Liceo Classico Racchetti di Crema - Comune di Pandino

Concorso di Poesia Brusabò: terza edizione

Nella sala degli affreschi del castello di Pandino si è svolta, il 27 settembre 2002, la premiazione delle migliori poesie scelte tra quelle pervenute alla giuria del "Concorso Brusabò", giunto alla sua terza edizione.
Le motivazioni delle poesie premiate sono state lette dal presidente della giuria, il professor Gianni Turchetta dell'Università degli Studi di Milano.
In questa occasione è stato presentato al pubblico l'opuscolo
Riflessi di fuoco in cui sono raccolte le poesie segnalate nelle due precedenti edizioni del concorso






I classificato: Poeta di Alessandra Aitini

II classificato: I Viaggi della memoria di Giorgia serena Cipelli

III classificato: Comune di Paola Vailati

Altre poesie segnalate dalla giuria



















Riflessi dorati, riflessi di fuoco
"Bella"l'estate!
L'estate del desiderio
di libertà, del desiderio
di indipendenza.
L'estate del desiderio
di uscire fuori
da questa gabbia di fuoco.
Voglio uscire
da questo inferno!
Riflessi dorati, riflessi di fuoco.
Maledetta l'estate!


Massimo Brusabò

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poeta

di Alessandra Aitini

dei suoi mille viaggi
a ingannare strade

la sola meta certa
il ritorno

in una lacrima
che affiora
dal canto della conchiglia
dolcissimo
di gemiti antichi
a lungo ignorati
e occultati

ma irriducibilmente
sopravissuti

(tra kamikaze macerie
carri armati e menzogna)

nelle sue
parole

Motivazione della giuria

Il testo di Alessandra Aitini, si fa notare anzitutto per la grande finezza, e il non comune equilibrio di toni, con cui i versi si distendono su una ritmica a prima vista leggermente dissonante, ma in realtà abbastanza armonizzata, a partire a una modulazione che privilegia misure base di 6 e 3 sillabe. Colpisce anche, e forse soprattutto, la capacità di adottare un linguaggio analogico arduo, di derivazione forse ermetica, ma allo stesso tempo di non dimenticare la realtà, a cui si allude forse anche per ricordare la funzione sociale del poeta. Il poeta, sembra dire Alessandra, ci parla ancora e sempre del nostro presente: ma al tempo stesso le sue parole arrivano ai nostri cuori perché sanno far risuonare in noi corde antiche, desideri e sofferenze che arrivano da lontanissimo, dai primi giorni della nostra infanzia, e forse anche dell’infanzia dell’umanità. Un piccolo messaggio, insomma: ma un messaggio forte, che si nutre di una profonda fiducia nello strumento della parola.

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I viaggi della memoria

di Giorgia Serena Cipelli

Quando la mente viaggia
scivola a ritroso nel tempo
ritrae linee di paesaggi
e scavando negli occhi del sognatore
rivive carezze e schiaffi
li perde nel presente
in un dipinto mai concluso

Quando il cuore viaggia
allora sì- è un'altra storia
son dolori e lacrime
tremiti della mano
mentre incido i ricordi
son sorrisi a occhi chiusi
e odi mai cancellati.

Fermo i viaggi della mia memoria
adesso
per tracciarne le forme
sulla tela della mia vita.

E aspetterò finché
colori e pennelli
avran perso brillantezza;
solo allora
li rivedrò uno ad uno
esperienze, parole, sogni
appena un po' scoloriti
dall'opacità degli anni.

Motivazione della giuria

Il testo di Giorgia Serena Cipelli, si sviluppa privilegiando un andamento discorsivo, apparentemente piano, ma in realtà tramato di rapide accensioni analogiche. Il suo tema dominante potrebbe essere sintetizzato nel classico “Ut pictura poësis”: infatti, in prima approssimazione, la memoria appare in questi versi come una dimensione pittorica, che però non smette di alimentarsi dalle brucianti esperienze dell’oggi. Ma d’altra parte la memoria si sovrappone e confonde con la fantasia, e vive di un’intensità emotiva profondamente ambivalente, in cui le sofferenze parrebbero dominanti, eppure sono sempre intrecciate con sentimenti dolci, con “carezze” e “sorrisi”. Tutto il discorso ha una grande delicatezza: una delicatezza, è il caso di dirlo, di tocco, vista la metafora dominante della pittura; ed è anche abile nel trattenersi sempre al di qua del patetico, pur non andando esente da qualche sospetto di maniera.

