16 giugno pictures

Presents

 

 

A ridley scott film

 

 

 

Stephen king’s

L’Ultimo cavaliere

 

 

Sullo schermo nero appare questa scritta

L’uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì.

 

ESTERNO-DESERTO-GIORNO

Appare un sole rosso fuoco al centro dell’inquadratura.

La camera scende e appare IL PISTOLERO di spalle. Indossa pantaloni di tela grezza, una camicia e un gilè sopra. Tutti questi abiti sono sbiaditi e dall’aspetto molto vissuto. Si nota la fondina brillante e il calcio della pistola. Notiamo il pistolero sull’orlo di una conca visibile sullo sfondo. La mdp si avvicina senza mostrarci il volto del pistolero ma solo la conca e la città che vi si trova. La città è formata da tre strade parallele e una più larga perpendicolare a queste.

Un cartello mangiucchiato rivela il nome della città: TULL

 

ESTERNO-STRADE DI TULL-GIORNO

Al centro dell’inquadratura vediamo una costruzione in legno e sopra la porta un cartello ci specifica che quella è l’OSTERIA DI SHEB

 

INTERNO-OSTERIA DI SHEB-GIORNO

Il locale è pieno di uomini ubriachi con boccali di birra in mano

 

Voce

Ehi Sheb, suona qualcosa in memoria di quel mangiaerba!

Seconda voce

Sì, per augurare al vecchio Nort che il Diavolo abbia un giardino pieno di quella fottuta erba!

 

Ilarità generale. Al centro del locale, sopra due tavoli, è stato appoggiato il vecchio. Lo vediamo dall’alto con le mani congiunte sul petto e gli occhi chiusi. L’oste, Sheb, si mette al pianoforte. E’ anche lui ubriaco. Sullo sfondo vediamo il bancone con un solo uomo seduto che sembra disinteressarsi di quello che succede. Indossa una tunica nera e ha un cappuccio sulla testa. Al di là del bancone vediamo la barista.

 

Voce

(rivolta alla barista)

Allie, vieni a cantare con noi!

 

Allie non ha nessuna reazione. Il suo viso è rovinato da una cicatrice che ha in fronte. Nonostante l’aspetto trascurato si intravedono dei bei lineamenti.

 

UOMO IN NERO

Donna, cos’è questa animazione?

ALLIE

(continuando a riempire boccali)

E’ una veglia per Nort (indica con la testa il cadavere) Che cafoni, quando era vivo era il loro zimbello e lo resta anche ora che è morto.

UOMO IN NERO

Dell’altro whisky, per piacere

ALLIE

Prima voglio vedere di che colore è la tua moneta

 

L’Uomo in nero posa una moneta d’argento sul bancone.

 

ALLIE

Non ho resto per questa

 

L’Uomo in nero tace. Allie prende la moneta e versa il whisky.

 

ALLIE

Si ferma per molto qui?

UOMO IN NERO

(improvvisamente duro)

Non c’è tempo per futili chiacchiere. Qui è la Morte a farvi compagnia.

 

Allie lo guarda un po’ impaurita e un po’ sorpresa.

 

UOMO IN NERO

Volevi bene al vecchio e ora credi che sia chiuso all’Inferno in eterno, non è vero?

ALLIE

Sei ubriaco.

UOMO IN NERO

Mister Norton è morto come te e come chiunque altro qui dentro.

ALLIE

(impaurita)

Via da questo locale!

UOMO IN NERO

A suo tempo.

 

L’Uomo in nero si volta improvvisamente verso il centro del locale e si toglie il cappuccio. Tutti lo guardano terrorizzati e anche noi lo osserviamo in volto per la prima volta. Ha un viso magro e bianco. I suoi occhi sono spiritati, nerissimi e inquietanti

 

UOMO IN NERO

(ad alta voce)

Osservate questo prodigio!

 

L’Uomo in nero, sogghignando, si avvicina al tavolo dove giace il vecchio. Si ferma e improvvisamente sputa sulla fronte di Nort. Si sente una risata. La mdp inquadra Sheb al pianoforte. L’Uomo in nero si volta verso di lui e lo fulmina con lo sguardo. Sheb tace impaurito. La saliva intanto si diffonde sul viso del defunto fino al naso e poi fino al mento. L’Uomo in nero torna a guardare il cadavere e, sempre improvvisamente, salta, scavalcando il corpo e tocca terra dall’altra parte del tavolo con le mani. Con una piroetta torna in piedi e ripete ancora il salto. Al terzo salto il corpo di Nort ha un sussulto.

 

Voce

Che diavolo…

 

Alcuni escono dal locale terrorizzati. L’Uomo in nero si ferma e china indietro la testa emettendo un ululato terrificante. Ricomincia a saltare. Il corpo di Nort vibra sempre più. Tremano le mani e poi tutto il corpo. Lo vediamo dall’alto e d’un tratto i suoi occhi si aprono. Allie urla e corre su per le scale che portano al piano di sopra. Nel locale sono rimasti solo l’Uomo in nero e il redivivo Nort. Il vecchio piano piano si alza in piedi e si avvicina all’uscita del locale come uno zombie.

 

NORT

(molto lentamente e monotono)

Dio mi ha toccato. Non morirò più. Dovrei smettere di masticare l’erba ora… ma non ci riesco. Perché Dio non hai fatto in modo che non la volessi più?

 

Sentiamo le sue parole sempre più lontane a mano a mano che si allontana dal locale.

 

ESTERNO-STRADE DI TULL-NOTTE

 

Il Pistolero è inquadrato di spalle e sta entrando nella città. Dietro di lui c’è un mulo. Di colpo il Pistolero si ferma, guarda verso un vecchio che sta spostando fieno col forcone all’interno di un fienile.

 

PISTOLERO

Ehi, ho qui un mulo!

 

Il Pistolero lancia una moneta d’oro ai piedi dello stalliere.

 

Stalliere

Fin quando vuoi che lo custodisca?

PISTOLERO

Un paio di notti, forse più.

Stalliere

(raccogliendo la moneta)

Questa è d’oro e non ho resto da darti.

PISTOLERO

Non te l’ho chiesto.

Stalliere

(tra i denti)

Saranno soldi ottenuti col sangue…

PISTOLERO

Cosa hai detto?

Stalliere

Nulla, nulla

PISTOLERO

Dove trovo un ristorante?

Stalliere

Da Sheb, fa ottimi hamburgers e suona la pian0la.

 

Lo stalliere indica il locale di là dalla strada. Il Pistolero lascia il mulo allo stalliere e si avvicina al locale. Lo vediamo entrare di spalle.

 

INTERNO-OSTERIA DI SHEB-NOTTE

 

Sentiamo una musica di piano in sottofondo e un coro di voci che canta “Ehi Jude”. Con una soggettiva del Pistolero vediamo l’oste al piano e diamo un’occhiata al resto del locale. Gli occhi del Pistolero si soffermano poco sui vecchi ubriachi ai tavoli tranne che su uno di loro, addormentato… riconosciamo il vecchio Nort. Osservati dal Pistolero i vecchi smettono di cantare e lo fissano spaventati. Vediamo di nuovo il Pistolero di spalle che si avvicina al bancone dove Allie non lo sta osservando perché intenta a riempire boccali.

 

PISTOLERO

Vorrei degli hamburgers.

ALLIE

(alzando lo sguardo verso il Pistolero)

Certo!

 

A questo punto, con gli occhi di Allie, vediamo anche noi per la prima volta il volto del Pistolero. Ha un bel viso, vissuto ma non vecchio. Il suo sguardo è molto profondo. Allie resta un po’ a fissarlo.

