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Il
valore della diversità linguistica nel bioregionalismo: Verso
casa (Arianna Editrice) Il
condizionamento dell’esistenza dell’uomo ai meccanismi della
produzione prevede che ogni sua azione ed ogni suo pensiero, cioè la
sua mente ed il suo corpo, siano tesi unicamente a calcolare, rendere e
guadagnare. Questa riduzione, e lo svuotamento della ricchezza umana che
ne consegue, è un meccanismo di omologazione che colpisce gli elementi
portanti della sua identità. Uno dei mattoni più duramente colpiti è
la lingua. |
Ad esempio la
lingua emiliana non è una distorsione o una imperfezione
dell’italiano; al contrario! è una lingua romanza che deriva dal
latino così come lo spagnolo o il portoghese. Definire una lingua come
“non di Stato” è invece un trucco borghese, una forma di razzismo
che fa classifica tra le lingue, alla base del degrado culturale
imperversante. Recuperare la propria lingua dunque sarebbe già un buon
antidoto all’omologazione che svuota e riduce le sfumature. Non è un
caso che gruppi come i Baschi, i Bretoni ed i Gaelici, gli Occitani ed i
Long Omai, utilizzino la loro lingua come strumento principale di
difesa. Per
informazioni sulla attività bioregionalista in Italia ci si può
riferire al Centro di Documentazione Bioregionale, via Bosco 106, 46020
Portiolo (Mn).
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Da segnalare è la nascita della Rete Bioregionale, con cui collabora Gary Snyder. Di loro pubblicazione la NewsLetter Lato Selvatico (Appunti per un nuovo-antico vivere Bioregionale e Selvatico).Per info contattare il Sig. Giuseppe Moretti, tel 0376611265 oppure via email morettig@iol.it |
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