L'IMMIGRAZIONE
MUSULMANA
La possibilità, dopo la sparuta manifestazione di Torino, che
il nostro Governo ha concesso alle donne musulmane presenti nel nostro
Paese di indossare il chador anche sulle fototessere di riconoscimento
(un quotidiano ha titolato "Il Governo cede: sì alle foto con il
chador sui documenti"), diversamente da quanto previsto persino negli stessi
paesi islamici, ripropone il problema dell'immigrazione musulmana in tutta
la sua gravità. Soprattutto se di considera il fatto che alcune
donne musulmane, in assenza della solidarietà delle femministe "nostrane"
(sempre pronte a gridare ad esempio al diritto d'aborto e non al diritto
di part time!), contestano l'uso del chador " una vergogna che un uomo
scenda in piazza per chiedere che le donne si velino il viso» - Sued
Benkhdin, marocchina, che lavora come consulente del ministero degli Esteri
- e che milioni di famiglie italiane (la
maggior parte cattoliche!) attendono ancora da parte del Governo un
concreto ed efficace sostegno economico (all'europea!) per concretizzare
il dettato costituzionale a favore della famiglia.
Recenti statistiche Istat, riportate dai mass media, dimostrano infatti
che la denatalità nel nostro Paese è ormai un dato costante
a vantaggio, invece, di una prolificità delle coppie di immigrati,
la maggior parte dei quali sono di religione islamica, che trovano orecchi
politici attenti alle loro esigenze, senza alcuna contropartita di reciprocità
per i cattolici residenti nei paesi islamici.
Pare comunque che, salvo rare eccezioni (es. Mons. Maggiolini, Badget
Bozzo, padre Betancourt, ecc.), pochi si stiano accorgendo del pericolo
che la nostra civiltà cristiana sta correndo, soprattutto in Italia
dove vive il Vicario di Cristo. Le prime avvisaglie si sono già
avvertite quando alcuni genitori musulmani hanno chiesto in una scuola
di Genova di eliminare i Crocifissi.
L'immigrazione islamica comporta necessariamente l'importazione dei
valori dell'Islam che trova nei fondamenti coranici il concetto che "tutti
gli altri", soprattutto gli appartenenti alle religioni del libro (cioè
cristiani ed ebrei), sono da considerare come nemici e devono essere trattati
di conseguenza. La solidarietà in campo musulmano esiste, per volontà
coranica, solo per gli appartenenti all'Islam, come hanno sperimentato
a loro spese i cristiani di Sarajevo i quali, mentre durante la guerra
provvedevano a distribuire gli aiuti anche ai musulmani, alla fine della
stessa sono stati retrocessi dai musulmani, ben più numerosi
di loro, a cittadini di serie B. Il loro amore verso il prossimo è
ben diverso da quello cristiano espresso ad esempio nella parabola del
Buon Samaritano che impone invece il dovere di solidarietà nei confronti
dei "veri bisognosi", senza distinzione di razza, lingua, religione. La
Parola di Dio espressa in altre parti della Bibbia prevede invece per i
lavativi ed i delinquenti (senza distinzione di razza, lingua e religione)
altri trattamenti "E infatti quando eravamo presso di voi, vi demmo
questa regola: chi non vuol lavorare neppure mangi." (Tess. 3,10)
- "Il violento deve essere punito, se lo risparmi, lo diventerà
ancora di più." (Pr. 19,19).
Per chi comunque volesse approfondire la differenza abissale tra la
religione cristiana e quella musulmana, considerata dal professor Besançon
la più lontana dalla nostra "Bisogna sapere innanzitutto cos'è
l'islam, e conoscere la sua teologia. Quando la si esamina da vicino, si
capisce che è molto più lontana dal cristianesimo delle altre
religioni. Perché l'islam nega in maniera molto forte i tre dogmi
fondamentali: la Trinità, l'Incarnazione e la Redenzione",
può leggere il libro "Gesù e Maometto" di Daniel Mariano.
Ciò che conta maggiormente, comunque, sono i fatti oggettivi
ed incontestabili della persecuzione che i cattolici subiscono nei paesi
islamici (Timor Est docet!) nei quali non possono minimamente professare
in pubblico la loro religione e neppure indossare, in maniera visibile,
oggetti sacri (figuriamoci a farsi fotografare per eventuali fototessere
con una croce bene in evidenza!). Trattamento ben diverso da quello attuato
per gli islamici che si recano in Europa liberissimi di professare pubblicamente
il loro credo, di ottenere la costruzione di moschee e di fare proseliti.
Secondo una certa documentazione, "Il vero volto dell'Immigrazione"
di Giuli Valli e "Il quarto livello" di Carlo Palermo, esiste una precisa
strategia tesa a favorire l'immigrazione musulmana in Europa per disgregare
i valori Occidentali costruiti sul
cristianesimo. Proseguendo su questo cammino i risultati non si faranno
attendere e per saggiarne la qualità basta recarsi nei paesi islamici
e professare pubblicamente la religione cattolica o le abitudini occidentali
(es. girare in minigonna o corteggiare le loro ragazze ecc.) per provarne
le conseguenze. Può anche essere utile leggere le recenti autobiografie
scritte dalle donne che hanno provato sulla loro pelle, tra il silenzio
delle femministe occidentali, i valori dell'Islam. Ciò che fu impossibile
a Lepanto, grazie anche alla preghiera del Santo Rosario, sta avvenendo
ai giorni nostri in maniera soft, ma capillare; grazie all'ignoranza dei
cristiani, alla
tolleranza e complicità di certe forze politiche occidentali.
L'allarme lanciato dal vescovo di Smirne, Mons. Bernardini, alla presenza
del Papa, durante il sinodo dei vescovi acquista quindi i contorni di un
sinistro presagio. Il vescovo ha citato «un
autorevole personaggio musulmano» che avrebbe detto ai suoi interlocutori
cristiani: «Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo,
grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo». E ha aggiunto:
«Il dominio è già cominciato con i petroldollari, usati
per costruire moschee e centri culturali nei paesi cristiani dell'immigrazione
islamica, compresa Roma. Come non vedere un chiaro programma di espansione
e di riconquista?». Il dialogo con l'Islam, secondo Bernardini, rischia
di risultare «un dialogo tra sordi». Ovviamente «bisogna
distinguere la minoranza fanatica dalla maggioranza tranquilla, ma questa,
ad un ordine dato in nome di Allah o del Corano, marcerà senza esitazioni».
Bernardini ha proposto la convocazione di «un Sinodo o un simposio
di vescovi» per affrontare il problema degli islamici nei paesi cristiani
e ha lanciato un monito: «Non si conceda mai ai musulmani una chiesa
cattolica per il loro culto, perché questo ai loro occhi è
la prova più certa della nostra apostasia».

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