 

PISTOLERO

Ne vorrei tre. Prima di domattina. E anche un po’ di birra.

ALLIE

Sono cinque dollari

 

Il Pistolero estrae un’altra moneta d’oro e la posa sul bancone. Da dietro la gente smette di cantare e si mette a fissarlo. Il Pistolero si gira e si trova a pochi centimetri dal viso il vecchio Nort di cui vediamo bene il coltellaccio appeso alla cintura.

 

PISTOLERO

Siediti vecchio!

 

Nort lo guarda fisso negli occhi poi si gira e torna lentamente al suo tavolo. Ricominciano i canti e ognuno torna alla sua attività.

 

ALLIE

Ecco la birra, ma non ho resto per il tuo oro.

PISTOLERO

E io non te l’ho chiesto.

 

Col boccale in mano il Pistolero si gira di nuovo e vede il vecchio Nort che dorme di nuovo sopra il tavolo.

 

PISTOLERO

(tra sé)

Puzza d’erba canina. Dovrebbe essere già morto da un pezzo.

 

Nort alza di colpo la testa e apre gli occhi vitrei.

 

NORT

GOLD PLEASE. GOLD TO A POOR MAN.

 

Il Pistolero resta visibilmente allibito. Estrae dal taschino un pezzo d’oro e lo lancia al vecchio che se lo prende con avidità. Mentre il vecchio accarezza gelosamente la moneta qualcuno, spaventato, comincia ad andarsene.

 

ALLIE

Complimenti, mi hai fatto scappare i clienti.

PISTOLERO

Chi è il vecchio?

ALLIE

Nort non aveva mai parlato in quello strano modo.

PISTOLERO

Sono in cerca di un uomo. Tu devi conoscerlo!

ALLIE

Sai quanto costo.

 

Il Pistolero la osserva. Il suo sguardo si sofferma sulla cicatrice.

 

ALLIE

(offesa, quasi in lacrime)

C’è bisogno che mi guardi con tanto disprezzo?

PISTOLERO

(imbarazzato)

Non volevo…

ALLIE

Sì, lo dicono tutti. Nessuno vuole mai.

(inizia a piangere)

PISTOLERO

Spegni le luci e chiudi il locale.

 

Allie spegne le luci del locale che nel frattempo si è svuotato. Prende per mano il Pistolero e lo porta al piano di sopra.

 

INTERNO-STANZA-GIORNO

Troviamo Allie e il Pistolero sul letto sfatto. Hanno appena fatto l’amore.

 

ALLIE

Il vecchio Nort è morto. Dio l’ha toccato. Guidava un carro per il letame. Cominciò prima a bere poi passò all’erba. Era arrivato al punto che la masticava.

 

Il Pistolero ascolta attentamente

 

ALLIE

L’ho visto morire. Aveva le luci dell’Inferno impresse negli occhi. Eppure sorrideva. Puzzava di sudiciume e di quella schifezza che masticava. Ha vomitato una roba nera mista a sangue ed è morto con quel ghigno.

PISTOLERO

Dimmi dell’Uomo in nero.

ALLIE

Vuoi proprio sentire di lui?

PISTOLERO

ALLIE

E va bene. Nessuno si accorse del suo arrivo ma io sì. L’avevo notato con quel cappuccio in testa…

 

Dissolvenza. Allie continua a parlare ma la sua voce è sempre più lontana e non sentiamo più quello che dice. L’immagine torna sul letto e ritroviamo i due come li avevamo lasciati. Il racconto di Allie è terminato.

 

PISTOLERO

E’ tutto?

ALLIE

PISTOLERO

(Dopo un po’ di silenzio)

Dovrei partire domattina. Avrà sicuramente preparato una trappola per me.

ALLIE

No, non andare!

PISTOLERO

Non so. Hai una cartina della regione a sud di qui?

ALLIE

A che ti serve? A sud c’è solo il deserto.

PISTOLERO

E a sud del deserto?

ALLIE

Come faccio a saperlo? Non ho mai visto nessuno che volesse attraversarlo.

 

Il Pistolero si alza dal letto.

 

ALLIE

Dove vai?

PISTOLERO

Dallo stalliere. Lui saprà dirmi qualcosa.

ALLIE

Stai attento. Nemmeno lui sa distinguere se le cose che dice sono vere o inventate.

 

Il Pistolero esce. Noi restiamo in camera con Allie che si alza e va a lavarsi la faccia che notiamo essere rigata di lacrime. Il suo viso, però, non sembra triste ma sereno.

 

ESTERNO-DI FRONTE AL FIENILE-GIORNO

 

Ci appare improvvisamente in primo piano il volto dello stalliere. Sdentato, bruciato dal sole e pieno di piaghe sulla pelle. L’inquadratura si allarga e da una finestra sopra il fienile si vede una bambina che osserva curiosa. Allargandosi ancora un po’ l’inquadratura capiamo chi guarda la bambina: il Pistolero che è di fronte allo stalliere.

 

Stalliere

Lo accudisco. Era un po’ che non vedevo un mulo. Un tempo era pieno ma… IL MONDO VA AVANTI!

 

All’udire queste parole il Pistolero guarda sorpreso lo stalliere.

 

Stalliere

(giratosi verso la bambina)

Guarda che le prendi! Entra subito dentro!

(rivolto di nuovo al pistolero non accorgendosi che la bambina è già risbucata)

Ha un Demone. L’Ultima Era è vicina, c’è scritto nel Libro: “I figli non ubbidiranno ai genitori”

 

Il Pistolero annuisce e si volta verso il deserto indicandolo.

 

PISTOLERO

Cosa c’è dopo il deserto?

Stalliere

Fino a 50 anni fa la corriera ne percorreva un tratto. Me lo raccontava il mio vecchio. Lui diceva che c’erano dei monti, altri un oceano pieno di creature mostruose, altri ancora dicono che c’è una luce accecante e la faccia di Dio che non aspetta altro che inghiottire chi passa da quelle parti.

(fa una breve pausa)

Quello che ha guarito Nort è andato proprio in quella direzione.

 

Il Pistolero lo ascolta interessato

 

Stalliere

Resti ancora un po’?

PISTOLERO

Credo di sì

Stalliere

(tra sé abbozzando un sorriso)

Quella Allie sa essere carina quando vuole

PISTOLERO

Hai detto qualcosa?

Stalliere

No, signore. Nemmeno una parola.

(voltandosi di nuovo verso la bambina)

Stavolta le prendi, quanto è vero Dio!!!

 

Il Pistolero ha già iniziato ad allontanarsi.

 

INTERNO-LUOGO DI CULTO-GIORNO

 

Vediamo dei ceri, calici, un organo. Sentiamo un coro che canta un brano religioso:

Coro

…radunarci al fiume che scorre

lungo il regno di Dio…

 

Ora è inquadrata la gente seduta. Riconosciamo lo stalliere, l’oste Sheb e altri diversi volti già incontrati dentro l’osteria. Manca Allie. Sovrapposta al coro sentiamo la sua voce

 

Voce di Allie

Io non ci vado. Quella donna, Sylvia Pittston, predica una religione piena di veleno!

 

Sylvia Pittston appare in primo piano al termine di queste parole. Il coro ha smesso di cantare. Ha una faccia enorme e le guance già rosse senza neppure aver iniziato a parlare.

 

Sylvia Pittston

Fratelli e sorelle in Cristo.

 

Cala il silenzio più assoluto. Ora vediamo il Pistolero nell’ultimo posto in fondo col cappello fra le mani.

 

Sylvia Pittston

Oggi parleremo di un argomento molto importante…l’Intrigante!