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Comune

di Paola Vailati

...E tento coscientemente,
tra una delusione ripagata dal disprezzo,
di convincermi a convivere
col ricordo che mi soffoca.

Motivazione della giuria

Il testo di Paola Vailati, consta di pochissimi versi, intensi nella loro scopertissima semplicità, e di grande energia. Probabilmente la loro caratteristica più marcata è l’assoluta mancanza di auto-indulgenza (un sentimento, al contrario, molto diffuso fra i poeti, esordienti e non solo), e la correlativa presenza di un non comune coraggio nel prendere di petto non solo le nostre sofferenze, ma anche quanto nei nostri sentimenti dolorosi è privo di riscatto, non ha bellezza morale, e forse confina col male, anche se cerchiamo di convincerci di stare sempre dalla parte della ragione. Il dolore può essere consolatorio: ma il disprezzo e la delusione no! Insomma, Paola ci dà un’immagine della memoria decisamente non conformista, e totalmente anti-idilliaca, anche anti-lirica, nel senso migliore del termine. Né dimenticherei l’originalità, proprio per l’esibita, e dunque provocatoria banalità (apparente banalità) del titolo: “COMUNE”. Siamo di fronte a una specie di epigramma, quasi a un aforisma: chissà se la giovane autrice saprà farne autentica poesia, se saprà trovare anche misure e ritmi. Per ora questi versi così efficaci sono anche (nel bene e nel male) molto prosastici: ma intanto dobbiamo ringraziare Paola anzitutto per il suo rifiuto di ogni consolazione. Come ha scritto Karl Marx: “La rinuncia alle illusioni è la rinuncia a una condizione che ha bisogno di illusioni”.

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altre poesie segnalate dalla giuria



i viaggi della memoria

di Marco Giani


Eccoci qua

dopo
attimi
riempiti da interminabili sospiri
sospiri
ripieni d cuori gocciolanti
goccie
lacrimanti desideri mai proferiti

Dopo
un tempo d'attesa
che fossilizza l'atto
e lascia fuggire solo l'amore

Eccola

Occhi grondanti bellezza
fuori da ogni fragile bicchiere
di questa povera mente
mistero zampillante novità
fuori da ogni sporco camino
di questo povero diavolo

Dopo
ormai è già qua
e ancora in viaggio
ancora lontano da lei

Il lento treno della memoria
è dolce e crudele
biglietto di sola andata
non ritorna mai
nelle mille stazioni
delle passate soste

E già sento
il fischio rauco
d'un più amaro treno
strappo sventratore

Memoria presente salvala
salvami

con le mani scarnificate
consumate del viaggiatore
ti imploro

rinato nella sua bellezza
morto nella sua sfuggevolezza
risorto nella tua carezza

tu che solo
hai sconfitto
l'rologio crudele di qesta torre

non lasciare scolorire
questi teneri colori
d'estate nascente

Segnalazione particolare della giuria:

Il testo n. 22, di Marco Giani, è scandito da ritorni anaforici, e anche da riprese in rima, che punteggiano un’intonazione di colorito espressionistico. Si tratta di un testo aspro, direi per programma, che mescola in maniera interessante il prosaico e il simbolico. Forse per questo Marco riesce a tenere a bada l’intonazione spesso alta, i toni di disperazione che trapassano nell’invocazione, e il costante dichiarato sospetto (a rischio di stereotipia) che il passare delle cose, e anche delle immagini della nostra memoria, sia senza rimedio. Credo che questo testo vada segnalato soprattutto per la ricerca, ancora acerba ma già ricca e ben delineata, di una musicalità, di un’armonia: e sia pure (ma questo è un merito) di un’armonia volutamente dissonante, con qualche sapore d’avanguardia, e al tempo stesso sempre molto comunicativa.

Una stanza buia

di Lara Manzoni

Una stanza buia. Disteso sul letto
un uomo solo la mente vuota
silenzio intorno

Poi voci rumori parole
irrompono nella stanza
immagini colori senzazioni
scorrono davanti agli occhi
chiusi. Sono i ricordi
i ricordi del passato
stretti ammucchiati imprigionati
da troppo tempo ormai

Credeva di averli rinchiusi bene
lontano, dimenticati per sempre.
Troppo doloroso conviverci ogni giorno.

