Prima di tutto è utile osservare alcune regole di base
nel di-sporre le piante:1) Devono avere tutte dimensioni diverse, diametri
ed altezze, mai due piante uguali vicine. 2) Non devono essere poste sulla
stessa linea, mai piante in fi-la. 3) Non devono esserci distanze regolari
tra le piante. 4) Le linee dei tronchi devono essere in armonia tra loro.
5) Meglio piante di stessa essenza, i boschi misti sono più dif-ficili da
armonizzare. 6) Valorizzare gli spazi. 7) Dare prospettiva (con le piante
più piccole dietro)e unità di ritmo (l'insieme ha una direzione prevalente)
8) Dare movimento alla superficie del terreno.Quando ci si accinge a comporre
un bosco di solito si usano piante che singolarmente non sarebbero apprezzabili,
ma è im-portante considerare la specie. Siano caducifoglie o conifere la
foglia piccola e la ramificazione abbondante e sottile danno la possibilità
di ottenere un effetto di maggior ampiezza della ve-duta. Con piante che
non riducono bene la foglia si può ottene-re un' immagine di gruppo, una
veduta parziale di bosco, non una d'insieme.Il numero delle piante può essere
dei più vari, da 5 in su, ma finché è basso meglio dispari. In estremo oriente
non è molto apprezzato il numero nove, composto di tre gruppi di tre, gene-ralmente
in arte non viene usato perchè l'ideogramma giappo-nese che lo rappresenta
si pronuncia allo stesso modo di quello che significa "dolore, sofferenza".
Tanto maggiore è il numero tanto minore l'importanza della singola pianta
e quindi che abbia caratteristiche di pregio. Nella foresta detta "casuale"
un gran numero di piante sono collocate molto vicine tra loro, ma rispettando
sempre un gioco di pieni e di vuoti per cui la linea frontale ha continue
rientran-ze ed in almeno un punto lascia spaziare lo sguardo fino al fon-do
del bosco. Le piante in questo caso dovranno formare più gruppi casuali
anche se molto vicini, e dovranno avere linee uniformi dei tronchi per non
contrastare tra loro.In questo tipo di bosco non si individua un albero
principale come invece nel caso si usi un minor numero di piante, ma un
gruppo principa-le. Una volta deciso il numero è necessario prepararle pulendo
il pane radicale più o meno a fondo a seconda della specie e della necessità
di avvicinare tra loro i tronchi.. Se sono molte meglio formare piccoli
gruppi legando tra loro i pani di terra ed in se-guito collocarli lasciando
tra loro spazi diseguali. Si possono creare, nella veduta d'insieme, una,
due o tre zone di piante se-parate da spazio aperto, ma è necessario mantenere
una armo-nia nel loro movimento.Ogni composizione deve avere un mo-vimento
, una linea visiva seguita da tutti gli elementi. Utiliz-zando poche piante
si procede invece collocando la pianta prin-cipale in primo piano , la più
alta e grossa, poi la secondaria, leggermente arretrata o lontana a formare
il secondo gruppo, la terza leggermente più distanziata e più piccola e
così via . Per ottenere una buona prospettiva altezze decrescenti verso
il fon-do e verso l'esterno del bosco . Ogni gruppo formerà con le chiome
un triangolo a sè e tutti insieme un triangolo più gran-de. Le piante che
danno la linea alla composizione sono dette alberi guida. Una volta sistemati
il principale , il secondario e gli alberi guida, si aggiungono gli addizionali
che fungono da complemento e riempimento di spazi. Decisa la sistemazione
si predispone il contenitore definitivo, vaso o lastra. Importante un buon
numero di fili di ancoraggio ,che nel caso della lastra saranno saldati
con mastici adatti. La scelta del terriccio deve tener conto della specie
usata e del fatto che le piante non do-vranno avere forti crescite. La composizione
di un bosco andrà fatta nella stagione più adatta al rinvaso poiché spesso
sono ne-cessarie notevoli potature radicali. Collocate e legate le piante
si ricopre con terriccio e si rifinisce con muschio a fibra corta e qualche
piccola erba o piantina di accompagnamento. Nel caso della lastra è necessario
predisporre un cordolo di terriccio molto aderente che contenga quello di
coltivazione , con lo stesso si ricopre tutta la superficie creando piccole
alture ed av-vallamenti o una piatta pianura , si rifinisce sempre con mu-schio.
Gli elementi di accompagnamento dovranno essere mi-nimi e poco appariscenti.
A questo punto si controlla la ramifi-cazione eliminando i rami superflui
, quelli verso l'interno o che si incrociano, e dando all'insieme della
chioma triangola-rità. Le dimensioni del contenitore devono essere tali
da la-sciare sempre uno spazio aperto su un lato e sul davanti. Lo spazio
vuoto è sempre la parte più importante, in ogni bonsai , ma soprattutto
nel bosco.Il rapporto tra spazio pieno e vuoto crea la sensazione dei grandi
spazi. Quindi con le dimensioni del contenitore si determina l'ampiezza
della veduta. Se da un lato i rami si protendono oltre il bordo del vaso
non ha impor-tanza , purché dall'altro ci sia lo spazio. Anche lo spessore
del terreno sulla lastra, così come l'altezza del vaso, influisce sull'aspetto
d'insieme e deve essere tento più sottile quanto più lo sono i tronchi.
Il colore del vaso può richiamare la situazione , anche blu se vuol suggerire
la presen-za dell'acqua, ma è più facile utilizzare i toni della terra.
MAGICO BOSCO Tra le ombre si sentono fruscii di foglie e rumori di acque
na-scoste, profumo di terra umida, di funghi, si immagina la mor-bidezza
dei muschi; tronchi dalle vecchie cortecce guidano lo sguardo verso l'alto,
verso la luce che filtra, verso il sole, ma dove il bosco si fa più folto
e più oscuro, potrebbero giocare silenziosi folletti. Questo è il bosco
delle favole e dei miti, il bosco della fantasia e dei sogni dove convivono
fate e streghe, tesori nascosti sotto le radici e paurosi esseri, ma è anche
un bosco dove a volte si vorrebbe andare a ritrovare qualcosa che non si
trova più nella vita quotidiana. Il bosco ha sempre una sua magia, e il
bonsaista cerca di trasferirne un pizzico nel suo piccolo bosco, per poter
ogni tanto passeggiare tra gli alberi e cercare di scorgere i folletti.
In natura ci sono molti tipi di bo-schi, boschi con caratteri diversi ed
ognuno può suscitare in colui che lo attraversa sensazioni particolari;
nei nostri boschi bonsai queste sensazioni dovremmo riuscire a ricreare.
Alcune semplici regole tecniche soprattutto legate alla prospettiva, aiutano
ad ottenere una buona struttura di base, ma poi sono l'osservazione attenta
della natura e delle sensazioni che comu-nica a creare il bosco. |