 

La gente sembra impaurirsi all’udire queste parole.

 

Sylvia Pittston

E’ come se conoscessi tutti i personaggi della Bibbia. Sono stata con Mosè quando ricevette le tavole; ho navigato nell’arca con Noè e ho pianto con Maria ai piedi della croce. Solo uno io temo. E’ uno che trama nell’ombra… è l’Intrigante!

 

Le donne si portano una mano in bocca a soffocare un urlo.

 

Sylvia Pittston

Colui che disse a Caino di uccidere suo fratello e che si presentò ad Eva con le sembianze di una serpe!

 

Gli uomini annuiscono

 

Uomo

Gesù…

Sylvia Pittston

Lui ha tentato Nostro Signore…

Uomo

Mio Salvatore…

Sylvia Pittston

L’Intrigante tornerà quando sarà calata l’ultima era. E’ vicino, non ve ne accorgete?

 

La gente è completamente rapita dalle sue parole. L’uomo che invocava il Signore è davanti a Sylvia Pittston ora.

 

Uomo

Ho peccato! Ho fornicato… ho giocato d’azzardo… mi sono fatto d’erba…

 

Sylvia scende dal palchetto su cui stava predicando e gli prende la testa fra le mani.

 

Sylvia Pittston

Chi era con te mentre peccavi?

Uomo

L’Intrigante!

Sylvia Pittston

Lo ripudi?

Uomo

Sì, sì mio Salvatore!

Sylvia Pittston

Credi nell’amore di Gesù?

Uomo

Cazzo, certo che sì!

Sylvia Pittston

Allora sarai perdonato!

Uomo

(commosso)

Lode a Dio!

Sylvia Pittston

(rivolta a tutti gli altri)

E voi lo ripudiate?

Coro

Sì!

Sylvia Pittston

E allora… lodato Dio!

 

Il canto corale parte di nuovo. Vediamo di nuovo il Pistolero che, col suo cappello sempre in mano, si alza e se ne va.

 

ESTERNO-DI FRONTE ALLA BARACCA DI SYLVIA PITTSTON-GIORNO

 

La mdp inquadra una grossa croce di legno appesa alla porta. Dei topi si allontanano mentre il Pistolero si avvicina. Bussa. Dopo un po’ d’attesa bussa di nuovo. Niente. Il Pistolero si allontana dalla porta e con un calcio l’abbatte. Da fuori vediamo l’imponente figura di Sylvia Pittston seduta in una sedia a dondolo. I due si osservano per un po’ , poi il Pistolero entra.

 

INTERNO-BARACCA DI SYLVIA PITTSTON-GIORNO

 

Sylvia Pittston

Non riuscirai mai a prenderlo. E’ stato qui. (accennando un sorriso) Nel mio letto. Ti ho visto ieri nel tempio sacro.

PISTOLERO

Perché ha risuscitato il mangiaerba?

Sylvia Pittston

Ha detto che è un angelo del Signore. (Il Pistolero sorride) E ha detto che tu sei l’Anticristo! (il Pistolero scuote la testa) Lui mi ha reso madre. Aspetto un figlio da un angelo!

PISTOLERO

Posso liberarti da quel demonio.

 

Sylvia Pittston strabuzza gli occhi spaventata

 

Sylvia Pittston

Non mi toccare. Lascia stare la sposa del Signore.

 

Il Pistolero di scatto immobilizza la donna e le appoggia una mano nel ventre.

 

Sylvia Pittston

No! No! No!

PISTOLERO

Cosa c’è dopo il deserto?

Sylvia Pittston

Non te lo dico.

PISTOLERO

(massaggiandole il ventre con la mano)

Dimmelo!

Sylvia Pittston

(dolorante)

Ah! Montagne. Si fermerà sull’altro versante a riposare… o a meditare?... sì mi pare abbia detto meditare. Ah!

 

Il Pistolero lascia la donna e si volta per andarsene

 

Sylvia Pittston

Hai ucciso il mio angelo. Vattene!

PISTOLERO

(ormai nel punto dove c’era stata la porta)

Nessun bambino. Nessun angelo. Nessun demone.

 

ESTERNO-STRADE DI TULL-NOTTE

 

Vediamo il Pistolero e sopra di lui un cielo nero illuminato ogni tanto da qualche lampo. Le sbarre alle finestre ci indicano che si prepara una tempesta. Seguiamo il pistolero avvicinarsi all’osteria di Sheb.

 

INTERNO-OSTERIA DI SHEB-NOTTE

 

L’osteria è deserta. Con una soggettiva del Pistolero osserviamo tutti i tavoli con dei boccali lasciati a metà e le carte sparpagliate. Il Pistolero va dietro al bancone e riempie la sua bisaccia di mais e carne cruda. Prima di uscire lascia 4 monete d’oro sul bancone.

 

ESTERNO-STRADE DI TULL-NOTTE

 

Mentre il Pistolero cammina al centro della strada, sentiamo un urlo agghiacciante. Il Pistolero si volta e vede le porte delle abitazioni aprirsi quasi all’unisono. La strada si rianima velocemente di tutta la popolazione di Tull. Qualcuno ha in mano un pezzo di legno, altri un coltello. Vediamo in primo piano volti già visti dentro l’osteria, lo stalliere e infine Allie, tenuta stretta dall’oste Sheb.

 

ALLIE

Mi hanno presa. Non sparare, non sparare…

 

Il Pistolero, con una velocità impressionante, estrae le pistole dalle fondine e inizia a sparare tra la folla. Tra i primi a cadere a terra vediamo Allie e Sheb.

 

Prima voce

E’ Satana! A morte!

Seconda voce

Uccidiamo l’Intrigante!

Prima voce

Sì, l’Anticristo è tra noi!

 

Il Pistolero, indietreggiando mentre continua a sparare, riesce ad entrare in quella che identifichiamo subito come la bottega del barbiere.

 

INTERNO-BOTTEGA DEL BARBIERE-NOTTE

 

La folla inferocita si avvicina all’entrata. Vediamo che il Pistolero ha scaricato le pistole e mentre le ricarica riceve un pezzo di legno in testa che lo fa cadere. Riesce a ricaricare le pistole e, da terra, ricomincia a sparare.

 

Voce di Sylvia Pittston

Eccolo l’assassino d’infanti! Osservate il piede caprino!

 

La folla si allarga per far spazio a Sylvia Pittston che ora vediamo avvicinarsi all’entrata della bottega. Ha in mano una grossa croce di legno. Appena entra dentro il locale, il Pistolero, che nel frattempo si è rialzato, spara prima contro la croce e poi in testa alla predicatrice che cade pesantemente all’indietro. Per un attimo tutti restano immobili. Il Pistolero ricarica di nuovo le pistole. I pochi uomini rimasti in vita, con gli occhi spalancati da invasati, si buttano sul Pistolero che in pochi secondi li uccide tutti. Il Pistolero, sanguinante alla fronte, esce in strada, dove vediamo i cadaveri degli abitanti di Tull. Lancia un’occhiata verso il cadavere di Allie e poi si volta verso il deserto, illuminato dai lampi. Sembra davvero minaccioso. Torniamo dentro la bottega dove, tra gli altri, giace Sylvia Pittston con un buco in fronte. La mdp si avvicina prima al suo volto e poi al suo occhio destro dove vediamo apparire il volto ghignante dell’Uomo in nero.

