Arrivano i Catalani

Nel 1297 il papa Bonifacio VIII diede in feudo ai Catalani l'isola, che in quel periodo era spartita tra i Pisani,a sud, i Genovesi insieme con il Giudicato di Torres, a nord, e quello di Arborea, al centro.
I Catalani attesero però fino al 1323 per prendere possesso della Sardegna, che nel 1324 risultava ancora divisa sotto il dominio di tre forze contrastanti: a Nord i Doria, con Castelsardo ed Alghero; al centro gli Arborea nel Giudicato di Arborea; a Sud - Est i Catalano - Aragonesi, ansiosi di impadronirsi soprattutto di Alghero, in quanto ben fortificata, pericolosa per le azioni militari e favorevole centro commerciale, che faceva loro concorrenza.
Quando nel 1336 salì al trono d'Aragona Pietro IV, detto anche il Cerimonioso o Pugnaletto, si rese conto dell'importanza di Alghero e, nell'Agosto del 1353, preparò una flotta che partì da Mahon nelle isole Baleari, con 60 galere piene di soldati, di armi, e di vettovaglie alla volta di Alghero.
La flotta fu raggiunta da 20 galere veneziane, provenienti da Cagliari alla guida dell'ammiraglio Pisani, che s'incontrarono e si riunirono con quelle catalane nella baia di Porto Conte. Nel frattempo, mentre gli Algheresi rafforzavano le mura e la difese per non essere sopraffatti dagli invasori, i Doria, dopo aver ceduto i loro diritti sulla città direttamente alla Repubblica di Genova, aspettavano con ansia le galere promesse in aiuto da quest'ultima. Finalmente giunse l'ammiraglio Grimaldi con 60 galere e subito si schierò per la battaglia.
Era il 27 AGOSTO del 1353.
La battaglia durò fino a tarda notte, ma alla fine la flotta Genovese venne sopraffatta: perse 33 galere, 2000 furono i suoi soldati morti e 3500 quelli catturati. L'ammiraglio Grimaldi fuggì nel tentativo di salvare ciò che rimaneva della sua flotta.
I Doria, ormai soli, furono costretti ad aprire le porte della città agli Aragonesi.
L'ammiraglio della flotta vincitrice Cabrera, entrò in città e permise ai Doria di lasciare la Sardegna e di trasferirsi in Corsica, mentre i Sardi, presenti ad Alghero, restarono.
Chi pagò per tutti fu Fabiano Rosso Doria, catturato in combattimento e decapitato. Cabrera, successivamente, col grosso dell'esercito, scese verso Cagliari, lasciando ad Alghero, come comandante della villa, il barone Gispert de Castellet. Ma i Sardi, insofferenti, si rivoltarono contro gli Aragonesi e riconquistarono la città. Chi si salvò dal massacro fu solo Castellet che si rifugiò a Sassari, ancora sotto il controllo dei Catalani.
Tornarono allora i Doria ad Alghero.
Il re Catalano Pietro
IV, però, non era tipo da sopportare simili sconfitte e il primo Giugno del 1354 ripartì alla volta di Alghero, a capo di una nuova flotta. Questa volta non ci fu battaglia navale, ma incominciò un lungo assedio. I soldati erano sfiniti e decimati dalla malaria, ma le mura continuavano a reggere. Pietro IV stesso venne colpito e guarì dalla malaria. Alghero continuava a non cedere. Allora il re con un'abile mossa diplomatica, trovò un alleato nel Giudice Mariano d'Arborea, allettato dalla promessa di vasti territori da aggiungere al suo giudicato, in cambio dell'aiuto contro gli Algheresi. I nuovi alleati circondarono Alghero che fu costretta a capitolare il 22 Dicembre del 1354, diventando definitivamente catalana. Per evitare altre ribellioni, i Catalani stavolta cacciarono sia i Doria, sia i Sardi, per ripopolare la città esclusivamente con Aragonesi e Catalani.

 torna indietro