Benedetto
chi viene nel nome
del Signore
Indirizzo: Via Foa, 56
Ghetto: delimitato dalle Vie Foa, Gioberti, Castelnuovo delle Lanze e Morosone
Verso la metà del XV secolo esisteva a Vercelli un piccolo nucleo stabile di ebrei, dedito ad attività commerciali. Il primo quartiere ebraico era situato fra le attuali corso Libertà, vie Ponti e Garrone. Nel 1727 si decise di destinare questa zona a ghetto, in cui gli ebrei svolgevano le loro attività, ma la scelta risultò poco gradita alla cittadinanza e al clero perché si trattava di parte dellitinerario delle processioni. Nel 1740, nonostante le proteste degli ebrei, che allepoca erano suddivisi in 29 famiglie con 158 persone, venne identificata una nuova zona con quattro porte: una tra le attuali via Foa e via Gioberti, la seconda nella strozzatura di via Foa, prima dello sbocco del sagrato di San Giuliano, la terza a metà di via Castelnuovo delle Lanze, la quarta, sempre chiusa, detta portina nel punto più stretto di via Morosone. Allarrivo di Napoleone, nel dicembre 1789, le porte del ghetto furono distrutte e gli ebrei contribuirono ad innalzare lalbero della libertà. Leuforia non durò a lungo poiché nel 1814 Vittorio Emanuele I fece ripristinare i cancelli, definitivamente abbattuti nel 1848. La Sinagoga, dalla facciata monumentale, si trova nel cuore dellarea del ghetto e fu realizzata nel 1878.
Cenni Storici
Presso la Chiesa di San Lorenzo già nel quattrocento viveva un piccolo nucleo ebraico che si accrebbe con larrivo di numerosi ebrei spagnoli. Ventiquattro famiglie si stabilirono nel ghetto che occupava in un primo tempo risolato oggi compreso tra via Fratelli Ponti, via Fratelli Garrone e corso Libertà, per poi trasferirsi nella nuova area che aveva come centro lattuale via Elia Emanuele Foa. Nel ghetto funzionava una sala di preghiera già nel 1601 mentre nel 1863, nel periodo di massimo fulgore della comunità, che nel frattempo aveva raggiunto i 600 membri, si decise di costruire una sinagoga monumentale. Con il XX secolo il numero degli ebrei vercellesi ha cominciato a decrescere in modo lento ma inesorabile.
La Sinagoga
La facciata esterna ha al centro una scultura che riproduce le tavole della Legge. In alto vi sono merli ornamentali arricchiti da torrioni laterali che terminano in cupole a cipolla. Ledificio, in stile neomoresco, allinterno, è maestoso di tipo basilicale, a tre navate. Le due parti laterali sono sviluppate su due piani: quello superiore, destinato al matroneo, poggia su numerose colonne. Larea in cui si trovano Aron e Tevà è rialzata. Linterno è rischiarato da numerose finestre con vetri colorati e dal lucernario della cupola. I banchi, secondo lo schema comune alle sinagoghe costruite dopo lemancipazione, sono rivolti verso larea di preghiera. Notevole è uniscrizione in oro su sfondo verde oliva posta nel matroneo.
Per gentile concessione della Comunità Ebraica di Torino |