L'Abate di Montevergine scaccia dei "femminielli" dalla Basilica: "le vostre preghiere non sono gradite". (rassegna stampa)

AVELLINO, 2 FEB - ''State profanando il tempio di Dio e le vostre preghiere non sono gradite'': così l'abate di Montevergine, monsignor Tarcisio Nazzaro, si è rivolto dall'altare a un folto gruppo di travestiti napoletani, i cosiddetti ''femminielli'', che affollavano il santuario per la tradizionale festa della Candelora, in cui la Chiesa ricorda la presentazione di Gesù al tempio e la purificazione della Beata Vergine Maria.
La ricorrenza è molto sentita a Montevergine, dove la partecipazione dei ''femminielli'' - particolarmente devoti alla Madonna - è un elemento caratteristico della festa del 2 febbraio, e da sempre è stata tollerata ed accettata dai padri Virginiani, che reggono il millenario santuario fondato da San Guglielmo.
Monsignor Nazzaro, che da cinque anni guida la diocesi più antica dell'Irpinia, ha invece pronunciato oggi parole durissime nei confronti dei gruppi di gay, provenienti soprattutto da Napoli, saliti anche quest'anno a Montevergine per la festa che essi considerano, insieme, della purificazione e della iniziazione: vestiti con abiti femminili e vistosamente truccati, prima della messa in santuario sono stati protagonisti di tammurriate, tarantelle e antichi canti dedicati alla Madonna Nera, chiamata ''mamma Schiavona'' dal culto popolare.
''Le vostre - ha detto monsignor Nazzaro interrompendo la messa che stava celebrando - non sono preghiere ma soltanto chiasso che la Madonna non gradisce e non può accogliere. Siete come i mercanti che affollavano il tempio fino a quando Gesù non li scacciò''. In precedenza, durante la processione che ha preceduto il rito in chiesa, un frate verginiano ha impugnato un megafono gridando più volte ''vergogna'' all'indirizzo dei 'femminielli' che danzavano e cantavano.
Da parte di questi ultimi non ci sono state reazioni alla presa di posizione dell'abate, anche se alcuni dei sacerdoti più giovani presenti a Montevergine hanno commentato con qualche perplessità la presa di posizione del vescovo che avrebbe ''interrotto'' la secolare tradizione del santuario ''improntata alla tolleranza e all'accoglienza proprio nel giorno della festa che dovrebbe celebrare l'incontro tra Dio e gli uomini e la disponibilità del Signore nei confronti di ogni essere umano''. Ai suoi più stretti collaboratori, dopo, l'abate avrebbe precisato di non voler offendere la dignità di questi ''particolari'' devoti della Vergine, ma di essere intervenuto per censurare il modo - a suo giudizio troppo chiassoso ed esibizionistico - con cui si stavano comportando, dentro e fuori della basilica.
Padre Tarcisio Nazzaro è noto alle cronache anche per il braccio di ferro ingaggiato con don Vitaliano Della Sala, il parroco ''zapatista'' di Sant'Angelo a Scala (Avellino) che dipende dalla diocesi di Montevergine. Sul sacerdote pende la minaccia della sospensione a divinis dopo essere stato ammonito ufficialmente per due volte a causa delle sue prese di posizione a favore del movimento no-global. L'abate ha ordinato a don Vitaliano di non rilasciare interviste e di non allontanarsi dal territorio della diocesi senza il suo permesso. (ANSA).

