di H. C. Andersen
- Miei cari ragazzi, - annunciò il re,
- entro pochi giorni mi risposerò...
A questa notizia, Lisa e i suoi undici fratelli ebbero lo stesso
presentimento: la loro esistenza viziata di principi felici stava per
terminare. Quando videro la nuova regina, con l'aria dura e lo sguardo
glaciale che rivelava egoismo e cattiveria, i loro timori furono confermati.
Lisa fu la sua prima vittima... Il giorno immediatamente successivo alle
nozze, la matrigna mandò Lisa presso una famiglia di contadini che la fecero
vivere come la gente rude di campagna. Questa cattiva matrigna aveva persuaso
il re che il soggiorno sarebbe stato benefico, anche se in realtà la bambina
era trattata come una sguattera. In seguito cominciò a denigrare gli undici
fratellini: ci mise tanto rancore e accanimento che, rapidamente, il re fece
allontanare i suoi figli.
- E ora volate con le vostre ali, - aggiunse la perfida donna, - volate...
volate fino in capo al mondo!
A queste parole, i principi si trasformarono in undici magnifici cigni
immacolati e presero subito il volo. A quindici anni la principessa ritornò
al palazzo, con gran dispiacere della matrigna che credeva di essersene
sbarazzata per sempre. Quando vide quella bella adolescente, dolce,
intelligente, sentì raddoppiare il suo odio. Invidiosa di tutte le qualità
riunite in una sola ragazza, architettò un piano machiavellico per eliminarla
definitivamente e attese pazientemente il momento opportuno per eseguirlo...
La ragazza apprezzava in modo particolare un lussuoso salone di marmo. Al
centro c'era una vasca d'acqua dove le piaceva specchiarsi, seduta su morbidi
cuscini di seta e di broccato, sfiorando l'acqua con le dita esili. La megera
vide in quell'acqua lo strumento della sua vendetta. Mise nella vasca tre
enormi rospi pieni di pustole e ordinò loro:
- Saltale sulla testa, attaccati ai capelli e trasmettile la tua incredibile
stupidità... - disse al primo.
- Saltale in faccia, - disse al secondo, - e falla diventare brutta e
foruncolosa come te!
- In quanto a te, che sei il terzo, rendila crudele, fai in modo che il suo
cuore sia duro come la roccia, che la sua vita sia solo sofferenza!
Quando la principessa arrivò, per approfittare di un po' di calma e di
freschezza, i tre rospi vollero attuare il sinistro incarico. Ma il contatto
di una ragazza così pura e innocente ruppe il sortilegio. Le immonde bestiole
si trasformarono in tre splendide rose, soavemente profumate... Allora la
regina, colma di rabbia, si gettò sulla poveretta, sporcò il suo visino con
la fuliggine e ridusse i suoi capelli come una zazzera ruvida come la canapa.
In un momento diventò irriconoscibile persino al padre che, credendola una
mendicante, la fece scacciare dal castello. Trionfante, la spaventosa strega
gioì in segreto per non destare sospetti nel sovrano. Nel frattempo,
l'infelice ragazza aveva incominciato il suo triste errare… Lisa camminò
tutto il giorno. Quando giunse la sera, in mezzo ad una profonda foresta, si
dissetò alla sorgente di un ruscello, si lavò il viso e i capelli prima di
addormentarsi, sfinita. Ahimè! Brutti incubi rovinarono il suo sonno: che
cosa era accaduto ai suoi fratelli? Al risveglio, incontrò una vecchia che le
parlò di undici cigni in un lago vicino. La ragazza vi arrivò troppo tardi,
ma coraggiosamente, continuò le ricerche. Arrivata sulle rive dell'oceano, il
rumore di ali possenti che fendevano l'aria le resero un po' di speranza.
Undici uccelli apparvero all'orizzonte... Le dita palmate dei volatili
sfioravano la sabbia. all'improvviso, ripresero l'aspetto umano. L'incontro fu
commovente, pieno di gioia e di tristezza. Parlarono lungamente: la
principessa raccontò le sue avventure, il più grande dei fratelli fece lo
stesso:
- Condannati all'esilio eterno in un magnifico paese che non sostituirà mai
la nostra amata patria, dobbiamo, ogni sera, ritornare sulla terra per
ridiventare uomini. All'alba, il nostro regno diventa ancora il cielo!
- Perché siete qui, allora? - domandò Lisa.
- Qualche giorno all'anno siamo autorizzati a volare sul palazzo di nostro
padre a rivedere il luogo della nostra felice giovinezza. Domani torneremo in
esilio. Vieni anche tu con noi?
