Parla
un Dolciniano
|
Historia di Frate Dolcino |
|
|
|
|
Trasposizione teatrale delle vicende storiche di
“Fra’ Dolcino” scritto e diretto da Fryda Rota |
||
|
||
Senza nulla concedere alla
fantasia, questa trasposizione scenica ripropone l’epopea di fra’ Dolcino e
dei suoi seguaci. In forma poetica viene evidenziata la genesi dell’eresia
dolciniana (movimento degli Apostolici) e le persecuzioni di cui i suoi
adepti furono oggetto. Il testo è stato definito alla
luce delle più recenti acquisizioni raggiunte in materia dagli storici
(evitando quanto in modo improprio della tradizione). Ribadisce la storicità
assoluta del testo la presenza dell’esperto Tavo Burat (Gustavo Buratti), cui è
demandato il compito di raccontare i vari quadri, e quindi i vari momenti,
tramite notazioni storiche. Personaggio centrale è Dolcino che, avvalendosi sempre
della forma poetica, chiarisce sia le motivazioni a monte della sua proposta
religiosa – e della sua protesta anticlericale – sia i motivi che lo spinsero
ad agire in maniera difforme dalla morale. Intorno, le figure dei nobili –
antidolciniani- e dei popolani filoeretici. Nello spettacolo si inseriscono
brani musicali e cantati appositamente creati. |
||
|
|
|
Chi erano gli
Apostolici? (Tavo Burat) |
|
|
Località citate: |
|
|
|
|
|
Note tecniche: da 3 a 5 voci recitanti,
figuranti; presenza di conferenziere, 3 musicisti. |
|
|
|
Lo spettacolo sarà disponibile su Videocassetta, ed è già possibile ascoltarlo su Cd |
|
|
|
|
Quell’insidioso andare per le strade, piè descalzadi,
graffi sulle gambe, male protette dal saio, che non vale a far tutela della
sua persona, è ben folle chè stanno nelle casse di Bernardone vesti
di broccato. Quanto sia pazzo non è dato sapere: ma quel giovin signore
prepotente ora va con l’occhio contristato a tendere la mano da mendico. Forse è solo ammalato (si mormora carezzi con la lingua come fossero nettare
le piaghe purulente e la pelle dei lebbrosi). Meglio sarebbe per messer suo padre aver aperto la tomba
di famiglia e postolo a marcire dentro quella, senza ritegno su quella
lacrimarlo. Invece è come se il figlio allontanato, fosse stato trafitto
dalla morte, ma chi lo vede andare per sentieri coi piedi nudi e con il capo
raso, non può del padre dividere la pena (irrefrenati ne ridono i mercanti) (Fryda Rota) |
Adversarii: qui contra Franciscu dicerunt- Storia di San Francesco -
|
|
|
|
|
spettacolo ideato e scritto da Fryda Rota |
|
|
|
|
|
La vicenda di Francesco vista
dalla parte dei detrattori. Si inizia con un canto
goliardico, l’allegra brigata di gaudenti tra cui Francesco spiccava per la
sua curialitas, e poi via via, la famiglia, gli amici e i parenti ci parlano
della follia di Francesco. Compaiono in scena messer Bernardone e monna Pica
(genitori) e il fratello Angelo, i compagni di convito e coloro che si
trovarono accanto a Francesco nei diversi momenti della sua conversione: il
lebbroso, il sacerdote di San Damiano, il pontefice Innocenzo III, il sultano
Al Kamil, tutti daranno delle azioni francescane un giudizio negativo, poiché
Francesco si comporta in modo del tutto difforme da quello delle “buone
persone”. E’ la presenza del biografo che
fa da contrasto, rivedendo ogni singola azione in una chiave positiva e
agiografica. Accanto a Francesco si staglia la
figura di Chiara: anch’ella per esplicita scelta non comparirà quasi mai,
proprio come Francesco: ma ne conosceremo i pensieri che condussero alla
radicale scelta di mutare la propria vita traverso le parole di amici e
parenti. |
|
|
|
|
|
Le musiche e i testi connessi
sono stati appositamente creati con l’intento di evidenziare la spiritualità
del personaggio. Lo spettacolo si conclude con il Cantico di Frate Sole: il
testo rivisitato su una base musicale espressamente composta. Musica di Sal Russo, testi di Fryda Rota. |
|
|
|
|
|
Note tecniche: 3-4 voci
recitanti, 3 musicisti |
|
|
|
|
|
per contatti
telefonate allo 016147395 |
|
|
|
|
|
|