Il Senatore verde Francesco Martone ha presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro delle Attività produttive per chiedere al Governo "quali iniziative intende adottare affinché vengano sospese le attività di intermediazione sul finanziamento del progetto OCP da parte della Banca Nazionale del Lavoro BNL e affinche' venga garantito, nelle sedi internazionali opportune, in particolare dalle aziende italiane finanziatrici, l'autentico rispetto della legislazione a salvaguardia dell'ambiente ed il principio dell'inalienabilità dei territori indigeni."
Giunge così al Parlamento italiano la campagna contro l'Agip che fa parte di un
consorzio di imprese petrolifere che sta costruendo l'Oleodotto OCP nell'
Amazzonia equatoriana, con gravissimi rischi di un nuovo disastro ambientale.
Il senatore ecologista, gia' attivista della Campagna per la riforma della Banca
Mondiale e corrispondente per "il Manifesto" dell'insurrezione
indigena realizzata in Quito nel gennaio 2000, ha dichiarato che "secondo
informazioni non rese pubbliche dalla Banca, sembrerebbe che la BNL agisca come
"managing agent" di un prestito di 900 milioni di dollari emesso dalla
Westdeutsche Landesbank il 31 luglio 2001 in favore di un consorzio
internazionale che ha ottenuto la licenza di trasporto per venti anni e che è
composto dalle compagnie petrolifere: Alberta Energy Company Ltd (31.4%),
Repsol-YPF (25.69%), Perez Companc (15%), Occidental Petroleum (12.26%), Agip
(7.51%), Techint (4.12%) and
Kerr-McGee Corp (4.02%)."
Nell'interrogazione parlamentare si ricorda che "la maggior parte del
greggio trasportato proverrà dal Parco nazionale Yasuni, ultimo angolo vergine
del Parco nazionale più importante dell'Ecuador continentale, che è al tempo
stesso il territorio del popolo indigeno Huaorani".