 

ESTERNO-DESERTO-GIORNO

 

Siamo in pieno deserto. In lontananza si comincia a scorgere leggermente il profilo delle montagne. Il Pistolero è stremato. Barcolla. Si ferma e crolla in ginocchio. Appoggia le mani sulla sabbia. Vediamo un paio di gocce di sangue scendergli dalla bocca. Alza la testa e ora osserviamo l’orizzonte con la sua vista annebbiata. In lontananza si scorgono due costruzioni vicine. Il Pistolero, con molta difficoltà, si rialza in piedi. Stacco. Lo ritroviamo ad un centinaio di metri dalle costruzioni. Sono costruzioni in legno, rose dal tempo. Una sembra una stalla, l’altra una casa o una locanda. Il sole sta tramontando e tutto è intriso di arancione-rosso. Di fronte alla casa notiamo la sagoma di un uomo seduto.

 

PISTOLERO

(con un fil di voce)

Ti ho trovato alla fine…

 

Estrae le pistole con molta lentezza

 

PISTOLERO

Sei sotto tiro. Non mi sfuggi.

 

Ora il Pistolero è più vicino e si vede chiaramente che quello seduto non è l’Uomo in nero ma un ragazzo coi capelli biondi, un paio di jeans con una toppa su un ginocchio e una camicia marrone. Ha uno sguardo quasi assente. Il Pistolero ripone le pistole e, dopo due passi barcollanti, cade a terra e vediamo la sabbia coi suoi occhi e poi tutto diventa nero.

 

INTERNO-STAZIONE NEL DESERTO-GIORNO

 

Vediamo ancora con gli occhi del Pistolero che si stanno riaprendo. Compare il volto del ragazzo. E’ giovane, non avrà 20 anni. E’ accovacciato vicina a lui che è steso supino. Gli versa da bere acqua in un barattolo di latta. Il Pistolero beve con avidità.

 

Ragazzo

Hai fame?

PISTOLERO

Per ora no… ho un mal di testa terribile. Chi sei tu?

Ragazzo

Sono John Chambers, ma puoi chiamarmi Jake. Ho pensato che volessi spararmi.

PISTOLERO

Pensavo che fossi un altro.

JAKE

Chi, il prete?

 

Il Pistolero spalanca gli occhi.

 

PISTOLERO

A chi ti riferisci?

JAKE

Il prete. Una notte è arrivato ed è andato nell’aia. Io ero in casa ma sono uscito perché non mi piaceva per niente. Ho pensato di nascondermi anche al tuo arrivo… la gente m’incasina.

PISTOLERO

Aveva una tunica e un cappuccio?

JAKE

PISTOLERO

Da quanto tempo se n’è andato? Non ti farò del male, dimmelo.

JAKE

Non lo so. Qui tutti i giorni sono uguali.

PISTOLERO

Prova a pensare. Una settimana, due, tre?

JAKE

Sì una… o due. Pensavo che fosse il fantasma di un prete. Non ha mai bevuto e non ha mai acceso un fuoco. Mi faceva una gran paura. Poi, una notte, com’è arrivato è andato via.

PISTOLERO

Cos’hai da mangiare?

JAKE

Carne cruda.

PISTOLERO

Ottimo.

 

Jake va nell’altra stanza a prendere la carne. Il Pistolero si mette a sedere sul letto. Jake torna con la carne.

 

PISTOLERO

Da dove vieni, Jake?

JAKE

Non lo so…cioè, lo sapevo…ma ora non lo so più. E’ come quando ti svegli dopo un incubo.

PISTOLERO

Chi ti ha portato qui?

JAKE

Nessuno. Ero qui. So che è illogico ma è così. Non ho chiesto io di essere qui!

PISTOLERO

Cosa ricordi?

JAKE

Poco e senza alcun senso.

PISTOLERO

A trovare il senso ci penso io. Tu racconta.

JAKE

Mi ricordo di un posto, prima di questo. Con case altissime e un grande patio con una statua enorme di una donna con un libro in una mano e una torcia nell’altra. Ah, e una corona in testa.

PISTOLERO

E’ una tua invenzione?

JAKE

No… non lo so…ricordo scatole in cui si entra per percorrere le strade, molte erano gialle. E ricordo statue che vendevano vestiti… (Il Pistolero è molto attento al racconto di Jake) Andavo a scuola a piedi, con una cartella marrone e… una cravatta!

PISTOLERO

Una cosa?

JAKE

Non lo so. So solo che mi viene in mente questa parola. Poi non mi ricordo nient’altro.

PISTOLERO

Allora ti aiuto io.

 

Il Pistolero estrae una cartuccia dal cinturone e comincia a farla rotolare fra le dita. La cartuccia scompare e riappare. Jake all’inizio sembra divertito dal giochetto ma piano piano le sue palpebre cominciano ad abbassarsi fino a chiudersi in un sonno profondo.

 

PISTOLERO

Cos’altro ricordi, Jake?

JAKE

(con voce monotona)

Mi trovo in strada.(Vediamo Jake su un marciapiede molto affollato. Indossa gli stessi abiti che ha ora, solo puliti. Sullo sfondo vediamo, in un’isola vicino alla costa, la statua della donna di cui parlava: la statua della libertà!) Vedo le statue che vendono vestiti, credo che si chiamino…”manichini”…(Jake si ferma davanti alla vetrina di un negozio d’abbigliamento)arrivo ad un incrocio e mi fermo. Passano tante di quelle scatole che si chiamano “auto”.(Vediamo e sentiamo il traffico all’incrocio) Fanno un gran rumore. Vedo un braccio con la coda dell’occhio…(la voce di Jake si fa più agitata e notiamo tra la gente che aspetta di poter attraversare la strada un braccio che cerca di raggiungere il ragazzo) Mi spinge. Mentre cado vedo un uomo in un’auto col cappello blu e una donna anziana dall’altra parte della strada che grida. Ha un cappello nero con la veletta.(noi vediamo tutto questo in una ripresa rallentata e muta) L’auto dell’uomo col cappello blu è sempre più vicina. Ha schiacciato la mia cartella. Sento un grande stridore. (lo stridore interrompe la ripresa rallentata e muta) Tra la gente vedo un uomo con una tonaca nera e dice di essere un prete, di lasciarlo passare. (noi vediamo la tunica nera tra la folla ma non il suo volto). Ora è tutto nero… (nero. Torniamo su Jake ipnotizzato)

PISTOLERO

Jake! Jake! Vuoi ricordarti questo quando ti svegli?

JAKE

No! No!

PISTOLERO

Adesso dormi. Sdraiati e dormi. Al tuo risveglio non ricorderai nulla.

 

ESTERNO-STAZIONE NEL DESERTO-GIORNO

 

Il Pistolero esamina la seconda costruzione che capiamo essere una pompa di benzina. Osserva e sembra non capire a cosa possano servire quegli strani tubi.

 

INTERNO-STAZIONE NEL DESERTO-SERA

 

Primo piano del volto di Jake che si sta svegliando. Le parti si sono invertite: ora è il Pistolero a sedere accanto a lui disteso.

PISTOLERO

Dobbiamo parlare.

(Jake intanto si mette  a sedere vicino al Pistolero)

Avrai capito che sto cercando l’uomo che hai visto.

JAKE

Lo vuoi uccidere?

PISTOLERO

Non lo so. Deve dirmi una cosa. Deve farmi arrivare in un posto.

JAKE

Dove?

PISTOLERO

Devo cercare una torre, e tu verrai con me. Raccogli quanto è rimasto di carne e grano.

JAKE

Pochissimo.

PISTOLERO

C’è una cantina?

JAKE

Credo di sì. Ho trovato un anello nel pavimento ma non sono mai sceso per paura che la scala cedesse e mi fosse toccato restare per sempre in quel buco puzzolente. A proposito… sono contento di non averti ucciso col forcone mentre dormivi.