Montevergine, fuori programma del vescovo Nazzaro: "Uscite, profanate la casa di Dio"
L'abate caccia i "femminielli".
da "La Repubblica-Campania" del 3 febbraio 2002 di Eleonora Bertolotto
Sarà che gli hanno fatto male le voci, sempre più insistenti, che danno ormai per certa la soppressione della sua diocesi, sarà che le "dimissioni" improvvise di cinque novizi lo hanno particolarmente irritato, ma ieri l'abate di Montevergine, Tarcisio Nazzaro, se n'è uscito con un fuori programma recitato durante la messa contro i "femminielli" che affollavano la chiesa, come ogni anno, in occasione della Candelora. "State profanando il tempio di Dio, e le vostre preghiere non sono gradite", è sbottato dall'altare, involontariamente distribuendo in eguale misura indignazione fra quanti tra i presenti erano oggetto della rampogna e costernazione fra quanti vi assistevano senza capire l'improvviso giro di vite.
La presenza dei "femminielli" a Montevergine per la festa del 2 febbraio è quasi una tradizione: cantano, ballano, pregano, in una mescolanza di devozione e colore che è sempre stata tollerata dai padri Virginiani cui è affidata la cura del santuario fondato da San Guglielmo. L'ha tollerata sempre anche monsignor Nazzaro, sessantasettenne, che è abate e vescovo della più piccola diocesi d'Italia (e la più antica dell'Irpinia) da ben cinque anni. Ma ieri è accaduto ciò che nessuno, né "femminielli" né fedeli, si aspettava.
Come sempre, la processione della Candelora è uscita dalla cripta del santuario attraversando la piazza per raggiungere la chiesa. In testa il vescovo, in coda i fedeli, si è imbattuta in un vistoso gruppo di travestiti che stavano ballando tammurriate e tarantelle dedicate alla Madonna ("mamma Schiavona") in attesa di entrare per assistere alla messa. A uno dei padri verginiani dev'essere saltata la mosca al naso. Così ha afferrato un megafono e ha cominciato a gridare: "Vergogna, vergogna". E in chiesa il vescovo ha ritenuto di esplicitare la rampogna. Ai "femminielli" venuti per assistere alla messa ha detto dall'altare: "Le vostre non sono preghiere ma chiassate che la Madonna non gradisce e dunque non può accogliere. E voi siete come i mercanti che affollavano il tempio fino a quando Gesù non li scacciò".
Un brusio di indignazione ha percorso la piccola folla dei malcapitati, un silenzio di sconcerto la grande folla dei fedeli. La messa è proseguita senza altri problemi e monsignor Nazzaro, forse rendendosi conto di aver rotto una tradizione di tolleranza, ha confidato in sacrestia ai collaboratori: "Non ho niente contro nessuno e non ho voluto offendere nessuno, tanto meno questi particolari devoti. Ma quel che troppo è troppo, ci vuole un po' di rispetto per un luogo sacro, e la dignità del santuario va preservata".
D'altra parte, qualche ragione di nervosismo va riconosciuta anche al buon abate che da alcuni anni ha la gestione di un caso spinoso come quello del prete noglobal più disobbediente d'Italia, don Vitaliano della Sala, parroco di Sant'Angelo a Scala, che tutti ormai conoscono come caso unico (o unico caso dichiarato) di sacerdote italiano "zapatista", più volte ammonito ed oggi ridotto al silenzio, pena la sospensione a divinis.
Ma don Vitaliano non è l'unica spina nel fianco del vescovo Nazzaro. Altre disavventure gli sono toccate negli ultimi mesi, e tra queste l'abbandono del santuario da parte di cinque novizi, avvenuto per svariati motivi: ragioni caratteriali in qualche caso e (si dice) ragioni sentimentali in qualche altro, se è vero che una di queste "fughe" è stata accompagnata dalla scomparsa di una giovane suora straniera che viveva al convento. Infine le voci sempre più insistenti di soppressione della diocesi, ufficialmente motivata dalla sua esiguità e dalla necessità di accorpamento che si impone anche alla Chiesa (i sacerdoti che oggi dipendono da Montevergine convergerebbero dopo Pasqua su Avellino), ma probabilmente vissute con qualche disagio, specie in considerazione dell'antichità della diocesi, stretta attorno a una chiesa millenaria, sede di una Madonna guardata con devozione da tutta la Campania.

Via dalla chiesa i "femminielli"
AVELLINO - Fuori i femminielli dalla basilica, perché "state profanando il tempio di Dio e le vostre preghiere non sono gradite". Con queste parole l'abate di Montevergine, monsignor Tarcisio Nazzaro, si è rivolto ad un folto gruppo di travestiti napoletani, i cosiddetti femminielli, che affollavano il santuario per la festa della Candelora. A Montevergine la partecipazione dei femminielli, particolarmente devoti alla Madonna, era stata finora sempre accettata.

