Libri
I MISERABILI

Il romanzo "I Miserabili", l'opera più famosa del grande scrittore francese Victor Hugo è probabilmente il libro ottocentesco in prosa più noto al mondo, seguito a ruota dal nostro intramontabile Manzoni con i suoi "Promessi Sposi". E' un intento arduo quello di descrivere in poche righe la maestosità delle vicende raccontate nei Miserabili e noi non ci proviamo neppure; quello che mi preme dire è quale sensazione ha lasciato in me la lettura di quest'opera, un lavoro verso cui i giovani non si rivolgono molto (sia per la scarsa media di lettori italiani, sia per la lunghezza "epopeica" dell'opera). Alla storia possono essere date molte interpretazioni; alla base di tutto troviamo il conflitto tra due opposte fazioni di vita, tra due uomini così diversi da ritenersi come il giorno e la notte, al centro di tutto leggiamo la vita dell'ex forzato Jean Valjean e quella del poliziotto Javert, intenzionato ad acciuffare Valjean per estirpare dal mondo un pericolo vagante. Jean Valjean è però un uomo nuovo, venerato come un santo da tutte le persone che ha aiutato e soprattutto padre di una bambina orfana, Cosetta, figlia di una prostituta morta "per colpa dello stesso Valjean". E' proprio il senso di colpa che agisce dietro alle vicende dell'ex forzato, senso di colpa profondo che gli è stato rivelato dal Vescovo Monsignor Myriel, il quale compra simbolicamente l'anima di Jean con dell'argenteria e due candelabri: "...avete promesso di usare questo denaro per diventare un uomo onesto". Ma per la società borghese un cane è sempre un cane e nessuno meglio di Valjean lo scoprirà; salvare la piccola Cosetta dalle grinfie della famiglia Thénardier, salvare la vita del signor Fauchelevent, salvare il povero Champmathieu, occuparsi di quella parte silenziosa di miserabili che la Francia nasconde nei piccoli vicoli bui, aiutare Mario a sopravvivere nelle barricate dei moti del 1832 e per ultimo, salvare la vita allo stesso Javert, non basta per cancellare agli occhi del mondo la macchia indelebile di essere stato un uomo che ha "osato" infrangere la legge. E d'altro canto, l'istinto del cacciatore Javert, dell'uomo che avrebbe imprigionato sua madre se gli si fosse messa contro, una vera e propria macchina per rendere giustizia è altrettanto affascinante. "Nessuno è al di sopra della legge!" - dice l'ispettore Javert ad un bel momento della storia; tutto però dipende a quale legge si riferisca, quella degli uomini o quella di Dio? Insomma questo libro non vuole fare della morale la sua cornice, ma come dice lo stesso Hugo: "... finché ci saranno sulla terra ignoranza e miseria, libri della natura di questo potranno non essere inutili" e credo che queste siano parole molto preziose.
 

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