PISTOLERO

Di cosa hai paura?

JAKE

Dell’Uomo in nero, che domande… è cattivo, vero?

PISTOLERO

Dipende da che parte stai tu. Andiamo a dormire dai.

JAKE

Posso dormire nella stalla con te?

PISTOLERO

Certo.

 

Jake guarda il Pistolero con ammirazione. Nero.

 

INTERNO-CANTINA-GIORNO

 

Nero. Vediamo, da dentro la cantina, la botola alzarsi e la luce entrare. Il Pistolero e Jake hanno aperto il passaggio. Il Pistolero ha in mano una lampada. Solo lui scende. La cantina è piena di ragnatele e di ragni. Vediamo delle mensole illuminate dalla lampada. Ci sono dei barattoli con fagioli e altri legumi. Il Pistolero ne prende alcuni e li passa a Jake in cime alla scala. Dopo che quest’operazione si è ripetuta per tre volte, il pavimento comincia a tremare. Molti barattoli cadono e si rompono. Con la lampada del Pistolero vediamo delle crepe formarsi in un muro e della sabbia uscire dalle crepe.

 

JAKE

Mio Dio! Vieni su!

PISTOLERO

Vattene!

JAKE

Torna su!

 

Il Pistolero posa la mano sul calcio della pistola. Nella parete si è formato un buco grande poco più di un pugno.

 

PISTOLERO

(rivolto al buco)

Chi sei?

 

Nessuna risposta.

 

PISTOLERO

WHO ARE YOU, DEVIL? TALK TO ME, IF YOU WANT. MY TIME IS SHORT!

Voce di Allie

Vai piano sulle montagne, Pistolero. Mentre tu viaggi col ragazzo, l’Uomo in nero viaggia con la tua anima in tasca.

PISTOLERO

Allie? Cosa intendi dire?

 

Nessuna risposta. Il pavimento trema ancora. Il Pistolero infila il braccio dentro al buco nel muro e lo vediamo tirare con forza. Estrae qualcosa di bianco. E’ una mandibola, coi denti disordinatamente inclinati. Il Pistolero osserva la mandibola e poi sale la scala. Nel momento in cui chiude la botola, il pavimento smette di tremare.

 

JAKE

Pensavo che ti avesse preso!

PISTOLERO

Eccomi qui!

 

Jake abbraccia il Pistolero.

 

JAKE

Che cos’era?

PISTOLERO

Un Demone parlante. Andiamo via di qui e non torniamoci più.

 

ESTERNO-DESERTO-GIORNO

Vediamo il Pistolero e Jake che si allontanano dalla stazione nel deserto. Hanno borse e otri. Ad un tratto Jake si volta verso la stazione.

 

JAKE

Addio!

 

Ora vediamo la distanza che li separa dalle montagne a confronto delle quali sono molto piccoli. Stacco.

 

ESTERNO-DESERTO-SERA

 

Li ritroviamo più vicini alle montagne. Sono davvero imponenti. Si intravedono dei sentieri. Jake sta bevendo e d’un tratto indica un punto nella montagna davanti a loro. Seguiamo il suo dito e vediamo un puntino nero che sta salendo.

 

JAKE

E’ lui?

PISTOLERO

Sì. Lo prenderemo sull’altro versante.

JAKE

Cosa c’è sull’altro versante?

PISTOLERO

Non lo so. Non credo ci sia qualcuno che lo sappia… non più almeno.

 

ESTERNO-PENDICI DELLE MONTAGNE-NOTTE

 

PISTOLERO

Ci accamperemo qui per stanotte. Prepariamo il fuoco, mangeremo quel coniglio che ho preso poco fa.

 

Vediamo il fuoco ardere. Jake e il Pistolero mangiano la carne del coniglio arrostita. Si sente solo il rumore del fuoco che scoppietta. Stacco. Ora i due stanno dormendo, il fuoco è quasi spento ma ci permette di vederli ancora, anche grazie alla luna piena. Il Pistolero apre gli occhi improvvisamente. Si guarda intorno. Non c’è Jake. Intorno al posto dove si sono accampati ci sono dei salici. Il Pistolero trova le impronte di Jake e le segue trai salici. Si trova davanti un cerchio di rocce alte, con al centro una tavola di pietra poggiata su un blocco di basalto. Sembra un antico altare. Dentro il cerchio c’è Jake. Sta tremando.

 

PISTOLERO

Jake!

JAKE

Nnnnnnnnn…

 

Emette in continuazione questo ronzio. I suoi occhi sono completamente bianchi. Il Pistolero estrae la mandibola da una tasca ed entra nel cerchio di pietre. Si avvicina a Jake con la mandibola protesa in avanti. Il ragazzo indietreggia. Il Pistolero si avvicina e lo afferra con un braccio mentre con l’altro gli mette la mandibola a pochi centimetri dagli occhi. Jake sviene fra le braccia del Pistolero che lo porta fuori dal cerchio. Stacco. Il Pistolero e Jake sono di nuovo nel punto dove si erano accampati. Jake dorme, il Pistolero lo sta legando ad un grosso masso con una corda. Jake si sveglia.

 

JAKE

Perché mi hai legato? Mica voglio scappare!

PISTOLERO

Invece l’hai fatto. Nel sonno. Ti sono dovuto venire a riprendere.

 

Il Pistolero prende la mandibola e la porta davanti al viso di Jake coma ha fatto prima. Il ragazzo, d’istinto, si ripara gli occhi con il braccio.

 

PISTOLERO

Ci credi ora? Beh, io devo andare. Non so quando tornerò.

JAKE

Vuoi abbandonarmi?

PISTOLERO

No… penso di no. Voglio che resti qui e se senti qualche sensazione strana, prendi quest’osso e tienilo stretto tra le mani. E’ importante, hai capito?

JAKE

(con aria interrogativa)

Sì.

 

Il Pistolero prende un sacchetto e ne estrae una pillola bianca.

 

JAKE

Cos’è?

PISTOLERO

(abbozzando un sorriso)

La pietra filosofale. Il mio maestro raccontava che gli antichi Dei pisciavano nel deserto producendo messalina. E’ una droga. Mi terrà sveglio più del solito.

JAKE

Come l’LSD?

PISTOLERO

Non lo so… penso di sì.

JAKE

Ti farà male?

PISTOLERO

Non me ne ha mai fatto.

 

Il Pistolero si mette la pillola sulla lingua e la manda giù con dell’acqua presa da un otre. Si alza.

 

PISTOLERO

Ora devo proprio andare. Ricordati la mandibola!

 

Jake annuisce. Stacco. Siamo di nuovo dentro il cerchio di rocce col Pistolero. Osserva gli alberi all’esterno. Coi suoi occhi vediamo che cambiano forma: un drago, uno scheletro… Improvvisamente arriva una folata di vento, si può vedere perché è bianca e brilla nella notte. Si avvolge attorno al corpo del Pistolero. Assume le sembianze di una donna indefinita che vibra nell’aria.

 

PISTOLERO

Qual è la tua profezia, Oracolo?

 

Il Pistolero è steso in terra. L’Oracolo galleggia sopra di lui.

 

ORACOLO

(con voce femminile, molto calda)

Amami. Ti prego, non essere freddo con me. E’ già abbastanza gelido qui… Abbi un po’ di pietà, Pistolero!

PISTOLERO

Tu ne avresti per il ragazzo?

ORACOLO

Quale ragazzo? Non ne conosco e non ho bisogno di giovincelli. Ho bisogno che tu mi offra un carnale tumulto.