L'anatema dell'Abate contro i "femmenielli". da "Il Mattino" del 3 febraio 2002 di Ermanna Guacci
L'Abate scaccia i "femmenielli" dal Santuario di Montevergine e la ricorrenza della Candelora diventa occasione di scontro tra il cattolicesimo e la tradizione popolare. Dall'altare, Don Tarcisio Nazzaro, ha accusato i travestiti di profanare l'abazia. "Voi offendete Mamma Schiavona - ha tuonato ieri nel corso della funzione - tornate da dove siete venuti. Questo è un rito religioso e non pagano". Un monito che ha scoraggiato l'ingresso in chiesa di numerosi pellegrini provenienti da tutta la Campania. L'abate caccia i femminielli dal Santuario e la ricorrenza della Candelora diventa occasione di scontro tra il Cattolicesimo e la tradizione popolare. Dall'altare, interrompendo l'omelia, Don Tarcisio Nazzaro, ha accusato i travestiti di profanare l'abazia. "Voi offendete Mamma Schiavona - ha tuonato - tornate da dove siete venuti. Questo è un rito religioso e non pagano". Un monito che ha scoraggiato l'ingresso in chiesa di numerosi pellegrini provenienti da tutta la Campania, ma non ha impedito che all'esterno si desse libero sfogo al "folklore" che caratterizza da migliaia di anni la "Festa della Luce". Ad animare le "tammurriate" sono arrivati sul Partenio gruppi danzanti di varia "napoletanità". Giugliano, Marano, Pomigliano D'Arco e Scafati: le varie provenienze dei danzatori a cui si sono mescolati zingari e devoti della Madonna Nera. In giro anche molti giovani dei centri sociali. In uno dei gruppetti che assistono allo spettacolo scopriamo Gianni Rollin, fotografo e antropologo napoletano, che da cinquant'anni partecipa alla Candelora. "Il razzismo e le persecuzioni - commenta in merito all'accaduto - finiranno per scoraggiare anche i "femmenielli" più devoti. La chiesa condanna l'omossessualità, non a caso, anche durante la celebrazione della "Festa della luce" è vietato entrare in abazia con la candela accesa, tanto è forte il simbolismo dei ceri. C'è un cartello che lo impone a chiare lettere".
La presenza a Montevergine di Rollin, autore di numerose opere dedicate alle antiche tradizioni popolari, è l'occasione per riscoprire le origini di un rito nato settemila anni fa nel mondo contadino e pagano, che la chiesa ha poi fatto proprio. "La celebrazione è legata al cambiamento delle stagioni e in particolare alla fecondità, si compivano danze propiziatorie per scacciare l'inverno e accogliere l'arrivo della bella stagione e dei suoi frutti". Il 2 febbraio è una data molto importante del calendario agrario e quindi molto più antica della festività religiosa ora celebrata dalla chiesa. Lo fa notare Vittoria Troisi, coordinatrice del Centro di documentazione etnografica irpino, che interviene sull'accaduto al santuario della Madonna Nera. "L'oscurantismo e l'integralismo vanno contro lo spirito con cui si sta muovendo in questo tempo la stessa chiesa di Roma. Solo pochi giorni fa ad Assisi il papa ha pregato con i rappresentanti delle maggiori religioni del mondo".

MONTEVERGINE. Rito della Candelora. Anatema dell'Abate contro i femmenielli troppo chiassosi. da "Il Mattibno" del 3 febbraio 2002 di Gianni Cianciulli
Vade retro, femmenielli. L'abate di Montevergine, don Tarcisio Nazzaro, si scaglia contro il popolo variopinto ed esibizionista radunato davanti al santuario di Mamma Schiavona. Troppo chiasso, i rumori disturbano la celebrazione. Suoni e balli all'ombra della Madonna Nera. Nacchere e tamburelli. Colori e travestimenti. Si celebra la Candelora, ancestrale rito della fecondità. Tra le navate austere la Santa Messa, fuori la musica e i ritmi d'una danza propiziatoria per scacciare l'inverno. Il simbolismo della "Festa della luce" viene rispettato ogni anno da centinaia di travestiti che arrivano da Napoli e dall'hinterland a bordo di pullman organizzati. La nebbia fitta e il freddo pungente non scoraggiano i devoti pellegrini. Giungono di buon mattino da Marano, Giugliano, Scafati, Nocera. Sacro e profano, folklore e candele accese per propiziare il cambio di stagione e la purificazione dai peccati. Abiti appariscenti e sgargianti travestimenti. I "femmenielli" creano atmosfera tra le brume del santuario di Montevergine. Troppa atmosfera, ieri, secondo l'Abate. Tanto da scagliare il suo "anatema" contro quel popolo chiassoso riunito sulla piazza che circonda l'abbazia. "State profanando il tempio di Dio e le vostre preghiere non sono gradite", ha detto l'Abate. In precedenza, durante la processione, un frate virginiano con un megafono ha gridato più volte "vergogna", all'indirizzo dei femmenielli che danzavano e cantavano. Parole di fuoco per allontanare la pittoresca comitiva. Tra i partecipanti al rito della Candelora c'è anche Gianni Rollin, antropologo e fotografo napoletano. Da decenni sale a Montevergine. "La Chiesa condanna l'omosessualità. Non a caso, anche durante la celebrazione della "Festa della luce" - afferma lo studioso - è vietato entrare in chiesa con la candela accesa. Il rito dei ceri, pagano e contadino, risale ad almeno settemila anni fa".

