Scommettiamo che ...?

Nel corso di una delle  puntate del 1993 della trasmissione televisiva "Scommettiamo che ...?", gli spettatori sono rimasti sbalorditi di fronte ad un signore che dimostrava di possedere una memoria portentosa, oltre che un'incredibile dimestichezza con i numeri.

Il gioco consisteva in questo: il concorrente scommetteva di riuscire a scrivere, in 3 minuti, due numeri di 90 cifre ciascuno che, addizionati ad altri tre numeri, delle stesse dimensioni ma proposti dalla RAI, dessero per risultato un numero di 91 cifre - scelto, apparentemente a caso - dallo stesso concorrente e lasciato coperto fino alla fine.

Senza nulla togliere alle capacità del concorrente, (soprattutto per la lunghezza dei numeri da scrivere e per l'esiguità del tempo a disposizione), è importante precisare quanto pochi c'entri la memoria e quanto, invece, la conoscenza della matematica nel portare a termine quella scommessa.

Per spiegare la "certezza" della riuscita della prova, eliminati i fattori tempo ed emozione, consideriamo lo stesso gioco ma, per semplicità, con numeri a 4 cifre.

Siano X, Y e Z tre numeri a piacere e sia S la somma di X, Y, Z e di altri due numeri R e T che il concorrente deve "calcolare". 

Basta "scegliere" S addizionando 20 000 e togliendo 2 al numero X e "calcolare" R e T facendo i complementi a 9 delle cifre di Y e Z!

Infatti :

S = X + Y + Z + R + T = X + (Y + R) + (Z + T) = X + (9 999) + (9 999) = 

   = X + (19 998) = X + (20 000 - 2).

Per esempio, se X = 4 721, la somma S deve essere 24 719, comunque si prendano Y e Z, purché le cifre di R e T siano i complementi a 9 delle corrispondenti cifre di Y e Z :

4 721 + 2 093 + 5 761 + 7 906 + 4 238 = 24 719.

[in rosso, i numeri di partenza; il risultato verde corrisponde a 4 721 + 20 000 - 2]

In generale, assegnato un numero X con n cifre, bisogna fissare la somma in modo che risulti:

S = X + 2·10n - 2.

Il concorrente non ha ingannato il pubblico, ma ha puntato sulla spettacolarità della sua scommessa e sul diffuso " ... analfabetismo matematico, la cui causa è imputabile ad un'errata impostazione didattica che tende a privilegiare l'apprendimento nozionistico, a discapito della capacità di saper applicare i concetti astratti alle situazioni concrete della vita reale", come afferma Ennio Peres.

 

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