Avremmo voluto pubblicizzare
finalmente l'apertura del nuovo Centro
di Documentazione Sanitaria Internazionale nell'ospedale Ascalesi
che dopo sei mesi di incontri ed attività ha
ottenuto il riconoscimento ufficiale dell'Asl : un progetto sperimentale
che organizza l'accoglienza e l'orientamento all'interno della rete
dei servizi per gli immigrati ed i cittadini italiani in difficoltà
nei rapporti con il Servizio Sanitario Nazionale, una grande esperienza
innovativa all'interno della sanità regionale . .
Tuttavia un 'ennesima tragedia umana ci
costringe a denunciare la grave caduta d'attenzione verso le fasce
sociali disagiate ,
in un episodio dai numerosi lati poco chiari su cui sta indagando
la Procura .
Venerdì 6 dicembre una 32enne di nazionalità somala,
Hassan Kalif Hodan, è
deceduta dentro l'ospedale Ascalesi , dopo essere rimasta molte
ore- forse 26- all'interno dell'atrio del Pronto Soccorso ove si
era recata per farsi medicare delle ferite al capo.
Ci è stato riferito che "Genet"
questo il soprannome di Hassan, si era
presentata la sera di mercoledì 4 dicembre
al pronto soccorso del suddetto ospedale in stato confusionale e
con due
vistose ferite lacero - contuse, una al viso l'altra alla nuca.
Diceva di essersele procurate con una caduta accidentale (?!).e
dopo aver ricevuto la medicazione chirurgica era stata dimessa
Da quel momento la donna ,che secondo i sanitari era in stato di
ubriachezza , non si sarebbe mai allontanata dall'ospedale ,tanto
è vero che qualcuno la nota nel cortile dell'atrio l'indomani
mattina e le offre un cappuccino .
Il fatto certo è che dalle 17 alle 20 circa del giorno dopo
, la ragazza è ancora nel cortile e viene contattata da qualcuno
dei volontari del Centro di Documentazione .
La donna non sta bene , si distende su di una barella nel cortile
, a tratti non si capisce cosa dice , sembra che cerchi aiuto .
Viene sollecitato l'intervento dei sanitari del Pronto Soccorso
,che sminuiscono la cosa ( ..sta smaltendo la sbornia…) ma assicurano
che sarebbero intervenuti .
La donna muore nella notte di Venerdì sempre all?Ascalesi
dopo aver emesso sangue dalla bocca .
La versione ufficiale è che la " sbornia" avrebbe
provocato una pancreatite acuta .
Che problema c'è se muore una donna che si presenta sola
di notte al PS. con una storia strana ,una scura di pelle ,forse
ubriacona , che ha l'aria sbandata ?
Certo è strano morire in quel modo ,in ospedale dopo tante
ore di permanenza senza che figuri ricoverata ma chi volete che
se ne interessi di una Genet qualunque , immigrata da chissà
quale paese dell'Africa , con chissà quale storia oscura
alle spalle , che forse non troverà nessuno che la identifichi
da morta come non ha trovato nessuno che la cercasse da viva
E invece una rappresentante della comunità somala , avvertita
dalla rete , si reca in obitorio , la riconosce ed avverte la famiglia
Si scopre così che Hassan Kalif Hodan era stata vittima 6
anni prima di un terribile episodio di sequestro e stupro da parte
di alcuni "bravi giovani" di Sant'Antonio Abate .
Ci fu un processo ma naturalmente si risolse con una assoluzione
…
Questo fatto di terribile violenza sconvolse la mente della giovane
e trasformò la sua vita . perse il lavoro e si avviò
verso l'emarginazione .
Dopo sei anni questa brutta morte , con numerosi punti da chiarire
.
Come Genet sia morta sarà l'autopsia a
chiarirlo, se ci sono responsabilità lo deciderà il
magistrato che
ha già aperto un fascicolo sull'accaduto.
A noi invece interessa denunciare, al di là delle possibili
responsabilità dei singoli ,
il clima di distacco se non di aperta discriminazione che si respira
in questo paese ai danni di chi è portatore di un disagio
: anziani, senza fissa dimora, immigrati,
tossicodipandenti ,donne sole , disoccupati vengono progressivamente
espulsi dal diritto alla Salute per indifferenza ma anche per mancanza
di programmazione e di fondi.
Sarebbero necessari interventi mirati a creare siti di accoglienza
per i disadattati , case famiglia, aree dipartimentali per la dipendenza
( alcool, droghe , psicofarmaci), centri di mediazione culturale
per gli immigrati , una integrazione del rapporto ospedale servizi
sociali e territorio , ma tutto ciò significa investimenti
.
Non è possibile che tutto si riduca ad un giaciglio in un
angolo ove far smaltire la sbornia ai barboni .
Non è possibile che l'intervento nei settori del disagio
venga lasciato alla buona volontà di qualche "samaritano"!
Questo paese che si permette il lusso di partecipare a tutte le
guerre ,non ha mai soldi per politiche efficaci di integrazione
:la finanziaria del governo taglia ulteriormente la spesa sanitaria
e
coadiuvata dalla legge discriminatoria sull'immigrazione crea un
cocktail
esplosivo che nega diritti ai residenti e stralcia invece l'esistenza
degli
immigrati irregolari o in attesa di permesso:
Il caso già denunciato dal Forum di mancata emissione dei
codici sanitari STP dell'ASL 3 di Afragola, i
ripetuti rifiuti d'assistenza alle donne immigrate per problemi
ostetrico-
ginecologici dagli ospedali pertinenti di zona (discriminate due
volte
perchè immigrate e perchè donne!!) e non ultima la
morte di Genet descrivono le condizione disastrose nelle quali versa
la sanità e l' integrazione culturale.
Molta è la rabbia dei rappresentanti
della comunità somala di Napoli, che
sono stati vicino a Genet dal primo momento e hanno contattato sua
sorella
che lavora e vive a Roma, la quale sconvolta e arrabiata per la
notizia ci
ricordava della vicenda del '96 e sottolineava come i media si erano
interessati alla vicenda e di come l'avessero cancellata rapidamente.
Il Forum per il Diritto alla Salute da sempre
al fianco della rete
antirazzista in Campania, raccoglie l'invito a partecipare al corteo
contro
la Bossi-Fini, per la riapertura della sanatoria proposto da Immigrati
in
Movimento e propone di dedicare a Genet la manifestazione antirazzista
di
Sabato 21 dicembre a Napoli, piazza Garibaldi ore 10.
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