Parla un Dolciniano
Amici di Dolcino, tutti morti.
Io solo sono a casa ritornato: ditelo voi se furbo o fortunato. Ma è fortuna quella di restare di tanti che fummo, proprio l’unico? Anche qui i nemici arriveranno: sappiate bene che non ho paura Se siete andati su nel paradiso verrò a cercarvi là ove sarete. Ogni giorno che scorre io ripenso a quella storia di un amore forte- alla catena salda che legò in vita e in morte Dolcino e Margherita

(Fryda Rota)

Historia di Frate Dolcino

 

 

Trasposizione teatrale delle vicende storiche di “Fra’ Dolcino” scritto e diretto da Fryda Rota

 

Senza nulla concedere alla fantasia, questa trasposizione scenica ripropone l’epopea di fra’ Dolcino e dei suoi seguaci. In forma poetica viene evidenziata la genesi dell’eresia dolciniana (movimento degli Apostolici) e le persecuzioni di cui i suoi adepti furono oggetto.

 

Il testo è stato definito alla luce delle più recenti acquisizioni raggiunte in materia dagli storici (evitando quanto in modo improprio della tradizione). Ribadisce la storicità assoluta del testo la presenza dell’esperto Tavo Burat (Gustavo Buratti), cui è demandato il compito di raccontare i vari quadri, e quindi i vari momenti, tramite notazioni storiche.

 

Personaggio centrale è Dolcino che, avvalendosi sempre della forma poetica, chiarisce sia le motivazioni a monte della sua proposta religiosa – e della sua protesta anticlericale – sia i motivi che lo spinsero ad agire in maniera difforme dalla morale. Intorno, le figure dei nobili – antidolciniani- e dei popolani filoeretici. Nello spettacolo si inseriscono brani musicali e cantati appositamente creati.

 

 

Chi erano gli Apostolici? (Tavo Burat)

 

Località citate:
VERCELLI, GATTINARA, VARALLO, VALLEMOSSO,
PARETE CALVA, MONTE RUBELLO

 

 

 

Note tecniche: da 3 a 5 voci recitanti, figuranti; presenza di conferenziere, 3 musicisti.

 

 

Lo spettacolo sarà disponibile su Videocassetta,

ed è già possibile ascoltarlo su Cd

 

 

 

 

 

Quell’insidioso andare per le strade, piè descalzadi, graffi sulle gambe, male protette dal saio, che non vale a far tutela della sua persona,

è ben folle chè stanno nelle casse di Bernardone vesti di broccato. Quanto sia pazzo non è dato sapere: ma quel giovin signore prepotente ora va con l’occhio contristato

a tendere la mano da mendico.

Forse è solo ammalato

(si mormora carezzi con la lingua come fossero nettare le piaghe purulente e la pelle dei lebbrosi).

Meglio sarebbe per messer suo padre aver aperto la tomba di famiglia e postolo a marcire dentro quella, senza ritegno su quella lacrimarlo. Invece è come se il figlio allontanato, fosse stato trafitto dalla morte, ma chi lo vede andare per sentieri coi piedi nudi e con il capo raso, non può del padre dividere la pena (irrefrenati ne ridono i mercanti)

(Fryda Rota)

Adversarii: qui contra Franciscu dicerunt

- Storia di San Francesco -

 

 

spettacolo ideato e scritto da Fryda Rota

 

 

 

La vicenda di Francesco vista dalla parte dei detrattori.

 

Si inizia con un canto goliardico, l’allegra brigata di gaudenti tra cui Francesco spiccava per la sua curialitas, e poi via via, la famiglia, gli amici e i parenti ci parlano della follia di Francesco. Compaiono in scena messer Bernardone e monna Pica (genitori) e il fratello Angelo, i compagni di convito e coloro che si trovarono accanto a Francesco nei diversi momenti della sua conversione: il lebbroso, il sacerdote di San Damiano, il pontefice Innocenzo III, il sultano Al Kamil, tutti daranno delle azioni francescane un giudizio negativo, poiché Francesco si comporta in modo del tutto difforme da quello delle “buone persone”.

E’ la presenza del biografo che fa da contrasto, rivedendo ogni singola azione in una chiave positiva e agiografica.

 

Accanto a Francesco si staglia la figura di Chiara: anch’ella per esplicita scelta non comparirà quasi mai, proprio come Francesco: ma ne conosceremo i pensieri che condussero alla radicale scelta di mutare la propria vita traverso le parole di amici e parenti.

 

 

 

Le musiche e i testi connessi sono stati appositamente creati con l’intento di evidenziare la spiritualità del personaggio. Lo spettacolo si conclude con il Cantico di Frate Sole: il testo rivisitato su una base musicale espressamente composta.

Musica di Sal Russo, testi di Fryda Rota.

 

 

 

Note tecniche: 3-4 voci recitanti, 3 musicisti

 

 

 

per contatti telefonate allo 016147395
oppure inviate una email a
alicecastle@email.it

 

 

 

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