INDICE EDIZIONI | Martedì 23 Aprile 2002 |
PAOLO MAINIERO
È l’altra scommessa, non la seconda,
perché Napoli Est non viene dopo Bagnoli ma va avanti con
Bagnoli. «Sono due progetti simmetrici», dice il
vicesindaco Rocco Papa e dentro questa precisazione c’è
tutto il significato della politica di riqualificazione
delle aree urbane cui tende il Comune. Napoli città di mare
riscopre il mare. Lo riscopre a Bagnoli, lo riscopre dalla
parte opposta, a San Giovanni a Teduccio, altro quartiere
popolare, altro quartiere usato e gettato dall’industria,
altro quartiere dove le emergenze sono un po’ come gli
esami: non finiscono mai. Degrado, declino sociale,
malavita in crescita. A quali àncore allora aggrapparsi?
Alle àncore delle barche, è la risposta, delle seicento
barche che un domani non molto lontano («speriamo di
farcela per la fine dell’attuale consiliatura», è
l’auspicio di Papa) saranno ormeggiate in quel porto
turistico che del progetto di riqualificazione della costa
orientale sarà lo snodo centrale.
Come sarà la «nuova»
San Giovanni? Chi volesse soddisfare la proprio curiosità,
non deve far altro che recarsi al Castel dell’Ovo dove fino
al 28 aprile saranno esposti fotografie, disegni, grafici,
plastici e documenti, tutta roba che è parte integrante del
progetto elaborato per il Comune da un gruppo di consulenti
diretto da Valeria Pezza, docente di progettazione
architettonica e urbana alla facoltà di Architettura. Punto
di partenza, è l’accordo di programma sottoscritto a
dicembre 2000 da Comune, Regione, Università, Autorità
portuale e Capitaneria di Porto per la riqualificazione
dell’ex area industriale Corradini-Cirio. Ed è proprio
intorno alle due storiche fabbriche dismesse che sarà
ridisegnata la costa orientale. Nell’area Cirio sono
previsti i campus delle facoltà di Giurisprudenza e di
Ingegneria; segreteria, amministrazione, mensa, biblioteca
e rettorato saranno invece ospitati nell’area Corradini.
Con vista sul golfo ma soprattutto sul porto turistico.
Porto che di Napoli Est sarà il fiore all’occhiello e che
sarà realizzato con lo strumento del project financing.
Seicento i posti-barca previsti su uno specchio d’acqua di
87.000 metri quadri. Cinque i pontili. Uno spazio sarà
riservato allo yacht club, un altro agli aliscafi. Annessa
al porto, sulla sinistra guardando la città dal mare, ci
sarà l’area cantieri per il rimessaggio e la manutenzione
delle imbarcazioni. A supporto dello scalo portuale, il
progetto prevede tutta una serie di servizi. A partire
dalle aree di sosta. I posti-auto previsti sono 1286,
divisi in sette parcheggi: due sotterranei (400 posti), tre
multipiano (260), due in elevazione (626 posti, di cui 500
ricavati sul molo). Parcheggi a volontà, dunque, ma anche
potenziamento dei collegamenti. La stazione delle Ferrovie
dello Stato di San Giovanni a Teduccio sarà praticamente
rifatta e fungerà da terminal della linea B della
metropolitana con corse ogni sei minuti. Inoltre, laddove
oggi c’è il deposito dell’Anm, sarà realizzata un’area di
interscambio per tram e autobus. Completeranno la
riqualificazione dell’area, la dismissione del depuratore
di San Giovanni a Teduccio (non appena - ed è questione di
poco tempo - saranno ultimati i lavori del nuovo impianto),
la bonifica dell’arenile fino a Pietrarsa, la creazione di
aree di verde attrezzato e di impianti sportivi. La
scommessa è lanciata, Napoli si gioca una gran parte del
suo futuro sulla direttrice Ovest-Est. Ma soprattutto se la
gioca puntando sul mare. E una capitale del Mediterraneo,
una scommessa simile, non può perderla.