 

L’Oracolo sfiora in continuazione il corpo del Pistolero.

 

PISTOLERO

(seccamente)

Dopo. Ora voglio sentire la profezia.

ORACOLO

Allora… dormi!

 

Il Pistolero chiude gli occhi. Vediamo l’azzurro di un cielo sereno.

 

ORACOLO

3 è il numero del tuo fato (compare una nuvola a forma di 3). Il numero mistico che si trova nel cuore del mantra.

PISTOLERO

3 cosa?

ORACOLO

La profezia è oscura… Il primo è giovane. E’ immerso tra rapine e delitti ed è infestato da un Demone che si chiama Eroina! (la nuvola cambia forma e si trasforma in un demone con le corna)

PISTOLERO

Non lo conosco. Di che si tratta?

ORACOLO

Ci sono altri mondi e altri Demoni, Pistolero.

PISTOLERO

E il secondo?

ORACOLO

Viene su due ruote.(la nuvola assume la forma di una ruota) Ha una mente di ferro ma gli occhi e il cuore soffici.

PISTOLERO

E il terzo?

ORACOLO

E’ in catene. (la ruota diventa gli anelli di una catena)

PISTOLERO

Dov’è l’Uomo in nero?

ORACOLO

Vicino. Parlerete. (la catena diventa un teschio)

PISTOLERO

Di cosa?

ORACOLO

Della Torre. (il teschio diventa un’alta torre)

PISTOLERO

E Jake? Dimmi di lui.

ORACOLO

Il ragazzo è la via per l’Uomo in nero. L’Uomo in nero è la via per i tre. I tre sono la via per la Torre Nera.

PISTOLERO

Come? In che modo?

ORACOLO

La profezia è oscura… ma ricordati che esistono essere che si nutrono di sangue, anche di quello dei giovinetti!

PISTOLERO

Come posso risparmiarlo?

ORACOLO

Rinuncia alla tua impresa.

PISTOLERO

Sono votato per le pistole di mio padre e il tradimento di Marten.

ORACOLO

Marten non vive più. L’Uomo in nero ha divorato la sua anima.

PISTOLERO

Ho giurato.

ORACOLO

Allora sei senza speranza.

PISTOLERO

Adesso prenditi quello che ti spetta, porca!

 

ESTERNO-PENDICI DELLE MONTAGNE- TRAMONTO

 

Il Pistolero è tornato da Jake. E’ passato quasi un giorno. Il luogo d’accampamento è immerso nell’arancione del tramonto. Il Pistolero slega Jake. Zoppica e rischia di cadere più volte.

 

JAKE

Ehi, tu stai male!

PISTOLERO

Sono solo stanco. Quella ora puoi gettarla via. (indica la mandibola) Stanotte dormiamo qui, domani cominceremo la salita. Prepara il fuoco.

 

Stacco. Li ritroviamo che mangiano carne arrostita.

 

JAKE

Perché sono qui?

PISTOLERO

Ti ha attirato l’Uomo in nero. E’ per via della Torre.

JAKE

Quale Torre?

PISTOLERO

Una Torre che si trova in corrispondenza di una sorta di nodo di poteri.

JAKE

Non capisco.

PISTOLERO

Neanche io, ma è successo qualcosa, nel mio tempo. Noi siamo soliti dire “il mondo è andato avanti”, ma ora si muove troppo in fretta. E’ accaduto qualcosa al tempo.

 

(silenzio)

 

JAKE

Qual è il tuo nome, Pistolero?

PISTOLERO

Roland di Gilead.

JAKE

Com’ è il posto da dove vieni, Roland?

ROLAND

E’ un posto che non esiste più. Hai mai sentito nominare la Bibbia?

JAKE

Gesù, Mosè… anche Ulisse mi sembra, sì.

ROLAND

Gilead si trovava in una terra chiamata “la nuova Canaan”. Non c’erano grappoli grossi così ma era un paese sereno. Era bellissimo.

JAKE

E gli altri abitanti dove sono ora?

ROLAND

Non c’è nessun altro. Io sono l’ultimo.

JAKE

Raccontami la tua storia, ti va?

ROLAND

Va bene, ma brevemente. Dobbiamo andare a dormire, domani sarà dura!

 

ESTERNO-PRATO FIORITO-GIORNO

 

Siamo in un prato verde pieno di fiori. Si sente il cinguettare degli uccellini. In lontananza si scorge un fiume. Vediamo comparire un ragazzo, avrà più o meno l’età di Jake.

 

Ragazzo

Siete pronti, Cuthbert?

 

Ecco Cuthbert, un altro ragazzo della stessa età. Appollaiato sul suo braccio c’è un falco. E’ incappucciato. Dietro di loro, un po’ più lontano, c’è un uomo che li osserva. Indossa dei calzoni di pelle e una camicia verde. Ha nelle mani una gabbia con dentro una colomba.

 

Cuthbert

Prontissimi, non è vero David? (rivolto al falco)

 

Nel momento in cui Cuthbert finisce di parlare, l’uomo solleva la gabbia e apre lo sportello. La colomba esce e si alza in volo. Vediamo Cuthbert sorpreso da questo gesto ed esitante. Toglie il cappuccio al falco che si lancia verso il cielo molto più velocemente della colomba. L’uomo si avvicina a Cuthbert e lo colpisce con un pugno sull’orecchio destro che lo fa cadere a terra.

 

Uomo

Sei stato troppo lento!

Cuthbert

Scusa Cort, è solo che…

 

Cort lo colpisce di nuovo. Cuthbert è a terra sanguinante.

 

CORT

Esprimiti nella lingua Eccelsa! Pentiti nella lingua di quella civiltà per la quale uomini mille volte migliori di te sono morti, stupido verme!

 

Cuthbert è in lacrime. Si rialza in piedi. Guarda Cort con odio. A osservare la scena c’è l’altro ragazzo.

 

Cuthbert

I’M SORRY! I FORGOT MY FATHER’S FACE. I HOPE TO TAKE HIS GUN, ONE DAY.

CORT

Ben detto. Rifletterai sul tuo errore e ti farà compagnia la fame. Niente cena e niente colazione per te!

Ragazzo

Ehi, osservate! (indica verso il cielo)

 

Il falco e la colomba sono giunti a contatto. Dopo una breve lotta la colomba comincia a cadere e arriva a terra morta. Il falco scende e si posa vicino alla colomba. Il ragazzo si avvicina tentando di mettere il cappuccio al falco, ma prima di riuscirci viene beccato ad un braccio. Il ragazzo, col falco in braccio, si riavvicina agli altri due.

 

CORT

Cos’è questa, Roland?

(indica la ferita sanguinante nel braccio. Dunque il ragazzo è il giovane Roland)

ROLAND

Mi ha beccato.

CORT

I falchi non hanno certo paura di te, sono i pistoleri di Dio.

 

I due si guardano intensamente. Dietro Cort c’è Cuthbert che fa una linguaccia alle spalle del maestro. Roland riesce a stento a trattenere il sorriso.

 

CORT

Ora tornate dentro. E tu (rivolto a Cuthbert) ricordati di osservare il digiuno.

Cuthbert

Sì, Cort. Grazie per la lezione di oggi.

CORT

Stai imparando. La tua lingua invece non ha ancora imparato a starsene al suo posto mentre il tuo istruttore è girato di spalle, ma imparerà presto. (colpisce di nuovo Cuthbert, stavolta in mezzo agli occhi)

Cuthbert

(dolorante)

Come hai fatto a vedermi?

CORT

L’ho visto riflesso nei suoi occhi. (indica Roland)

Cuthbert

I’M SORRY!...

