La tragedia di Didone

"Piccole" riflessioni su una "grande" storia d'amore

Fra tutti i personaggi dell'Eneide, mi è piaciuta molto Didone, una donna debole e forte nello stesso tempo.

Didone fa il voto d'essere fedele alla memoria del marito Sicheo, ma rimane presa dalla bellezza d'Enea, dalla musicalità della sua voce.

Il suo confidarsi con la sorella Anna è la confessione della sua sconfitta.Ed ecco il banchetto ospitale, ecco l'insistenza della regina presso l'eroe perché voglia narrare la distruzione di Troia e le proprie disgrazie.


A travolgere ancora l'infelice, concorre la congiura di Giunone e di Venere che vogliono sacrificare la regina Cartaginese alla gloria futura d'Enea e di Roma, ed il matrimonio si compie durante una partita di caccia.

Ma interviene Giove che, per mezzo di Mercurio, ricorda ad Enea il suo dovere, il suo destino, e gli comunica un ordine perentorio: "Riprendi la tua vita d'esule in cerca della patria". Enea è sorpreso dall'ordine ma, infine, decide: non resisterà al destino; egli sa che cos'è "il soffrire", ripiglierà dunque la sua abituale rassegnazione e cercherà di annunziare alla regina la sua partenza nel modo meno doloroso. Ma Didone investe l'ingrato coi suoi rimproveri, col rinfacciargli i suoi benefici, col domandargli perché la tratti in quel modo.

La passione si fa ancora una volta "velo" all'intelletto della regina: ha sacrificato ad Enea onore, regno, pace, e, una volta che egli ha accettato i suoi doni, deve ora dargliene un ricambio. Egli non può volere la sua infelicità, la sua morte! Ma, giacché Enea non comprende questo suo dovere, si scava l'abisso fra i due.

Enea teme di far peggio coll'accorrere a consolarla; ma anche lui ha preteso troppo dal suo cuore; e, per tagliare ogni via ad un ripensamento, ritorna alle navi e affretta i preparativi della partenza.

Egli è ancora in porto e Didone sente il bisogno d'un nuovo incontro con lui: gli manda la sorella Anna a pregarlo di restare almeno per qualche giorno; ma il destino le è avverso. Allora, con un coraggio che solo la disperazione può dare, l'infelice Didone sale sul rogo e si trafigge con la stessa spada d'Enea, sacrificando a lui la sua vita…

Io vedo Didone come una donna sconfitta dalla sua stessa fragilità, Enea come un uomo superficiale e arido: egli aveva deciso da sempre di partire ma, usando come alibi la volontà degli dei, soddisfece e mascherò solo il proprio orgoglio e il proprio egoismo.

Rosa Infante
Classe 1a G
(a.s. '97/'98)