Pio VII (Cesena 1742 - Roma 1823), fu papa dal 1800 al 1823.

Al secolo Gregorio Luigi Barnaba Chiaramonti, dapprima monaco benedettino e poi abate e cardinale grazie alla sua parentela con papa Pio VI, poco dopo l'elevazione al soglio pontificio negoziò il Concordato del 1801 con il governo napoleonico, che restaurò la Chiesa in Francia e riconobbe il Cattolicesimo come religione di stato in cambio. Nel 1804 il pontefice incoronò Bonaparte imperatore come Napoleone I, ma le relazioni tra i due si deteriorarono quando Napoleone cercò di imporsi sulla Chiesa francese, fino alla rottura dei rapporti diplomatici tra Francia e Stato Pontificio. Nel 1809 Napoleone dichiarò lo Stato Pontificio parte dell'impero francese e imprigionò il papa, trattenendolo a Savona e poi in Francia, a Fontainebleau. Il pontefice resistette coraggiosamente ai tentativi di Bonaparte di costringerlo a esercitare l'autorità papale secondo la linea politica imperiale. La sua strenua resistenza non rafforzò tuttavia il prestigio e la statura morale del papato. Il pontefice non tornò in Vaticano fino alla primavera del 1814, quando le sconfitte militari napoleoniche ne permisero la liberazione. In seguito il papa abrogò la legislazione emanata dai francesi ristabilendo i gesuiti e l'Inquisizione, e reprimendo le attività della Carboneria, una società segreta liberale, ponendo un netto taglio con tutto ciò che aveva caratterizzato il periodo rivoluzionario e imperiale, anche in campo artistico, e tra gli altri artisti ne fece le spese Giuseppe Valadier, che fu così impedito nel realizzare i suoi grandiosi progetti per il Pincio. La Restaurazione ripristinò il monopolio ecclesiastico sulle cariche politiche, riconfermò un ordinamento amministrativo del tutto antiquato, e diresse il governo pontificio, nella persona di Pio VII prima e Gregorio XVI poi, verso una totale avversione per le novità di ogni genere , tanto da far sprofondare lo Stato della Chiesa in condizioni di grave arretratezza economica, civile ma soprattutto culturale.