Ma un attimo, una distrazione e
liberi incontrollati
si ribellano alla prigionia
fuggono dal passato
si ripresentano vivi
ancora intatti e vivaci
come tanto tempo fa.

Anni di impegno per allontanarli da sè
e in quell'attimo, in quella distrazione
tutta la fatica è un castello di sabbia

Inutile ogni tentativo di dominarli
si impongono, sono più forti,
vogliono vivere.

Vivere i ricordi è rivivere il passato
ed è questo che spaventa;
per questo vengono allontanati.
Ma i ricordi non possono vivere,
non possono far altro che essere ricordati
ciò che chiedono è
poter essere quello che sono
vivere nella memoria
di chi li ha vissuti.

Apre gli occhi
sorride
nel silenzio una luce.



Valore della memoria

di Gianni Guerini

Quando il prato non ha più colori
e sono alberi scheletri neri
nella mente, dei giorni migliori,
rifioriscon passati pensieri.

Mi rivedo bambino giocare
solitario su un letto di neve:
non voleva a null'altro pensare
il mio animo limpido e lieve.

Non vedevo il dolore a me accanto,
il candore che destava piacere
per altrui era fonte di pianto:

ricercava invano il desinare
l'usignolo col suo ventre affranto
che col canto ora so ricordare.

Nell'oasi che c'è in me

di Alice Merico

Ancora un minuto e poi parto.
La notte incombe, la luna chiama.
E' il tempo...
Infilo le ali ed il viaggio ha inizio.
Volo alto
verso gli occhi delle stelle e poi giù
in picchiata nel più profondo io.
Trovarmi non è facile
per scoprire chi sono cerco chi sono stata.
Mi sorride una bimba con le trece
che allegra si gira e rigira
a gonfiare la gonna di lino.
"io so chi sei..."
E tutto ricordo:
la felicità dell'innocenza
e la carezza di mia madre
che cancella ogni più piccola pena.
E poi...
E poi la confusione. Diventare grandi è infilarsi un paio d'ali
per fuggire lontano
Quanto durerà questa mestizia:
un anno una notte...
Preziosi ricordi sono chiusi a chiave nel mio cuore.
Mi regalo ancora un minuto
E poi ritorno..

Mi tenevi per mano

di Valeria Frustaci

Mi tenevi per mano
Mi osservavi fiorire

Vagando in sperduti pensieri
Avrei voluto stringerti forte

Ma qualcosa mi ha tolto
la libertà, la verità.

E ombre scure ti stringevano
Stavo vagando in sfumature

Che mi catturavano
Tienimi per mano, ma...

Ti sei persa giù nel mare
Scuro, il ritorno è duro.

Ma tenimi ancora, forte, per mano.


Tornò risvegliato arrossendo

di Maria Rosa Criniti

Come a ogni fine
la luna serena stanca
tornò
a cavalcare la collina rossastra,
mentre l'uomo
dalle parole asciutte
dal volto inesistente
sostava malinconico
assorto tra ricami d nuvole assonnate.

Intrepido e inconsapevole,
nella sua follia
guidava una povera zattera
verso un porto di incomprensioni.

E quando le nuvole ormai addormentate
sussurrarono alle sue orecchie
il fragile respiro della libertà,
risvegliato
non solcava più mari di dubbi,
ma alzato lo sgurado
sorrise alla luna
arrossendo
per quel tradimento benevolo.

Ricordo...

di Arianna Altomare

Ricordo la scorsa estate...
l'inverno del mio cuore
l'oblio totale delle mie parole,
l'oscurità dei miei occhi,
il gelido delle mie mani.
Chiusa nella prigione dell'amore,
degli sguardi e della poesia.
Paura di indifferenza,
terrore di silenzio
e voglia di verità.

Ricordo l'inferno del desiderio
il desiderio di parole,
parole d'amore,
il suo amore.

Ricordo la speranza di paradiso,
il sogno del nostro oblio,
la vogliadi ingenuità,
il desiderio di condividere i tocchi della vita,
consumando di sguardiil silenzio
per non sottometterci all'indifferenza,
catturando i riflessi del tempo
senza perdere secondi di oblio,
l'oblio della vita passata, presente e futura.

Vivo senza ricordo,
perchè il ricordo è la vita,
è l'inferno che continua,
è il desiderio che mi domina,
è la consapevolezza di non
poter raggiungere il futuro
del mio ricordo che mi consuma,
è la gelosia che mi logora,
è la vogliadi un futuro diverso
che mi comanda.

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