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Hazlehurst, Mississippi, 8 Maggio
1911 - Greenwood, Mississippi, 16 Agosto 1938 .
Figura fondamentale nell'evoluzione stilistica del Blues, Robert
Johnson è l'artista più leggendario nella storia della musica del Delta."Forse, se
Elvis Presley non avesse inciso più nulla (dopo il periodo Sun Records, N.d.A.), se fosse
sparito dopo aver lasciato il piccolo studio per l'ultima volta, oggi sembrerebbe solo
un'immagine aggiornata di Robert Johnson, così puro e senza tempo". (Peter
Guralnick, in Rolling Stone: Illustrated History of R'n'R).
Perchè il paragone tra il più osannato mito della musica bianca e il povero Robert
Johnson? Perché anche Johnson è morto in circostanze misteriose un fatale 16 Agosto,
proprio come Elvis. La sua brevissima vita, la sua trasgressione, le scarse notizie della
sua biografia, la sua abilità nell'uso dello slide (sia con il classico collo di
bottiglia o con la lama di un coltello), il fraseggio puro e tagliente allo stesso tempo
dei suoi accordi ne fanno un personaggio unico, punto di riferimento non solo per le
generazioni a venire del Blues ma anche per artisti bianchi come i Rolling Stones che di "Love
in vain" ne fecero uno dei loro cavalli di battaglia, come Eric Clapton
che a "Crossroads" deve molto del suo successo come
chitarrista Blues e dell'albino Johnny Winter che in "Come on in my
kitchen" non fa certo credere che la sua pelle sia così bianca.
Soltanto 29 brani, incisi in due sessioni, ci ha lasciato l'errante bevitore e donnaiolo,
inseguito dai mariti infuriati delle donne corteggiate. Nel Blue Bonnet Hotel (altre fonti
citano il Gunter Hotel) di San Antonio alla fine del Novembre 1936 per la Vocalion
American Recording Corporation furono registrati sedici brani e a Dallas il 19 e 20 giugno
1937 i restanti tredici.
Durante i suoi peregrinaggi il 16 agosto 1938 Johnson venne ucciso in una squallida stanza
di un albergo di Greenwood, chissà se da una donna tradita, da un marito geloso o
intossicato dall'orrendo whisky clandestino. |