CASSA DI RISPARMIO 

75. -  Colle Società di Previdenza si provvede contro la miseria e le malattie, ma ciò non basta, bisogna anche procurare a chi è economo il mezzo di potere collocare a frutto i piccoli risparmi fatti, perciò l'Istituto aprirà una Cassa di Risparmio a favore di tutta la popolazione della Valle ed in ispecie della classe operaia, che sarà costituita e regolata come quelle esistenti nelle principali città del regno.

PALAZZO PER L'ISTITUTO

76. -   Il mio Istituto dovrà avere in Malesco il proprio Palazzo, il quale voglio che sia grandioso ed elegante, capace di contenere, oltre gli ufficii amministrativi e l'Archivio, eziandio i varii Musei e la grande Biblioteca di Malesco. Annesso al palazzo si potrà costrurre il giardino necessario all' insegnamento pratico forestale con adatte serre per le piante esotiche.

    Le centomila lire annue della riserva serviranno in principio a far fronte alle spese di costruzione e per tanti anni quanti ne

saranno necessari per condurre a totale compimento questo palazzo in un modo veramente degno dell' Istituto di cui dovrà essere la sede. Le spese poi successive pel suo mantenimento saranno prese sui fondi della Cassa particolare.

 

MUSEI

 

77. -  A vantaggio della scienza ed a maggior lustro della Valle, voglio che il mio Istituto abbia i seguenti piccoli Musei. cioè:

            l° di Storia Naturale;

            2° di Fisica;

            3° di Arti e Mestieri e massime delle industrie esistenti nell'Ossola;

            4° di una Galleria di Belle Arti, composta dei migliori lavori mandati dagli allievi pensionati dall'Istituto e di altri che abbiano un vero merito artistico che si acquisteranno sia dagli artisti Vigezzini onde incoraggiarli, sia da altri artisti distinti;

            5° infine di uno di antichità per qualunque genere d'oggetti rari e preziosi.

Si nominerà poi con adeguato assegno un Conservatore di questi Musei, scegliendo di preferenza una persona dotta e scienziata ma povera, onde possa continuare. ne' suoi studii; dovrà però fare qualche lezione popolare intorno alle Scienze di cui si compongono tali musei.

PENSIONI DI RIPOSO

    78. -  Tutti gli impiegati e dipendenti dal mio Istituto avranno diritto alla pensione di riposo senza che si faccia ritenuta sui loro stipendii, perciò a questo fine io ne destino la somma annua di lire cinquantamila.

    Saranno considerati come Impiegati dell'Istituto ed avranno per conseguenza diritto alla pensione di riposo tutti coloro che ne riceveranno da esso direttamente uno stipendio fisso e continuato.

    79. -  Al Regolamento che ne sarà fatto dal Consiglio io aggiungo queste disposizioni:

            1°  il Consiglio non potrà per nessun niotivo collocare d'ufficio a riposo un Impiegato, se questi non lo chiede, salvochè fosse evidente e provata la di lui incapacità a continuare nell'impiego;

            2°  nel caso che un Medico o qualunque altro giacessero vittime di morbo contagioso ed epidemico contratto nell'esercizio del loro ministero, se lascieranno una vedova senza prole essa avrà diritto al terzo dello stipendio del marito ed alla metà se ha prole, la quale inoltre sarà fatta educare a spese dell'Istituto in una professione adatta al proprio stato. Se poi lasciassero eziandio superstiti genitori già vecchi e poveri, di cui ne erano il sostegno si darà loro, vita durante, una pensione sufficiente per vivere.

