Il comune di San Severo ha aderito ad Agenda 21, vale a dire a quel protocollo per il 21° secolo che impegna al rispetto di precise direttive di tutela ambientale, scaturite dalla conferenza mondiale tenutasi a RIO de Janeiro nel ‘92.

  Tale Agenda impegna i Paesi aderenti e quindi le comunità locali (carta di Aalborg) ad attuare misure concrete per ridurre l’inquinamento atmosferico, migliorare l’efficienza ed il risparmio energetico, tutelare le risorse naturali a partire dall’acqua, attuare misure per contenere il traffico automobilistico nelle Città,  incentivare produzioni rispettose delle risorse naturali e che non producono degrado ambientale (sviluppo sostenibile o modello compatibile).

  Per sviluppo sostenibile si intende lo sviluppo che soddisfa le necessità delle presenti generazioni senza compromettere le possibilità delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni. Sviluppo sostenibile significa anche migliorare la qualità della vita vivendo nei limiti della capacità di sostenibilità degli Ecosistemi.

Come si intuisce la materia è vasta e complessa; ci limiteremo perciò ad accennare ai punti del protocollo che riguardano :

l’agricoltura in rapporto alle variazioni climatiche;

la produzione di energia.

Diversi capitoli dell’Agenda sono dedicati all’agricoltura ed alle condizioni climatiche:

  cap.  9  “Protezione dell’atmosfera;

cap. 12 “Lotta alla desertificazione ed alla siccità;

cap. 14 “Promozione dello sviluppo agricolo e rurale durevole;

cap. 18 “Protezione delle risorse di acqua dolce e delle loro qualità;

Molti punti del protocollo insistono sul rafforzamento delle conoscenze, delle informazioni, delle osservazioni sistematiche delle zone soggette a siccità e desertificazione (come la nostra), per attuare strategie volte all’assistenza ed alla prevenzione delle zone a rischio.

In sostanza si raccomanda di indirizzare l’agricoltura, sulla base dei dati raccolti, verso una diversificazione delle colture meno dispendiose d’acqua, che necessitano di minori trattamenti chimici, verso la produzione di prodotti tipici (Biodiversità) puntando sulla qualità e quindi sull’agricoltura integrata, biologica, biodinamica, utilizzando tecniche tese al recupero delle acque.

La grave crisi idrica che la nostra realtà sta vivendo pone in primo piano il problema dell’acqua.

Nonostante i molti miliardi spesi per il risanamento del golfo di Manfredonia, dove arrivano quasi tutte le acque reflue della Capitanata, del Subappennino e del Gargano, i nostri depuratori non sono mai stati in grado di immettere nei vari canali e torrenti del territorio acque reflue utilizzabili per uso irriguo.

Ancora meno è stato fatto per utilizzare tutte le risorse disponibili sia sul nostro territorio che su quelli limitrofi (Molise, Campania). Infatti è da anni che si parla di utilizzare le risorse idriche della diga del Liscione in Molise o di mettere in funzione la diga di Campolattaro in Campania.

Quest’ultima potrebbe essere anche utilizzata come risorsa idroelettrica in quanto rispetto alla diga d’Occhito si trova ad una quota superiore di mt. 300 ed ad una distanza di soli 22 Km., oltretutto con costi relativamente alti.

Riguardo alla produzione di energia, in Italia vengono utilizzati quasi esclusivamente sistemi convenzionali alimentati con fossili(carbone), oli combustibili, gas, ecc., mentre poco si fa per promuovere forme di produzione ed uso dell’energia rispettose della salute e dell’ambiente, migliorando la qualità ambientale a livello locale e globale e favorendo l’occupazione.

Un  modo per produrre energia rispettando i concetti di Agenda 21 e dello sviluppo sostenibile è di utilizzare le tecnologie che sfruttano le fonti rinnovabili :

il fotovoltaico

l'eolico

Attualmente La Regione Puglia sta realizzando il Piano energetico Regionale. È indispensabile che la stesura di detto piano tenga conto della reale necessità di energia della nostra Regione e soprattutto che privilegi le fonti rinnovabili e la riconversione  degli impianti di produzione di energia  che attualmente utilizzano fonti altamente inquinanti (Cerano-Brindisi).

Le scelte che si stanno attualmente operando vanno in direzione opposta a quelle che sono le direttive dello sviluppo sostenibile e di Agenda 21, alla quale il Comune di San Severo ha aderito e per cui ha ricevuto i finanziamenti,.

Su terreni agricoli si vogliono realizzare da una parte un complesso di capannoni artigianali, dall’altra una megacentrale elettrica a turbogas.

Entrambe le costruzioni sono in contrasto con il Piano Regolatore, costituiscono un fortissimo impatto ambientale e non tengono conto dell’adeguata informazione che su tali questioni hanno diritto ad avere i cittadini (il capitolo 36 di Agenda 21 è interamente dedicato alla promozione dell’educazione, dell’informazione e della formazione e sensibilizzazione del pubblico).

Sembra, inoltre, che a pochi chilometri dal sito individuato per la costruzione della Centrale a Turbogas si voglia installare un inceneritore di rifiuti speciali.

La realizzazione di tali impianti provocherebbe seri guasti sanitari, ambientali ed economici e costituirebbero un macigno che condizionerebbe pesantemente il tipo di sviluppo della nostra realtà:

fra pochi anni ci potremmo trovare con gli stessi problemi di Manfredonia e di Brindisi.

Non si può affidare il nostro territorio a persone senza scrupoli che hanno l’unico obbiettivo di badare esclusivamente ai propri interessi economici, passando sulla testa di tutta la popolazione.

È necessario riappropriarsi del proprio “futuro” e non permettere lo stravolgimento di un territorio, la cui economia principe rimane l’agricoltura.

Le sollecitazioni al blocco delle procedure per la centrale termoelettrica, rivolte all’Amministrazione da parte di associazioni ambientaliste e sanitarie, da parte delle Confederazioni degli agricoltori, da parte dei comitati studenteschi, da parte del Vescovo, da parte di personaggi politici dei diversi schieramenti, nonché da parte dei cittadini (circa 8000 sono state le firme raccolte in un breve lasso di tempo),  atte a consentire una informazione   chiara  e completa sulla stessa, non hanno scalfito la volontà di procedere nella direzione intrapresa.

Pertanto si fa sempre più forte l’esigenza di indire una consultazione popolare (Referendum), strumento democratico, per dare voce, questa volta, alla volontà dei cittadini.