Riferimenti storici e geografici
Annotazioni su Pedena
in Giuseppe Caprin, Alpi Giulie - Libreria Internazionale «Italo Svevo», Trieste 1969, pgg. 283, 286. Ristampa fotomeccanica dell'edizione Trieste 1895.
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Pedena era sede vescovile; Gimino ed Antignana avevano capitolo.
Schönleben narra in modo leggendario l'origine del vescovado petinate:
«Costantino il Grande nell'anno 324, desideroso di onorare il corpo di san Niceforo con nuova sepoltura, ordinò che tolto dal luogo ov'era stato tumulato, venisse insieme con la bara posto in una barca, sotto scorta di alcuni sacerdoti, che dovevano tenere in mano dei ceri accesi; date le vele al vento, si lasciasse la barca andare in balia delle onde, e dove si fosse fermata si fabbricasse una chiesa in memoria del santo. Così fu fatto, ed essendo la navicella entrata nel porto di Fianona, venne posto il feretro sul dorso d'un cavallo selvaggio, che abbandonato a se stesso, prese la corsa e s'arresto nel luogo ove s'erge la chiesa, che Costantino innalzò a dignità di sedia vescovile.»
Pedena figura tra i comuni che protestarono al Placito del Risano contro l'importazione degli Slavi. Il suo vescovato data dal VI secolo, ma si ridusse ad estrema povertà, e, compreso nella legge delle riforme di Giuseppe II, venne soppresso mentre l'occupava il dotto triestino Aldrago dei Piccardi. Della cinta massiccia che proteggeva il luogo, si vede ancora una delle due porte.


[N.d.r.] - Come gli altri vescovati istriani anche quello di Pedena risale alla prima metà del VI secolo: non ha fondamento la notizia, riportata dallo Schönleben, della sua fondazione da parte di Costantino Imperatore. (V. Prospero Petronio, Memorie sacre e profane dell'Istria - Trieste 1968, nota al testo, pg.250.



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