I neandertalensi: sono solo i nostri cugini di "caverna" o un vicolo cieco nel processo evolutivo?

 

 LE CARATTERISTICHE DELL'UOMO DI NEANDERTAL

 

Nel 1913 Boule, antropologo francese, dopo ricerche effettuate su scheletri parziali e in particolare sui resti di un uomo di età compresa fra i 40 e i 50 anni, riportati in luce in una caverna presso il paesino di "La Chapelle aux saints" in Francia, inserì i neandertaliani in qualche punto della tassonomia compreso fra gli scimpanzé e l'uomo moderno. Le differenze esistenti fra i neandertaliani e gli uomini moderni conferivano all'uomo di neandertal un aspetto scimmiesco. Boule vedeva i neandertaliani come esseri un po' gobbi e dalle ginocchia un po' piegate e i piedi un po' ruotati in modo tale da avere la superficie di deambulazione sul margine esterno del piede anziché sulla pianta. Altri esperti, o non dissentirono dai giudizi di Boule, o li accettarono entusiasticamente. L'opinione di Boule, che vedeva nei neandertaliani un ramo aberrante dell'umanità, finì con l'imporsi.  Circa due decenni dopo, alcuni studi dimostrarono che la sua  teoria era sbagliata, in seguito al ritrovamento di altri fossili umani a Giava e in Cina. A questo punto alcuni antropologi rielaborarono una nuova teoria e inserirono i nendertaliani non fra uomini e scimmie, ma fra l'uomo moderno e l'Homo Erectus. In contrasto con l'opinione di Boule, i neandertaliani furono considerati una fase dell'evoluzione umana. Secondo le ipotesi più recenti i neandertaliani possono essere considerati come una sottospecie  all'interno della nostra specie: Homo sapiens nenderthalensis. Il cranio e lo scheletro dei Neandertaliani presentano un modello complessivo specifico. Messo a confronto col cranio dell'uomo moderno, il lungo cranio del neandertaliano è relativamente basso ma non eccezionalmente. Il cervello contenuto nel cranio era però, in media, leggermente più grande del cervello degli uomini moderni. Questo carattere anatomico è  indubbiamente connesso al fatto che la muscolatura dei Neandertaliani era più robusta di quella dell'uomo moderno: ciò non suggerisce alcuna differenza in capacità intellettuali o di comportamento. La parte facciale del cranio del Neandertaliano è unica. Una prominenza lungo la linea mediana rende il naso e i denti più sporgenti rispetto alla volta cranica di quanto non siano in alcun altro fossile umano, più antico o più recente. Le arcate zigomatiche sono inclinate all'indietro anziché essere ad angolo, come sono i crani moderni caratterizzati da zigomi alti. La fronte è sfuggente. La dentizione è tanto in avanti rispetto alla faccia che nella vista di profilo c'è una lacuna fra l'ultimo molare e il bordo del ramo ascendente della mandibola. La posizione notevolmente avanzata dei denti nel cranio del neandertaliano non ha ancora trovato una spiegazione; i denti laterali non erano più grandi di quelli dell'uomo moderno, i denti frontali erano un po' più grossi di quanto non siano di solito nell'uomo d'oggi, col risultato che l'arcata della parte frontale della mascella è più ampia e più aperta. C. Loring Brace, dell'università di Michigan, ha suggerito che i denti anteriori fossero usati regolarmente per qualcosa di più della comune attività di mordere i cibi: per esempio per tenere oggetti o forse per lavorare pelli di animali, in effetti la corona dei denti frontali di nendertaliani di età avanzata è usurata in modo da conferire ai denti stessi una forma insolitamente arrotondata. Secondo l'ipotesi di Brace, con la comparsa di utensili migliori nel Paleolitico superiore un tale uso dei denti frontali fu superato cosicché i denti frontali e le mascelle divennero più piccoli. Si può a questo punto affermare che la faccia del neandertaliano nel suo complesso era grande. La parte frontale della mascella superiore era massiccia. Per spiegare la parte facciale dei crani dei neandertaliani, molto grande e dal progmatismo assai spiccato, gli studiosi hanno invocato una varietà di cause, per lo più l'adattamento al clima freddo. Ad es. Carleton S Coon e altri hanno suggerito che la prominenza della parte mediana della faccia fosse un adattamento del genere. Le cavità nasali erano molto lontane dal cervello, assai sensibili alla temperatura, e al tempo stesso le grandi dimensioni delle cavità potrebbero aver avuto la funzione di fornire spazio in maggiore quantità per riscaldare l'aria inspirata. Probabilmente, la configurazione facciale unica dei neandertaliani potrebbe essere il risultato di una combinazione di fattori: un'interazione molto complessa di forze operanti a partire dall'apparato masticatore, una risposta a condizioni climatiche e una varietà di altri fattori finora indeterminati. L'individuazione di questi fattori è uno fra gli obiettivi delle ricerche attualmente effettuate sui neandertaliani. Oggi è chiaro che i neandertaliani avevano le medesime capacità posturali, abilità manuali e varietà e tipi di movimento degli uomini moderni. In effetti la teoria di Boule e di chi la condivideva era errata: i neandertaliani non erano meno umani dell'uomo moderno, e non è vero che la loro testa pendesse in avanti, che le loro ginocchia fossero piegate e che essi camminassero sul bordo esterno del piede. Boule fu indotto in errore per non aver riconosciuto un principio di artrite del neandertal della Chapelle-aux-Saints. La robustezza, intesa finora come caratteristica di primitività, rifletteva la grande potenza muscolare dei neandertaliani, ed è molto importante e curioso sapere che i segni di questa robustezza facevano la loro comparsa già molto presto nell'età infantile. A questo punto molti si porranno la seguente domanda: ma allora siamo o no diretti discendenti dell'uomo di neandertal? Sebbene le recenti teorie affermino che l'uomo di neandertal presenti molte caratteristiche in comune con l'uomo moderno tali da considerarli nostri cugini, molti sono scettici e continuano a credere che questa specie umana sia stata solo un vicolo cieco nel processo evolutivo.