La ragazza non esitò. Al mattino, Lisa si mise in una solida tela di lino
tenuta fermamente dai becchi di tre suoi fratelli e intraprese un lungo
viaggio sopra i mari. Gli altri ragazzi, anche loro trasformati in cigni, le
fecero da scorta. Al tramonto, arrivati a destinazione, deposero il loro
prezioso carico all'entrata di una grotta che era il loro rifugio. Il freddo
della sera, la stanchezza e le emozioni del viaggio spossarono Lisa che si
addormentò facilmente. Ma una grande preoccupazione tormentava i suoi sogni:
come avrebbe potuto aiutare i fratelli a riprendere definitivamente le
sembianze umane? In un sogno, apparve una fata. Malgrado la sua giovinezza e
la sua bellezza, la principessa riconobbe la vecchia donna che l'aveva guidata
nella foresta, quando stava cercando i fratelli.
- Conosco il tuo desiderio, - le disse - e posso esaudirlo, ma ti occorrerà
molta volontà e tenacia. Sei pronta a sopportare silenziosamente alcune prove
terribili?
- Sì, sono pronta! Niente mi fermerà...
- Dovrai raccogliere molte ortiche, filarle come la lana, tesserle e cucire il
tessuto ottenuto per confezionare undici abiti. Quando saranno terminati, li
getterai sui cigni e il cattivo sortilegio scomparirà immediatamente. Durante
questo lavoro resterai sempre zitta. Un solo suono uscito dalla tua bocca
renderà inutile il tuo sacrificio e abbrevierà la vita dei tuoi cari che
vuoi salvare. La liberazione dei tuoi fratelli ha questo prezzo...
Al suo risveglio, Lisa si mise attivamente all'opera, colse le piante
irritanti che inflissero alle sue mani bruciori lancinanti. Con la bocca
chiusa, soffocò singhiozzi di dolore. Come ogni sera, i cigni ritornarono a
terra e ripresero il loro aspetto principesco. Interrogarono la sorella sulla
causa delle sua mani gonfie e degli occhi pieni di lacrime, ma Lisa non disse
nemmeno una parola E continuò con ostinazione il suo lavoro doloroso. Un
giorno in cui Lisa stava facendo provviste di ortiche, alcuni cacciatori si
fermarono per chiederle la strada. Erano condotti dal sovrano del paese,
giovane e seducente, che fu immediatamente conquistato dal suo fascino e dalla
sua grazia. Il continuo silenzio della ragazza lo imbarazzò ma, preso
dall'improvvisa passione, la mise in groppa al suo cavallo e la portò nel suo
palazzo. Vestita di broccato e di seta, adorna di suntuosi gioielli, Lisa fu
presentata a corte. Lacrime di sofferenza bagnarono i suoi occhi e tutti
crederono fossero lacrime di felicità! Il matrimonio inaspettato, suscitò
rancori e gelosie: da dove arrivava questa sconosciuta? Aveva soggiogato il
re, era una strega! Per farle ritornare il sorriso e la voce, il giovane re
ebbe la delicatezza di riportarla alla grotta dalla quale l'aveva portata via
così bruscamente. C'era tutto; i vestiti già cuciti, il necessario per
cucire gli altri. Lisa riprese il lavoro con entusiasmo... ma un giorno le
ortiche finirono. Allora andò a coglierne al vicino cimitero, ricco di quelle
pianticelle. Ahimè, un cortigiano invidioso del suo felice destino la seguì,
scoprì il segreto e corse a rivelarlo al giovane marito. Il poveretto,
malgrado il suo amore, dovette cedere alle insistenze della sua corte che
accusava la sfortunata. Lisa, con il suo silenzio, non poté difendersi
dall'accusa di stregoneria e fu gettata in prigione. Per miracolo, vi trovò
il suo lavoro e poté terminarlo, all'insaputa delle guardie. Condannata ad
essere bruciata viva, la poveretta camminò stoicamente verso il rogo,
stringendo disperatamente fra le braccia i preziosi vestiti. Incuriositi dal
rumore della folla, gli undici cigni si posarono nel luogo del supplizio e con
grande emozione della folla ripresero l'aspetto umano appena Lisa ebbe
lanciato i vestiti magici. Liberata dal giuramento, la principessa poté
infine raccontare la sua storia e quella dei suoi fratelli. Di buon cuore,
Lisa perdonò il suo sposo e, felice, ritornò con lui a palazzo...