CORT

Sì, sì, basta fesserie. Ora andate.

 

I due ragazzi si allontanano dal maestro.

 

Cuthbert

(sottovoce)

Prma o poi l’ammazzo quello stronzo!

ROLAND

No. Né tu né io! Puoi cenare con me, conosce il capocuoco, Hax, ci darà qualcosa e non lo riferirà a Cort.

Cuthbert

Anche perché, se lo facesse, scoprirei come ti appare il mondo appeso a testa in giù…

 

I due si allontanano ridendo.

 

INTERNO-CUCINE-GIORNO

 

All’interno del palazzo. Davanti alla porta delle cucine, lo capiamo dalla presenza del capocuoco sulla porta. E’ di colore, pieno di ferite in faccia. Ha un occhio tumefatto. Ha indosso il classico abbigliamento del cuoco, bianco col cappello. Seduti in terra vediamo Roland e Cuthbert che mangiano con le mani dei pezzi di carne. Arriva un uomo in divisa da militare che si dirige verso Hax il cuoco.

 

CUTHBERT

(sottovoce a Roland)

Ehi, arriva una Guardia.

Guardia

(rivolta al cuoco)

Hax il cuoco?

Hax

Sì, sono io.

Guardia

Ho un messaggio per te.

Hax

(rivolto ai ragazzi)

Vi ho lasciato due fette di torta sopra il tavolo. Prendetele e andate via.

 

I ragazzi entrano in cucina ed escono con i pezzi di torta in mano. Si allontanano ma appena girano l’angolo del corridoio davanti alle cucine, si fermano ad ascoltare la conversazione che seguiamo vedendo i loro volti. Si capisce poco. Dei rumori coprono buona parte dei discorsi.

 

Voce della Guardia

… ordini del “Buono”…

Voce di Hax

…a Farson, dunque!

Voce della Guardia

Sì, fra due settimane, tre al massimo. Devi venire con noi. Un carico proveniente dallo scalo merci… (rumori) … carne avvelenata.

Voce di Hax

Sarà molto pericoloso.

Voce della Guardia

Non devi chiedere cosa può fare “il Buono” per te, ma cosa puoi fare tu per lui.

 

I due ragazzi ascoltano con occhi sempre più grandi. Ora i rumori sono diminuiti e sentono meglio.

 

Voce di Hax

Conosco le mie responsabilità e sono devoto al “Buono” anche più di te!

Voce della Guardia

Immagazzinerai la carne segnata per un breve periodo. Devi stare attento, chiaro?

Voce di Hax

Ma ci saranno bambini a Farson…

Voce della Guardia

Certo, come dappertutto. Sono proprio loro che stanno a cuore al “Buono”…

Voce di Hax

E se ne prende cura con la carne avvelenata?

Voce della Guardia

Per loro sarà come addormentarsi… e poi questo non deve interessarti! Preferisci che i bambini siano sottomessi alla legge del fucile quando possono trovarsi tra le mani di Colui che è Eterna Misericordia?

 

Hax tace. I due si allontanano, non li sentiamo più. Roland e Cuthbert si guardano increduli. Escono dall’angolo. Roland guarda in direzione di dove si trovava Hax prima di allontanarsi con la Guardia. Il suo sguardo è carico di rabbia.

 

INTERNO- STANZA INTERNA-NOTTE

 

Ci sono Roland e un altro uomo. L’uomo indossa un paio di jeans neri e una camicia blu.

 

ROLAND

Sì, padre. Sono certissimo che fosse il capocuoco Hax.

Padre di Roland

Incredibile! Ecco che si spiega la ferrovia fatta saltare in montagna, il bestiame morto a Hendrickson e tutto il resto. (guarda negli occhi Roland) C’era Cuthbert con te?

ROLAND

Sì, padre.

Padre di Roland

Allora anche suo padre saprà ora. E pensare che vi ha sfamati entrambi… (scuote la testa) Perché me lo hai riferito?

ROLAND

8guarda il padre come se la domando fosse delle più sciocche)

Non potevo non farlo. Si tratta di un tradimento e…

Padre di Roland

(zittendolo con un gesto della mano)

Ah, se ti ha mosso un ideale da libro scolastico allora era meglio che tutta Farson morisse avvelenata!

ROLAND

(indignato)

Non è così! E’ che voglio vederli morti, quei traditori! Hanno cambiato qualcosa in me e li vorrei uccidere per questo!

Padre di Roland

(sorridendo)

Quel Cort farà di te un uomo formidabile!

 

Roland è spazientito. Nei suoi occhi vediamo molta rabbia.

 

Padre di Roland

Sai che Hax sarà portato a Col della Forca?

ROLAND

Sì, e voglio esserci per vederlo crepare.

Padre di Roland

(dopo una breve risata)

Non so sei più  formidabile o stupido… e sia!

 

Si volta e se ne va verso la porta dove vediamo che lo aspetta un uomo girato di spalle.

 

ROLAND

Padre!

Padre di Roland

(rigiratosi)

Sì?

ROLAND

Tu sai di cosa parlavano? Sai chi è “il Buono”?

Padre di Roland

Penso di sì.

ROLAND

Vorrei uccidere anche lui, così non ci sarebbe più nessuno da dover impiccare.

Padre di Roland

(dopo aver fatto un sorriso)

Già, forse per un po’ di tempo, poi le impiccagioni ricomincerebbero. E’ il popolo che le vuole e se non c’è un traditore il popolo se lo inventa.

ROLAND

Uccidilo tu che lo conosci…

Padre di Roland

(tornato serio)

No! Ora vai a dormire!

ROLAND

Buona notte, padre.

Padre di Roland

Buona notte, figlio.

 

Il padre di Roland esce e se ne va, seguito dall’uomo che l’aspettava fuori della stanza.

 

ESTERNO-COL DELLA FORCA-GIORNO

 

Vediamo dal basso il colle con il patibolo che si erge verso il cielo. Sentiamo lo scalpitare degli zoccoli di un cavallo. Prima di vederli, riconosciamo le voci di Roland e Cuthbert che percorrono il sentiero in primo piano.

 

Cuthbert

Chissà perché Cort vuole che mettiamo questi pezzi di pane sotto i piedi di quel traditore…

ROLAND

Facciamolo e basta. Se lo dice lui è così che va fatto.

 

Stacco. Siamo in cima al colle. Il patibolo è pieno di corvi: sulla trave, sugli scalini e sulla botola.

 

ROLAND

Saliamo!

Cuthbert

(guardandosi attorno)

Credi che possiamo?

ROLAND

Siamo in anticipo di 3 ore. Non arriverà nessuno.

Cuthbert

(non troppo convinto)

Va bene.

 

I due salgono adagio gli scalini. I corvi, gracchiando, lasciano libero il passaggio. Roland appare eccitato mentre Cuthbert continua a guardarsi attorno spaventato e si ferma dopo due gradini.

 

Cuthbert

Roland, io non penso che ce la farò ad assistere all’esecuzione.

ROLAND

Sì che ce la farai! Abbiamo una lezione importante da imparare oggi.

Cuthbert

Ma non chiuderò occhio stanotte!

ROLAND

Vorrà dire che per una notte rimarrai sveglio.

Cuthbert

Non saliamo… abbiamo già visto abbastanza.

 

Roland sorride e scende, non prima di aver staccato una scheggia dalla trave del patibolo.

 

Cuthbert

E quello cos’è?

ROLAND

Un ricordo. Voglio portarlo sempre con me.

