Il nano Tremotino


C'era una volta un mugnaio che aveva l'abitudine di raccontare un mucchio di frottole.

Mugnaio: L'altro giorno chi ti vedo sul mio cammino? Un drago! Gli ho dato un tale schiaffo che e' scappato gridando... e questo e' niente, vi ho raccontato di quella volta che ho fatto ballare quel pescecane sulla punta della coda?...

Questo mugnaio aveva una figlia di nome Marta, tanto bella quanto buona, che mandava avanti la casa da sola. Un giorno il padre, sempre per quel vizio di raccontare fandonie, parlando con il re, disse:

Mugnaio: Figuratevi sire che ho una figlia che sa filare la paglia... e per di piu'... la fa diventare oro!

Re: Davvero?... Guardie, conducete qui, subito, la figlia di codesto mugnaio.

La fanciulla fu cosi' portata a corte. Il re subito la condusse in una stamberga piena di paglia, le diede rocca e fuso, e le disse in tono di comando...

Re: Fila!

Marta: Vado subito, sire...

Re: Ma che hai capito? Fila nel senso di filare, ... filare questa paglia e tramutarla in oro!

Marta: Ma, sire...

Re: Non ci sono ma: lavora, piuttosto!

Marta: Povera me!

Il re chiuse la porta e se ne ando', scortato dalle sue guardie, lasciando la fanciulla in mezzo ad una montagna di paglia. La poveretta si mise a piangere, ma ad un tratto la porta si apri' ed entro' uno strano ometto, piccolo piccolo...

Nano: Buona sera, bella fanciulla: perche' piangi, perche' piangi tu cosi'?

Marta: Io devo filar paglia e farne oro... tutta quanta, tutta quanta, tutta quanta, come faro'?

Nano: Che cosa mi regali se la filo e la cambio, e la cambio in oro per te?

Marta: Ti posso dar la mia collana bella: se tu fili, se tu fili, se tu fili te la daro'!

Nano: D'accordo, affare fatto: qua la collana. Con rocca e fuso, con rocca e fuso, con rocca e fuso lavorero'!

E il nano, detto fatto, si mise a filare la paglia velocissimo e appena le sue mani toccavano le pagliuzze, queste divenivano di puro oro zecchino. Quando fu giorno, il nano scomparve e subito dopo giunse il re.

Re: Bene, bene, ... brava Marta, visto che ti riesce cosi' facile vieni con me, ti portero' in un'altra stamberga, dove altra paglia ti aspetta. Ah, i patti sono sempre quelli: o tu fili la paglia entro domani mattina e la tramuti in oro, o ti faccio tagliare la testa!

La bella fanciulla ricomincio' a piangere, finhe' la porta si apri' e apparve di nuovo il nano...

Nano: Che cosa mi regali se la filo e la cambio, e la cambio in oro per te?

Marta: Ti posso dare il mio bell'anellino: se tu fili, se tu fili, se tu fili te la daro'!

Nano: D'accordo, affare fatto: qua l'anello. Con rocca e fuso, con rocca e fuso, con rocca e fuso lavorero'!

E il mattino dopo il re trovo' ancora delle belle matasse d'oro zecchino. Ormai preso dalla smania di ammucchiare oro, il re condusse Marta in una terza stamberga, letteralemente stracolma di paglia.

Re: Ecco, se tu riuscirai a filare per domani tutta questa paglia e a tramutarla in oro, non solo non ti faro' tagliare la testa, ma ti sposero' e diventerai regina.

Dopo che il re l'ebbe lasciata, Marta provo' da sola a filare: in fondo c'era riuscito anche il nano...

Ma per quanto il fuso girasse la paglia rimaneva sempre paglia. E meno male che verso sera arrivo' il nanetto...

Nano: Che cosa mi regali se ...?

Marta: No, guarda caro nano... non saprei proprio che cosa darti in cambio: non ho piu' niente!

