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Le prime documentazioni della musica profana medievale risalgono all'incirca al IX secolo, su modello dei canti sacri e dei testi dei grandi poeti latini.


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Sia il chierico vagante che il giullare, con i loro repertori di canti, si ricollegano alla musica sacra reinterpretandone con varie tecniche le melodie e i testi. Una espressione poetico-musicale del tutto originale e foriera di grandi sviluppi è stata invece la musica trobadorica e troviera. Attivi nella Francia del Sud, Spagna e nel Nord Italia, in particolare in Piemonte, i trovatori scrivono in lingua d’oc (cioè occitana) e cantano gli ideali della cavalleria e dell’amor cortese.

 

Trovatore
Era il poeta e compositore che si spostava di castello in castello per prestare il proprio servizio presso il ricco feudatario, spesso aveva alle proprie dipendenze uno o più giullari.

Nei canzonieri (codici manoscritti contenenti versi e spartiti musicali) sono riportate anche le biografie di alcuni trovatori: si riferiscono a nobili decaduti o a piccoli feudatari, tra cui alcune donne e anche svariati giullari di estrazione popolare.

 

Giullare
Era il professionista dell'intrattenimento popolare, spesso di umile condizione sociale: poeta, musico e attore libero e girovago, ma anche acrobata, esibitore di animali ammaestrati, danzatore, lottatore, equilibrista e giocoliere. La sua condizione sociale era ambigua, ricercato e blandito con ricchi regali nelle corti, ma considerato con disprezzo dalla cultura clericale, era spesso un personaggio che viveva al margine della società medievale.

Contribuì a diffondere con il suo operato una cultura popolare in tutta Europa: aveva in repertorio canzoni e musiche da ballo, raccoglieva e riportava le notizie e le nuove idee, tramandava il ricordo di cavalieri e di personaggi illustri nel racconto di cicli mitologici e delle cronache di eventi storici.

Chierico vagante
Era il chierico o studente vagabondo che non aveva risorse stabili e viveva in modo irregolare vagando tra le varie università.

Studenti anticonformisti e indisciplinati hanno lasciato un'ampia documentazione scritta: poesie erotiche e canti di taverna, componimenti satirici e antipapali.


 

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