione, non come invece erano. Un appartamento del tipo di quello in trattativa, ma con le finestre dall'altra parte come nell'intuizione, l'avevo cercato ma non l'avevo finora trovato in vendita. Comunque erano motivi buoni per non dichiararmi molto soddisfatto dell'acquistare e cercare con tali argomenti di tirare sul prezzo.

Andai dunque con questi intendimenti all'incontro con il proprietario per decidere definitivamente se comprare o meno e pattuire il prezzo definitivo. Ero molto teso.
 

In quel periodo ero abbastanza fuori di testa.

Già da qualche anno avevo scoperto il gioco di recitare di essere qualcun altro ("spersonalizzarmi " direbbero gli psichiatri). Questo recitare, come ho già descritto altrove, è di più che un recitare degli attori, è un calarsi così bene nella parte che il personaggio impersonato ti prende, è lui che ti trascina e decide. Tu stai li come ad osservare, contento e meravigliato della sua risolutezza, così diversa dalla tua incertezza di prima.

Incertezza inizialmente nelle mie prime spersonalizzazioni non tanto di non vedere quel che ci sarebbe da fare, anzi dovevo assolutamente fare delle cose, come pulire lo studio lavare i pavimenti, che non avevo mai fatto e non avevo mai voglia di fare. Proprio per le pulizie avvenne benvenuta una delle mie prime spersonalizzazioni: non ricordo più se finsi volontariamente o mi venne spontaneo farlo mi immaginai di essere una ragazza mia amica gran lavoratrice e in quattro e quattr'otto pulii.

Quindi ogni tanto o volontariamente o spontaneamente e ultimamente talvolta anche contro la mia volontà cosciente mi spersonalizzavo.
 

Dunque andai all'appuntamento per definire il contratto di acquisto casa, con il proposito di tirare il prezzo al massimo e anche con la prospettiva di mollare, ritirarmi - per quanto la casa-studio mi servisse assolutamente e quella mi andava abbastanza bene.

Però al momento del contrattare definitivo, a tu per tu col venditore, c'era anche presente l'intermediario e mi pare il costruttore, stavo per tirar fuori i motivi della luminosità e gli altri difetti che avevo preventivato di mettere sulla bilancia per tirare il prezzo, quando mi venne quasi un leggero blocco a parlare di tali cose, come un'improvvisa afasia. E simultaneamente mi sentii non me ma un conoscente di mio padre, persona molto accorta ed efficiente negli affari di compra-vendita. Ero effettivamente spontaneamente diventato proprio questo affarista esperto - o era lì a fianco a suggerirmi ? (l'impersonare un altro e il avere questo altro a fianco come compagno di solito si alternano e si sovrappongono, almeno nella mia pazzia). Io-lui tirai subito fuori un altro difetto dell'appartamento, il soffitto un pò basso, al limite delle leggi e dei controlli comunali sull'altezza minima. Questo difetto era a me già noto, non era in realtà importante per le mie esigenze, ma la spersonalizzazione spontanea insistette soltanto e con decisione su questo punto. Effettivamente il proprietario-venditore, quasi imperturbabile sulle altre rimostranze, mostrò di accusare su questo argomento dei soffitti, come se avesse la coda di paglia in proposito. E il fatto del mio io spersonalizzato di insistere solo su questi soffitti bassi fu come un cuneo che avanzasse sulla breccia trovata. Mentre se provavo ad aggiungere gli altri difetti per me più importanti, sia mi veniva l'afasia che il mio avversario come riprendesse le penne e prontamente mi controbatteva.
 

Ottenni una riduzione di prezzo in questa maniera, cioè contrattando da spersonalizzato, e acquistai la casa.

(non è che ottenni una grandissima riduzione, ma tale da rientrarci o quasi col preventivato; però oramai non potei più tirarmi indietro dall'accettare il contratto, di cui ero tutt'ora fondamentalmente incerto)
 

Non so ancora se ho più guadagnato o più rimesso in questa faccenda: il risultato ottenuto positivo dalla spersonalizzazione spontanea in questo mio conoscente avveduto uomo d'affari mi fece ridurre il prezzo di un paio di milioni e quindi acquistare la casa, casa però da cui non ho mai ottenuto granché negli anni che ci ho abitato. Forse penso ora che a distanza di decenni sto scrivendone, se fossi andato a risiedere da qualche altra parte, o rimanevo a * , era meglio; anche perché altri 'segni' mi dicevano in quei mesi che avevo fatto uno sbaglio a comprare quella casa o a scegliere quella città.

