Il Contado della Martesana


Col nome di Martesana si indicava, nel Medioevo, una vasta regione a Nord-Est di Milano dai confini non ben determinati e non costanti; ai tempi di Gian Galeazzo Visconti, comprendeva le pievi di Asso, Incino, Galliano, Oggiono, Garlate, Brivio, Missaglia, Agliate, Romanò, Seveso, Vimercate, Desio, Pontirolo al di là dell'Adda, Gorgonzola, Corneliano, Settala e Segrate.

Fin dal secolo XIII, appare suddivisa in due regioni: quella de Medio, confinante a occidente col contado del Seprio e a oriente col fiume Molgora e quella de Ripa abduanae infra, dal Molgora all'Adda.

Sull'origine del nome si è molto discusso. Le opinioni più attendibili sembrano essere quelle di E. Riboldi, il quale crede che il nome derivi dall'esistenza, nel piano d'Erba, durante i secoli delle invasioni barbariche, di parecchi feudi Marticiani formanti dei rura Marteciana, appartenenti a una gens Martecia: il nome si sarebbe esteso, poi, gradatamente, sempre con valore territoriale. L'altra possibile origine etimologica è quella sostenuta da alcuni storici, tra cui il conte Giulini nella sua opera: "Memorie della città e della campagna di Milano ne' secoli bassi", per i quali, similmente al contado del Seprio che trae origine e nome dalla località di Castelseprio, così la Martesana deriva il proprio nome da Castelmarte, località situata appena sopra Erba.

La più antica menzione della Martesana ricorre in un documento del 931, fu soggetta al contado di Milano e non ebbe mai un conte proprio. I suoi abitanti furono, tuttavia, come quelli del Seprio, molte volte contro Milano.

Nel 1036, al tempo dell'Arcivescovo Ariberto, gli abitanti della Martesana, uniti a quelli del Seprio e di Lodi, vennero in aiuto dei valvassori milanesi, che erano stati vinti e cacciati a forza dalla città.

Anche nel 1042, i Martesani, congiunti ai Sepriesi, avendo il popolo di Milano scacciato dalla città i valvassori maggiori e minori, si unirono a questi ultimi nell'assedio della città. Così, durante la guerra di Como, al principio del secolo seguente, molte popolazioni della Martesana, assieme agli abitanti di Cantù furono alleati di Como.

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Federico Barbarossa, nel 1158, strinse accordi con i Martesani e con i Sepriesi, inducendoli a lasciare i Milanesi, ai quali avevano giurato fedeltà. Poco dopo, lo stesso imperatore prepose al governo del Seprio e della Martesana il conte Gozwin von Heisenberg, senza, peraltro, costituire la Martesana in contado. Nella distruzione di Milano del 1162, quelli del Seprio e della Martesana ebbero l'incarico di distruggere la regione di Porta Nuova.

Sotto il governo del conte Gozwin, il contado del Seprio rimase unito alla Martesana fino al Settembre del 1164, quando l'imperatore, essendo tornato in Germania, affidò il primo al conte Gozwin e nominò Ruino, cavaliere teutonico, a potestà del territorio della Martesana e di tutto l'episcopato di Bergamo fino a Rivolta d'Adda.

Nel 1168, la Martesana ritornò ai Milanesi insieme col Seprio e, da allora, stette sempre con Milano.

A cominciare dal 1183, si trova spesso menzionato il contado della Martesana, ma, ormai, il termine contado aveva perduto il suo originario significato, per indicare genericamente un territorio rurale.

Nel 1224, i capitani e i valvassori del contado della Martesana scelsero come podestà Enrico da Cernusco, che fu deposto l'anno dopo con la pace d'Aveno, nella quale fu stabilito che i nobili e i valvassori della Martesana non potessero più avere podestà o rettori o capitani e neanche gonfalonieri, ma soltanto consoli.

Accordo anche questo di breve durata, perché, nella pace di S. Ambrogio del 1227, si stabilì che, della metà delle cariche spettanti ai nobili, un quarto si desse ai capitani e ai valvassori della Martesana e del Seprio.

Al tempo dei Visconti e degli Sforza, esisteva un capitano della Martesana per l'amministrazione della giustizia penale e un sindaco fiscale era preposto alla riscossione delle relative condanne.

 

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