CORBEZZOLO

Genere: Arbutus   -   Specie: unedo L.  -   Famiglia: Ericaceae


Le piante appartenenti alla famiglia delle Ericaceae sono arbusti, suffruttici o piccoli alberelli, in genere sempreverdi.

Hanno foglie semplici, a volte riunite in verticilli.

I fiori sono nella generalità dei casi attinomorfi, con involucro fiorale completo, e possono essere sia solitari sia riuniti in infiorescenze; la forma della corolla è campanulata o urceolata con quattro o cinque petali connati, e il calice è persistente.

Sono fiori ermafroditi: l’androceo è formato da un numero di stami generalmente doppio rispetto a quello dei lobi della corolla, e spesso i filamenti sono aderenti alla base del tubo corollino.

Il gineceo è costituito da un ovario pluricarpellare e pluriloculare, ed è in genere supero.

Dall’ovario si sviluppano poi i frutti che possono essere delle capsule, delle bacche o delle drupe (12, 22).

La famiglia delle ericaceae fornisce diverse piante utili quali corbezzolo, mirtillo, uva orsina, importanti sia dal punto di vista alimentare, per alcuni frutti commestibili e dal sapore molto gradevole, ma soprattutto perché sono piante ricche di principi attivi estremamente utili in fitoterapia; sono, infatti, caratterizzate da un alto contenuto in tannini che hanno attività di astringente intestinale e diuretico, eterosidi idrochinonici, soprattutto l’arbutoside con una spiccata attività come antisettico per le vie urinarie, e da tutte quelle sostanze che vengono indicate col nome di “vitamina P” e che sono antocianine e derivati polifenolici in generale, attivi contro le turbe vascolari (20).

Tra i generi più importanti c’è il genere arbutus, che comprende anche il corbezzolo, e le eriche (22).

Tra le ericaceae inoltre molte sono le specie coltivate a scopo ornamentale

Descrizione botanica

Il corbezzolo è una pianta arbustiva o piccolo alberello sempre verde, caratterizzato da una corteccia rossiccia-bruna che si stacca a scaglie.

Le foglie hanno inserzione di tipo alterno, la forma è ovale, lanceolata ed il margine dentellato, hanno aspetto coriaceo e il colore è scuro e lucente sulla pagina superiore, mentre è più chiaro su quella inferiore.

I fiori sono riuniti in infiorescenze terminali a corimbo, ed hanno corolla urceolata e pentadentata (3); sono di colore bianco-rosato e fioriscono in autunno tra settembre e dicembre.

Il frutto, che compare da agosto a novembre dell’anno successivo, è una bacca carnosa che presenta numerosi tubercoli sulla superficie esterna, il colore è rosso scarlatto e il diametro è circa 1-2 cm; la polpa è gialliccia ed è diviso all’interno in cinque logge; questo frutto che compare in autunno, è maturo a gennaio (31, 7, 29).

Habitat

Il corbezzolo è una pianta spontanea che si trova allo stato selvatico, mentre solo raramente viene coltivata, attività questa, molto più diffusa in passato.

E’ diffusa in tutta la regione mediterranea con estensioni fino all’Irlanda; il suo areale principale, comunque, comprende le regioni dell’Europa con clima temperato caldo-arido, nonostante si spinga anche in zone più fredde e umide mitigate dal clima oceanico (3).

La fascia climatica nella quale si diffonde va dal livello del mare fino a circa 700-1000 m specialmente nel centro-sud dell’Italia, ed i suoi ambienti sono il sottobosco delle formazioni forestali della macchia mediterranea, dove forma un fitto strato arbustivo, e le zone soleggiate e aperte (3).

Il corbezzolo è una pianta che caratterizza fortemente la macchia delle zone costiere, è tra le più presenti ed è la prima specie, tra quelle legnose, a riprendere a vegetare nei boschi distrutti da un incendio, questo perché si tratta di una pianta con una notevole capacità di ripresa, in grado di emettere vigorosi polloni che le permettono di reagire anche alla sua distruzione da parte del bestiame al pascolo per cui rappresenta un cibo piuttosto gradito (7).

Storia

Proprio perché è una delle piante più tipiche della regione mediterranea, il corbezzolo è

conosciuto fin da tempi antichissimi, sicuramente dall’epoca dei greci prima, e successivamente dei romani, e ne hanno lasciato testimonianze autori quali Virgilio e Plinio (9).

Il nome della specie unedo deriva secondo alcuni da “unum tantum edo” letteralmente “ne mangio solo uno” poiché il frutto è commestibile ma non gradevolissimo, in realtà se raccolto e mangiato quando è ben maturo, verso gennaio, è piuttosto piacevole (7).

In ogni caso dagli antichi queste bacche erano poco apprezzate, tanto che le consideravano addirittura capaci di dare mal di testa e mal di stomaco.

Altri autori hanno trattato il corbezzolo nelle epoche successive, il Mattioli ad esempio lo descriveva come un rimedio antipeste se al decotto delle sue foglie veniva aggiunto l’osso del cuore di un cervo, e, sempre il decotto, è poi entrato a far parte dei rimedi della medicina popolare come antireumatico e astringente, mentre le radici avrebbero l’effetto di regolare la pressione e combattere la foruncolosi; la corteccia invece sarebbe cicatrizzante (19).

Utilizzi

Del corbezzolo si utilizzano le foglie, le radici e i frutti.

Le foglie e le radici hanno proprietà diuretiche, depurative e antireumatiche, e la tintura madre è in genere usata contro le infezioni e le infiammazioni delle vie urinarie; questa attività e dovuta alla presenza di tannini e di un glucoside detto arbutoside il quale, dopo vari passaggi all’interno dell’organismo, porta alla liberazione di idrochinone che ha una marcata attività antisettica e antibatterica a livello delle vie urogenitali; anche i tannini rafforzano questa attività, e inoltre rendono queste droghe attive come astringenti e antisettiche anche nei disturbi dell’apparato digerente (20).

I frutti contengono invece soprattutto zuccheri, pectine, amidi, sono degli astringenti intestinali e spesso con questo effetto si consumano in forma di confettura (7).

Sono frutti eduli ma poco pregiati, per cui al naturale, come tali non sono tanto apprezzati, vengono più spesso trasformati o trattati in vario modo: con la fermentazione ad esempio forniscono una buona acquavite e macerati in alcool danno un delicato liquore.

Si consumano anche cotti e passati al setaccio per eliminare i semi e sono ottimi per gelatine e confetture; dai fiori poi si ottiene un miele amaro molto pregiato e usato fin dall’antichità contro le affezioni bronchiali (19, 31).

E’ usata come pianta ornamentale altamente decorativa per il suo fogliame e per i suoi vistosi colori dovuti all’abbondante presenza sulla stessa pianta, in autunno, di fiori e frutti contemporaneamente (30). La corteccia, infine, ha proprietà concianti mentre il legno è particolarmente adatto per essere levigato e per i lavori al tornio (3).