Quanto al fatto piuttosto strano se non magico dell'aver indovinato il punto debole dell'avversario grazie alla spersonalizzazione, che quindi la spersonalizzazione non fosse una mera imitazione superficiale d'attore, che avessi acquisito proprio il fondo o quasi della personalità dell'altro, questo mi si fece, per la prima volta nella storia delle mie "spersonalizzazioni", per la prima volta ben chiaro.

Che almeno quella volta ci fosse stata proprio una magia.

Ma stavo già lottando contro le spersonalizzazioni involontarie, che diventavano sempre più frequenti. Relegai perciò in un cantuccio della mia mente questa conferma di quasi magia nella spersonalizzazione di quel giorno e continuai a lottare contro le spersonalizzazioni.
 

Debbo comunque far presente in chi mi legge che quella di quel giorno è stata l'unica mia spersonalizzazione ad avere quel risultato di lettura o quasi del pensiero dell'altro [del venditore]. E che quella persona impersonata la frequentavo ogni tanto, non era quindi - come avevo fatto talvolta nei mesi precedenti - un impersonare qualcuno poco o appena conosciuto o un amico non visto da tempo o magari un attore del cinema, cose anch'esse, confesso, da me fatte negli anni della pazzia. O avevo assimilato incosciamente gli schemi profondi dell'amico di mio padre, frequentandolo, per telepatia incoscia trasmessi da lui a me (quando eravamo vicini (*)) : cioè costui avesse per lunga esperienza di mercante acquisito e a me trasmesso un indovinare quasi automatico il punto debole del venditore. Oppure penso ora che scrivo, altrettanto probabile che fosse stata una mia lettura diretta del punto debole del venditore, sempre per telepatia incoscia, mascherata però sotto la spersonalizzazione. [Ultima valutazione ora che sto facendo l'ultima revisione alla bozza: forse dentro di me avevo già valutato che quello dei soffitti fosse un buon argomento per la trattativa nonostante che non lo fosse per le mie esigenze; non c'è stata dunque nessuna telepatia ma solo un assumere un punto di vista (spersonalizzandomi) da mercante abile più adeguato del mio abituale cosciente appunto per condurre a buon punto la trattativa. Se mai magia c'è stata questo è avvenuto soltanto nel venirmi meno la voce se passavo ad altri argomenti, che però è un fatto del tutto personale, un autocontrollo interno] [Non c'è stata magia autentica o la magia è sempre stata in realtà soltanto come quella quì raccontata, niente di più sostanzialmente ?].

-------------------
Note:
(*) Mentre ritengo di aver alcune prove di telepatia inconsapevole a breve distanza, qualche decina di metri al massimo, di aver vissuto fatti in cui questa spiegazione sembra necessaria, non ho nessun caso a grande distanza. Lo stesso Freud, che di tutto può essere accusato tranne che di filo-esoterismo e di propensione di accettare ipotesi di realtà magica, ammette per interazioni a due in compresenza e sempre a livello incoscio-involontario-non prevedibile inclusioni nel cosciente di elementi che possono essere spiegati solo come provenienti per via telepatica inconsapevole dall'altro [Sigmund Freud:  Introduzione alla psicoanalisi, prima e seconda serie di lezioni - Boringhieri 1969,  Lez. 30 : Sogno ed occultismo.] Sottolineo la precisazione di necessaria vicinanza e inconsapevolezza reciproca tra l'altro perchè so di un amico e una amica invece perdutisi per anni -e trattamenti psichiatrici più o meno forzati- forse proprio per ritenere valide ipotesi di telepatia a distanza e volontaria.

                                    Gilberto Nignoli



GILBERTO  NIGNOLI   -  diritti d'autore  :  Vietato riprodurre in tutto o in parte  -  GILBERTO NIGNOLI  - diritti d'autore :  vietato riprodurre in tutto o in parte  -  GILBERTO NIGNOLI gilnignoli@supereva.it  


TORNA AD INIZIO SITO