E il sacerdote scacciò i "femminielli" "Le vostre preghiere non sono gradite". da la "Gazzetta del Sud" del 3 febbraio 2002
AVELLINO - "State profanando il tempio di Dio e le vostre preghiere non sono gradite": così l'abate di Montevergine, monsignor Tarcisio Nazzaro, si è rivolto dall'altare a un folto gruppo di travestiti napoletani, i cosiddetti "femminielli", che affollavano il santuario per la tradizionale festa della Candelora, in cui la Chiesa ricorda la presentazione di Gesù al tempio e la purificazione della Beata Vergine Maria. La ricorrenza è molto sentita a Montevergine, dove la partecipazione dei "femminielli" - particolarmente devoti alla Madonna - è un elemento caratteristico della festa del 2 febbraio, e da sempre è stata tollerata ed accettata dai padri virginiani, che reggono il millenario santuario fondato da San Guglielmo. Monsignor Nazzaro, che da cinque anni guida la diocesi più antica dell'Irpinia, ha invece pronunciato parole durissime nei confronti dei gruppi di gay, provenienti soprattutto da Napoli e saliti anche quest'anno a Montevergine per la festa. "Le vostre - ha detto monsignor Nazzaro interrompendo la messa che stava celebrando - non sono preghiere ma soltanto chiasso che la Madonna non gradisce e non può accogliere. Siete come i mercanti che affollavano il tempio fino a quando Gesù non li scacciò". Da parte di questi ultimi non ci sono state reazioni alla presa di posizione dell'abate, anche se alcuni dei sacerdoti più giovani presenti a Montevergine hanno commentato con qualche perplessità la presa di posizione del vescovo.

Rotta la tradizione, i gay fuori dalla Chiesa L'abate di Montevergine scaccia i femminielli napoletani, accorsi al santuario come ogni anno per la festa della Candelora: "Le vostre preghiere non sono gradite". da "Il Nuovo" del 3 febbraio 2002
AVELLINO - ''State profanando il tempio di Dio e le vostre preghiere non sono gradite'': così l'abate di Montevergine, monsignor Tarcisio Nazzaro, si è rivolto dall'altare a un folto gruppo di travestiti napoletani, i cosiddetti ''femminielli'', che affollavano il santuario per la tradizionale festa della Candelora, in cui la Chiesa ricorda la presentazione di Gesù al tempio e la purificazione della Beata Vergine Maria. La ricorrenza è molto sentita a Montevergine, dove la partecipazione dei ''femminielli'' - particolarmente devoti alla Madonna - è un elemento caratteristico della festa del 2 febbraio, e da sempre è stata tollerata e accettata dai padri Virginiani, che reggono il millenario santuario fondato da San Guglielmo.
Monsignor Nazzaro, che da cinque anni guida la diocesi più antica dell'Irpinia, ha invece pronunciato parole durissime nei confronti dei gruppi di gay, provenienti soprattutto da Napoli, saliti anche quest'anno a Montevergine per la festa che essi considerano, insieme, della purificazione e della iniziazione: vestiti con abiti femminili e vistosamente truccati, prima della messa in santuario sono stati protagonisti di tammurriate, tarantelle e antichi canti dedicati alla Madonna Nera, chiamata ''mamma Schiavona'' dal culto popolare.
''Le vostre - ha detto monsignor Nazzaro interrompendo la messa che stava celebrando - non sono preghiere ma soltanto chiasso che la Madonna non gradisce e non può accogliere. Siete come i mercanti che affollavano il tempio fino a quando Gesù non li scacciò''. In precedenza, durante la processione che ha preceduto il rito in chiesa, un frate virginiano ha impugnato un megafono gridando più volte ''vergogna'' all'indirizzo dei 'femminielli' che danzavano e cantavano.
Da parte di questi ultimi non ci sono state reazioni alla presa di posizione dell'abate, anche se alcuni dei sacerdoti più giovani presenti a Montevergine hanno commentato con qualche perplessità la presa di posizione del vescovo che avrebbe ''interrotto'' la secolare tradizione del santuario ''improntata alla tolleranza e all'accoglienza proprio nel giorno della festa che dovrebbe celebrare l'incontro tra Dio e gli uomini e la disponibilità del Signore nei confronti di ogni essere umano''.
Ai suoi più stretti collaboratori, dopo, l'abate avrebbe precisato di non voler offendere la dignità di questi ''particolari'' devoti della Vergine, ma di essere intervenuto per censurare il modo - a suo giudizio troppo chiassoso ed esibizionistico - con cui si stavano comportando, dentro e fuori della basilica.
Padre Tarcisio Nazzaro è noto alle cronache anche per il braccio di ferro ingaggiato con don Vitaliano Della Sala, il parrocco ''zapatista'' di Sant'Angelo a Scala (Avellino) che dipende dalla diocesi di Montevergine. Sul sacerdote pende la minaccia della sospensione a divinis dopo essere stato ammonito ufficialmente per due volte a causa delle sue prese di posizione a favore del movimento no-global. L'abate ha ordinato a don Vitaliano di non rilasciare interviste e di non allontanarsi dal
territorio della diocesi senza il suo permesso.
(2 FEBBRAIO 2002, ORE 20:15)