Nano: Proprio niente? Nemmeno un paio di orecchini? ... E" grave!... Pero', fammi pensare un momento... Ecco, si', forse c'e' una soluzione. Quando sarai regina, mi darai il primo figlio che ti nascera'. Va bene?

La fanciulla promise, pur di avere salva la vita. E poi penso' che, se le fosse nato un principino... magari il nano non l'avrebbe saputo. D'altra parte , bisognava togliersi d'impaccio per il momento, poi... si sarebbe visto.

Cosi' durante la notte l'omino filo' la paglia e e la tramuto' in oro, e il giorno dopo, Marta ando' in sposa al re...

Passo' il tempo e, dopo un anno, alla corte nacque un ble principino. Ma, di li' a qualche giorno arrivo' il nano che aria disinvolta si presento' alla regina.

Marta: Oh, ciao nanetto. Come mai da queste parti?

Nano: Ciao, cara regina, sono venuto a prendere il tuo principino, come d'accordo.

Marta: Oh no! Oh no!

Nano: Oh si'! Oh si'!

Marta: Nano ti prego, prendi tutto quello che vuoi ma lasciami mio figlio!

Nano: No, no e poi no! Voglio il principino!

Tuttavia la regina tanto prego', che il nano alla fine disse:

Nano: Va bene, va bene. Ti do tre giorni di tempo: se in questi tre giorni riuscirai a sapere il mio nome, il bambino rimarra' con te. Altrimenti, me lo prendero' io!

Tutta la notte la regina non fece altro che scartabellare libri, alla ricerca di nomi strani...

Marta: Gaspero detto Pappalunga... Ubertone da Burbunbela, Alberto Moro da Fonrama... Belisario... Franceschetto il Rosso....

Mando' persino un messo per tutto il regno, per vedere di raccoglierne altri. E il giorno dopo quando venne il nano glieli sciorino' tutti in fila...

Marta: Ti chiami Toto' oppure Costanzo? Vercingetorige oppur solo Enzo? Forse Amedeo? Silverio? Carlino? Luciano, Gesi oppur Severino? No aspetta... ora capisco! Tu ti chiami solo Prisco! Pellegrino? Geronzio? Galdino? Coco'? Leoncavallo... Silvano... o ance Dede'? Bartolomeo?... Ma il tuo nome qual e'?

Nano: Non te lo dico! Ci vediamo domani, secondo giorno di prova!

Il giorno dopo la regina si era segnata una lista di nomi lunga cosi'... ma nemmeno questa volta indovino' il nome del nanetto. Il terzo giorno, proprio quando il nano stava per arrivare, ecco tornare il messo tutto trafelato.

Messo: Maesta'! Uh, che corsa! Questa mattina, all'alba, mi trovavo a passare per la vetta di una montagna e chi ti vedo?

Marta: Per carita', non tenermi sulle spine: chi hai visto?

Messo: Ho visto quello strano nanetto che da due giorni viene alla reggia: saltellava vicino a una casetta con il tetto di paglia, accanto ad un gran fuoco e intganto continuava a ripetere: "Nessuno lo sa! Nessuno lo sa! Io son Tremolino! Io son Tremotino!"

Marta: Ma, insomma! Diceva Tremolino o Tremotino?

Messo: A dir la verita' non ho capito bene...

La regina stava per perdere la pazienza, quand'eccoentrare il nano...

Nano: Allora, cara regina, ch nomi hai trovato per l'ultimo giorno? Non vedo l'ora di portarmi via il principino!

Marta: Mmh... che fretta hai! ... Ti chiami forse... Gelsomino?

Nano: Acqua!

Marta: Tremolino?...

Nano: Allora ti chiami Tremotino!

Nano: Fuoco! Fuoco! ... Fuoco e dannazione!!! Hai indovinato! Ma chi te l'ha detto? Il diavolo?

E il nano Tremotino pesto' tanto forte il piede a terra per la rabbia, che sfondo' il pavimento e si fece un male d'infermo!

Nano: Ahi! Ohi! ... Povero me...