DIFFERENZA  FRA  BUDDHISTI   E  CRISTIANI   SULLA  RINCARNAZIONE 

 

Spesso si sente ripetere fra alcuni cristiani (da una statistista il 25%) che per il cristianesimo ha importanza l’incarnazione personale, quale valore umano  e/d unico, mentre per il Buddhismo è importante la reincarnazione ripetuta (metapsicosi.)  Altri cristiani negano la reincarnazione il (75%).

Ma alla luce di alcuni fatti storici NON è proprio  così.

E’ interssante ricordare che Papa Virgilio rifiutò di partecipare al II° concilio di Costantinopoli (V° nella storia) fatto, che, secondo alcuni ecclesiastici, fu da invalidare, ma una  decisione fu attuata dall’imperatore  Giustiniano, il quale si riteneva capo supremo della Chiesa. Egli fece pubblicare i decreti emanati dal Sinodo; decreti che comprendono le seguenti poche righe di condanna per coloro che avessero creduto ad una possibile trasmigrazione delle anime:

"Chiunque creda alla favolosa preesistenza dell'anima ed alla condannabile apocatastasi (ristabilimento di ogni cosa nell'ordine voluto da Dio alla fine dei tempi, n.d.t.) a cui essa si collega, cioè alla reintegrazione di tutte le cose come erano all'origine…., che su di lui cada un anatema (sia scomunicato).

Va dunque ricordato che, per quanto concerne la Chiesa cristiana, fu il Concilio di Costantinopoli, nel 553, a vietare la  reincarnazione. I Padri della Chiesa cristiana, come Origene o S. Girolamo, padre della prima versione ufficiale della Bibbia nel '300, parlavano della reincarnazione. Per citare S. Girolamo, in sostanza egli asseriva  "Dobbiamo riservare la dottrina della reincarnazione alla minoranza perché è preferibile che la maggioranza creda ai tormenti dell'inferno". Questo esempio è abbastanza  chiaro che l’incarnazione era presente già nel cristianesimo
Alla luce di tale realtà storica ci si può chiedere come mai i cristiani di oggi  ancora credino quanto riportato da un concilio dove era assente il papa (Virgilio)

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Quale è dunque la differenza  fra Buddhismo   e  cristianesimo?

Per rispondere a tale complessa argomentazione ho creduto opportuno scrivere e    sottolineare  alcuni aspetti della religione Buddhista.

 NEGAZIONE  DEL CONCETTO  di  INDIVIDUALITA'  NEL BUDDHISMO

Il BUDDHA    NON    ha mai risposto alla domanda sull'esistenza di Dio  NON  considerandola fondamentale ai fini della salvezza.

Quando gli fu chiesto se esistesse una divinità trascendente, Egli  si limitò
ad indicare come unica via la strada che conduce gli esseri umani alla
liberazione.
Un'antica parabola narra di un uomo che scopre all'improvviso
, celato dalla foresta vergine, il sentiero che conduce in "CITTA'":

(metafora del BUDDHA che sta ad indicare al mondo l'origine
del  dolore)  quasi  sempre, celata dall'ILLUSIONE che impedisce all'uomo di liberarsi dal DOLORE.

   
 Solo con l'eliminazione dell'IGNORANZA si potrà porre fine alla catena della causalità, dunque alla morte e alle successive reincarnazioni.
    
La Legge della CAUSALITA' per cui ad ogni azione nella vita presente  corrisponde un effetto adeguato in quella successiva è definita dal termine  K A R M A (in sanscrito = Azione)

Il destino di ogni essere è quindi collegato al comportamento tenuto
nelle precedenti esistenze e da questo dipenderà la forma della successiva reincarnazione: come demone, animale, spirito, uomo o divinità. La dottrina del KARMA ( azione) rende conto della diversità dei destini umani e delle vite del singolo mediante una rigorosa logica.

Il SANSARA (antitesi  del Nirvana), NIDANA e KARMA costituiscono la
premessa per la dottrina  buddhista  della  liberazione.    La  Ruota  delle
diverse forme di esistenza continuerà il suo MOTO PERPETUO affinché  gli  uomini rimarranno  nell'IGNORANZA  (quale  NON  riconoscimento
dell'esistenza del dolore).
La dottrina del DOLORE è infatti alla base delle 4 NOBILI VERITA'  enunciate per la prima volta dal BUDDHA GAUTAMA ai suoi discepoli nel sermone di   BENARES.
    Quando un individuo muore si dissolvono  i DHARMA che compongono i  5 SKANDHA ( in sanscrito = Aggregati) che si ricomporranno nuovamente al momento della rinascita. Ma poichè gli  SKANDHA compongono sia l'io fenomenico, sia il mondo dell'io percepito, viene in definitiva negato il concetto di individualità e di Io come entità eterna ed assoluta.

Il buddhismo NON asserisce una "TRASMIGRAZIONE DELLE ANIME" di  tipo induista,  ma  la  reincarnazione  dì  un principio individuale instabile, sempre mutevole, legato alle legge   del KARMA  e  composto da diversi DHARMA (in sanscrito compiti, doveri....)  Questo è come una fiamma     che non si estingue mai, ma solo apparentemente resta immutabile. L'origine del DOLORE umano risiede nel fatto che il presente è causa del futuro mentre nello stesso tempo il futuro non implica continuità con il presente.
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Un essere umano, così come un mondo, è la risultante dell'unione di vari
"elementi" (DHARMA) che fluiscono di continuo in un  gioco di associazione e dissociazione, determinando individui e mondi.
Questi "elementi" sono  riuniti a formare  5 SKANDHA (in sanscrito:
aggregati).
    Quando un 'individuo muore,  o cessa il mondo da lui percepito, si
DISSOLVONO i DHARMA  che compongono i 5 SKANDHA (aggregati) che si  RICOMPORRANNO nuovamente  al momento della rinascita.
Interessante è sapere che: poiché gli SKANHDA compongono sia l'io fenomenico  che il mondo dell'io percepito,  viene NEGATO il concetto di  INDIVIDUALITA' , quindi di "IO" quale entità eterna ed assoluta.
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di           
Alessandro  D'Angelo

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