Capire e agire la globalizzazione....



I laboratori 2003


Laboratorio: "Facciamo Pace"

La proposta di questo laboratorio nasce da esigenze che si sono riscontrate nel corso di questi ultimi anni da parte di gruppi e di singole persone che, all’interno dei movimenti, in occasioni ‘particolari’, in situazioni difficili, impreviste o magari "annunciate", si sono chieste che fare, come agire, come comportarsi come dialogare con altri soggetti della galassia dei movimenti, come inventarsi forme nuove di azione/re-azione, come coinvolgere e comunicare con altri.

Un obiettivo iniziale che il laboratorio si propone è attivare un percorso di scambi, relazioni, confronti a partire dalla discussione su cosa si intende per azione non-violenta, una riflessione sui conflitti micro e macro, sulle guerre presenti note e ‘dimenticate’. Altri obiettivi sono: riflettere sulle modalità di espressione del dissenso, sperimentarsi in un training di formazione all’azione non-violenta, provare a fare uscire dal gruppo una proposta di un momento di azione e verificarne la praticabilità, verificare la possibilità che a Napoli si costituisca un gruppo che lavori in modo permanente e l’eventuale possibilità di collegamento con gruppi e persone per un confronto di esperienze.

Il percorso non vuole essere esclusivamente teorico e neppure esclusivamente metodologico-tecnico. Mescolare teoria e pratica e predisporre le ricadute sono finalità primarie dell’esperienza che si propone. E, soprattutto, vuole essere una ricerca e una sperimentazione comune, appunto un laboratorio.

Si richiede l’iscrizione entro la prima decade di marzo in modo da consentire l’organizzazione. Il laboratorio prevede la partecipazione di max 30 persone.






Proposte per un laboratorio su informazione e comunicazione

Quello della controllo dei media e della mancanza di libertà d’informazione è un tema di fondamentale importanza. Il controllo del mondo ed il perseguimento degli obiettivi di un piccolo numero di paesi ricchi e degli interessi dei principali gruppi economici privati passa ormai in maniera imprescindibile attraverso il controllo delle fonti d’informazione, la costruzione e l’imposizione a tutto il mondo di un solo punto di vista, un’unica cultura, un’estetica uniforme.
Il sistema mediatico è diventato in questo modo (ed il nostro paese è un ottimo esempio) uno strumento centrale dell'organizzazione del dominio. Ogni tentativo di liberazione deve perciò affrontare questo nodo.
Il nostro laboratorio vuole partire da questa consapevolezza ed ha due obiettivi principali:

1) Contribuire ad aumentare nei partecipanti il livello di conoscenza dei meccanismi di funzionamento dei media e, soprattutto, di consapevolezza critica nella loro fruizione, decodificazione ed utilizzo.
2) Essere uno spazio di confronto e "crescita" comune, in cui, iniziando a lavorare concretamente insieme, si possano elaborare ed iniziare ad attuare delle strategie di intervento "esterno" su questi temi.
Sono perciò già previsti:

Due/tre incontri teorici

  1. analisi delle concentrazioni proprietarie nel mondo dei media e del modo in cui le informazioni sono selezionate alla fonte (agenzie di stampa etc.) o a valle (decisione di cosa si pubblica o non si pubblica). Quest’incontro potrebbe essere tenuto da un qualsiasi giornalista informato e sensibile:

2) Analisi sulle tecniche di costruzione del consenso attraverso i media. Relatore Nick ?? , sociologo inglese che si è occupato in maniera specifica di questo tema (già contattato e disponibile).

Un laboratorio "pratico"

Progetto del laboratorio: Collegarsi con il gruppo napoletano che ha da poco iniziato a lavorare a Napoli su informazione e comunicazione. La prima attività di questo gruppo è stata collaborare al monitoraggio dei media sul tema della guerra che l’associazione Megachip sta svolgendo a livello nazionale. In particolare a Napoli si stanno monitorando i fogli gratuiti City e Leggo.

I partecipanti al laboratorio potrebbero partecipare a questa attività, con diverse possibili opzioni.

  1. Estendere il monitoraggio sulla guerra ad altri quotidiani
  2. Iniziare a monitorare altri argomenti. Migranti e Ambiente.

Un’altra possibilità è quella di iniziare a lavorare insieme su iniziative volte a sensibilizzare il maggior numero di persone, anche al di fuori del solito cerchio di attivisti, sull’importanza di un utilizzo ‘libero’ e consapevole dei media.



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