ASSEGNAMENTO ALL'AMMINISTRAZIONE

    80. - Venendo la mia Fondazione a prendere delle grandi proporzioni non v'ha dubbio che la sua Amministrazione sarà per arrecare non poco disturbo; perciò desiderando io che essa sia sempre amministrata colla più grande cura e diligenza, e che la rendita da me donata non solo raggiunga quella di due milioni di lire, e che in perpetuo si conservi, dopo eseguito quanto ho prescritto all'art. 103, in quella residua di lire un milione quattrocentocinquantamila, oppure in quella di lire un milione trecentomila, se si sarà consegnato ai Comuni la rendita delle loro Condotte come ne ho lasciato la facoltà all'art. 104; così importa moltissimo che dia qui una disposizione tale, che, ne sono certissimo, servirà a fare ottenere e di più ad assicurare nell'avvenire un siffatto risultato, ed è di stabilire un annuo assegnamento eziandio a tutta la sua Amministrazione, sotto certe condizioni però, cioè, che lo riceverà solo a partire dall'epoca in cui la mia donazione avrà raggiunto col sistema del cumulo la rendita annua anzidetta di due milioni di lire, e che il medesimo invece cesserà del tutto se questa venisse ad essere minore di quella pure da me qui sopra indicata dopo che si avrà eseguito il disposto degli art. 103 e 104 e ciò per tutto il tempo necessario a ritornarla colle dovute economie ad una tale cifra di un milione e trecentomila lire di rendita.

    Con questa disposizione sono sicuro di ottenere dagli Amministratori un maggior impegno nell'adempimento del loro mandato, ed un maggior interesse non solo a conservare inalienabile il patrimonio della mia Fondazione alla cifra sopradetta, ma quello che è più importante procureranno eziandio di aumentarlo maggiormente, onde assicurarsi così sempre più nell'avvenire il loro assegnamento. Inoltre succederà pure che essendo essi retribuiti spenderanno anche di più con vantaggio del Commercio e dell'industria nella Valle.

    Al Presidente ed al Vice-Presidente ho poi voluto, e con ragione, che il loro assegno fosse piuttosto elevato, poichè dalle industrie introdotte, dopochè avranno col tempo prosperato ne avverrà che esse avranno portato nella Valle oltre l'agiatezza in tutti, in molti anche la ricchezza, ed in alcuni anche eziandio l'opulenza, per cui ne verranno a costituirsi delle fortune colossali, come suole accadere nei paesi industriali, quindi mi pare che sia sommamente conveniente e dignitoso per il mio Istituto, che gli individui che occuperanno le due sue prime cariche siano eziandio sempre per essere in tutto fra i primi cittadini della Valle.

    Per tutti gli anzidetti motivi adunque voglio che il Consiglio di Amministrazione riceva un annuo assegnarnento sotto le condizioni. però qui sopra stabilite, e gli Elettori ed i Delegati un'indennità annuale. A questo fine perciò io destino la somma annua di lire trecentosedicimila, che distribuisco ad essi nel modo seguente, per cui assegno:

            1° al Presidente duecentomila lire;

            2° al Vice-Presidente centomila lire;

            3° al Delegato Scolastico Mandamentale, al Sindaco ed al Presidente della Congregazione di Carità, lire duemilaquattrocento per ciascuno, e così per tutti settemila duecento lire;

            4° all'Arciprete ed ai quattro membri Elettivi del Consiglio, lire milleduecento per ciascuno e così fra tutti seimila lire;

            5° agli Elettori un indennità di lire venti per ciascuno, e così a calcolo per tutti duemila quattrocento lire;

            6° ai sedici Delegati Vigezzini un'indennità di lire venticinque per ciascuno, e così fra tutti quattrocento lire

    81 -  A partire dall'epoca e sinchè riceveranno l'assegno stabilito nell'articolo precedente, il Presidente, il Vice-Presidente ed i Membri nati del Consiglio avranno l'obbligo della residenza in Val Vigezzo, salvo però i casi in cui debbano adempiere doveri di buoni cittadini.

    Gli Elettori che non interverranno alle elezioni ed i Delegati alle adunanze, non avranno diritto all'indennità da me stabilita per loro a questo fine. Per le adunanze straordinarie non avranno diritto ad indennità.

FONDO DI RISERVA

    82. - Ad assicurare contro ogni eventualità i diversi rami di servizio nel modo da me stabiliti, voglio che vi sia continuamente un forte Fondo di riserva, ed a questo fine destino la somma annua di lire centomila. Essa poi pei primi anni servirà per la costruzione del Palazzo del mio Istituto, e poscia a far fronte alle perdite eventuali sia dei capitali, sia dei redditi annuali, e nel caso contrario, verrą ogni anno capitalizzata a vantaggio della Cassa Particolare.

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