TOTO'
SAN GIOVANNI DECOLLATO
Per la regia di Amleto Palermi, che non è certamente tra le migliori,
esce nel 1940 questo
film interpretato dal nostro grande Toto'.
E' alle prime armi nel cinema, è vero, ma è un'ottima
recluta.
La storia è semplicissima: Mastr'Agostino, è un portinaio
napoletano, abile ciabattino e devoto a san Giovanni Decollato. Le sue
preghiere, unite ad un'infinità di rumori, infastidiscono tutto
il vicinato e Concetta, la moglie bisbetica (una brava Titina De Filippo)
che lo accusano di disturbare il riposo e la quiete pubblica.
Processato, mastr'Agostino viene prosciolto per seminfermità
mentale e torna al suo lavoro ed al suo santo protettore.
Ma la sua tranquillità, a sua volta, viene guastata da don Peppino,
il guappo del quartiere, che vorrebbe imporgli come genero Orazio, il lampionaio.
La figlia del ciabattino, Serafina, invece è innamorata di
Giorgio, uno studente in giurisprudenza e fugge con lui in Sicilia a casa
dei futuri suoceri.
Agostino, per non sfigurare, viene spacciato per professore a riposo
e va a raggiungere insieme alla moglie, in Sicilia la figlia per consocere
i nuovi parenti.
Per avere una protezione divina, ed assicurata, si porta appresso l'immagine
di san Giovanni decollato.
Alla fine Serafina sposa Giorgio ma nel frattempo, nel bel mezzo della
cerimonia nuziale, la bisbetica moglie Concetta si morde la lingua e perde
la parola.
Quando riacquisterà la voce giurerà al marito che sarà
in futuro più tollerante.
Tutto qui ma la mimica e la carica esuberante di Toto' lo rende un
film piacevolissimo che ancora oggi, a distanza di 60 anni, i giovani soprattutto
ancora apprezzano e ridono alle tante battute del Principe.
ED A PROPOSITO DI BATTUTE:
La serva serve, soprattutto se è bona, servea, eccome! (Toto'
a Colori)
Io ho un domestico cretino , ma cosi' cretino che quando sbaglia gli
metto la multa, mi deve già 400.000 lire (Toto' Lascia o raddoppia).
I domestici sono nemici pagati, io il mio non lo pago per non offenderlo
(Signori si nasce).
La maggiore soddisfazione per un ladro è quella di morire da
maresciallo dei carabinieri (I due marescialli).
TOTO' POETA
'A STATUETTA
Comme è limpida sta fronte,
purcellana trasparente,
statuetta 'e Capemonte,
comm' 'o sole si' lucente!
E guardanno stu slendore
-marammè- mme so' abbaglaito.
S'è appicicato chistu core
e me songo annammurato.
'A CUNZEGNA
'A sera quanno 'o sole se nne trase
e dà 'a cunzegna 'a luna p''a nuttata,
lle dice dinto 'a recchia : < I' vaco 'a casa >
t'arraccumanno tutt''e 'nnammurate.
da 'A LIVELLA -Poesie napoletane
Fausto Fiorentino-Editore -Maggio 1966
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