 

Stacco. Ora il colle è colmo di gente. Vediamo Cuthbert e Roland in prima fila. Un carro si sta avvicinando al patibolo. Sopra c’è un uomo incappucciato e legato. La gente tira sassi verso di lui. Un uomo accompagna Hax su per gli scalini, getta una corda sopra la trave e passa il cappio attorno alla testa del cuoco. Non c’è più nessun corvo.

 

Boia

Vuoi fare una confessione?

Hax

No, nessuna. Non ho dimenticato il volto di mio padre, è stato sempre con me.

 

Gli occhi di Roland sono spalancati. Lui e Cuthbert si tengono per mano. Il boia apre la botola. Hax precipita e muore in breve tempo, scalciando solo un paio di volte. Stacco. Non c’è più nessuno sul colle, solo Roland, Cuthbert e il corpo di Hax ancora appeso. I due ragazzi girano attorno al patibolo. Il cadavere di Hax ruota incessantemente su se stesso. I corvi gli stanno lacerando i vestiti. Roland e Cuthbert prendono dalle tasche il pane di Cort e lo mettono sotto i piedi penzolanti di Hax. Si girano e vengono verso di noi.

 

Cuthbert

Bello! Mi è piaciuto molto.

ROLAND

Non saprei dire la stessa cosa… comunque è stato notevole.

 

Non ha un’espressione soddisfatta. Si volta un’ultima volta verso Hax e vediamo con lui che i corvi stanno tutti beccando il pane e lasciano in pace il corpo del cuoco.

 

INTERNO-SALONE-SERA

 

Siamo all’interno di un grande salone sfarzoso. Al centro della sala si trovano dei grossi tavoli pieni di cibo d’ogni genere. Gli inservienti riforniscono i tavoli in continuazione. C’è un colonnato. Il salone è pieno di gente elegante. Molti ballano. Si sente un valzer. L’inquadratura si alza. Vediamo 4 enormi lampadari di cristallo. Dietro una grata si vedono i volti di Roland e Cuthbert che osservano in basso.

 

Cuthbert

Se lo sa Cort ci scortica vivi…

ROLAND

Non lo saprà mai.

Cuthbert

Ehi, tua madre è proprio bella stasera!

 

Dall’alto osserviamo un divano dove è seduta una bella donna, bionda, con gli occhi chiari: la madre di Roland. Alla sua sinistra riconosciamo il padre di Roland. La madre sta parlando col signore che si trova alla sua destra. Ha un pizzetto appuntito e i pochi capelli che gli sono rimasti si trovano ai lati, sopra le orecchie. Il signore si alza e porge la mano alla donna dicendole qualcosa- Lei si alza e cominciano a ballare. Le altre coppie che ballano si fermano e li guardano ammirati.

 

Voce di Cuthbert

Ehi, guarda tua madre e Marten come ballano!

 

I due ballerini si guardano negli occhi. Sorridono. La musica termina e tutti applaudono i due. Il padre di Roland si alza in piedi e batte le mani. La moglie gli si avvicina e lo abbraccia.

 

Voce di Roland

Ho visto abbastanza. Andiamo.

 

INTERNO-PALAZZO-GIORNO

 

Vediamo Roland che cammina in un corridoio. Lo seguiamo da dietro. Dopo il suo passaggio una porta si apre.

 

Voce

Ragazzo!

 

Roland si gira e vediamo con lui, sulla porta, Marten. Ha indosso dei pantaloni neri e una camicia bianca aperta fino a metà del torace. I suoi pochi capelli sono spettinati.

 

MARTEN

Entra, non stare fermo lì. Tua madre vuole parlarti.

 

Roland entra. E’ una grande camera da letto. Il letto è sfatto. Vicino alla finestra c’è una poltrona dove è seduta la madre di Roland con indosso solo una vestaglia. E’ sorpresa di vederlo.

 

Madre

Ehm… come stai?

ROLAND

Bene, madre.

Madre

E… i tuoi studi?

ROLAND

Mi impegno.

Madre

E quel falco… David? E’ ancora vivo?

 

In piedi, vicino alla poltrona, con un sorriso beffardo in viso, c’è Marten.

 

ROLAND

E’ invecchiato… ma vive ancora.

MARTEN

Hai una cicatrice in fronte. Sei un combattente, come tuo padre, o solo lento?

 

La madre di Roland è sempre più imbarazzata. Roland guarda Marten con odio.

 

ROLAND

(molto freddo)

Tutte due le cose!

MARTEN

(con un gesto sprezzante della mano)

Ora puoi andartene.

ROLAND

(infuriato)

ONLY MY FATHER CAN USE THOSE WORDS WITH ME, SLAVE!

 

Marten è sorpreso. Il suo viso mostra stupore.

 

Madre

(con rimprovero)

Roland!

ROLAND

(avanzando verso Marten)

Vuoi darmi un segno della tua lealtà, servo? In nome di mio padre a cui ubbidisci?

MARTEN

(con la voce tremante)

Vai ora!

 

Roland si volta e se ne và. Sbatte la porta. Cammina ad ampie falcate. Nel corridoio vediamo Cuthbert.

 

Cuthbert

Ehi Roland, cercavo proprio te… (cambia espressione) Ma cos’hai?

ROLAND

L’ora della verità per me è arrivata.

 

Cuthbert è stupito. Roland non si ferma nemmeno e lo vediamo voltare l’angolo.

 

ESTERNO-DAVANTI AL COTTAGE DI CORT-GIORNO

 

Ritroviamo Roland con la stessa ampia falcata di prima. Giunto di fronte alla porta del cottage, non si ferma ma l’apre con un calcio. Dentro è tutto molto austero. C’è un tavolo con due seggiole al centro della stanza. Vediamo anche una piccola cucina.

 

ROLAND

Cort, dove sei?

 

Rovescia il tavolo con un calcio.

 

ROLAND

I WANT YOU, SLAVE!

 

In fondo alla stanza si apre una porta e ne esce Cort con addosso solo un paio di calzoncini. Vediamo le tante cicatrici che ha sul corpo.

 

ROLAND

Salve, Cort. Da oggi non mi insegnerai più nulla.

CORT

(leggermente sorpreso)

Hai almeno 5 anni d’anticipo. Te lo chiederò una volta sola: sei proprio sicuro?

 

Roland sorride.

 

CORT

Mi spiace, eri il miglior allievo degli ultimi 20 anni. Mi spiace vederti imboccare una strada senza meta. Ma il mondo è andato avanti. Con la rapidità del fulmine ci vengono incontro tempi oscuri.

 

Roland tace ancora. Cort si inginocchia e china il capo.

 

CORT

Ad ogni modo… sono tuo servo, ragazzo.

ROLAND

Alzati, servo.

CORT

(alzatosi)

Romperò il giuramento. Rinuncia ora, sei ancora in tempo. E’ uno spreco!

 

Roland resta muto.

 

CORT

(rassegnato)

Bene, fra un’ora allora, al tramonto. Nel cortile dietro al Salone. Scegli la tua arma.

ROLAND

Tu userai il bastone?

CORT

Come sempre.

ROLAND

Quanti bastoni ti hanno rotto in questi anni? Quanti ragazzi hai visto diventare Pistoleri?

CORT

Oggi non accadrà… e mi dispiace. Chi eccede in brama è punito come chi è indegno. Allora, che arma sceglierai?

 

Roland sorride ma non dice nulla. Si volta per uscire.

 

CORT

Sai cosa significa l’esilio? Non vedrai più nessuno: i tuoi amici, tuo padre, questo luogo…

ROLAND

(dando le spalle a Cort)

Lo so, ma non sarà il mio caso.

CORT

Allora và.

 

Roland esce a testa alta.

 

ESTERNO-CORTILE-TRAMONTO

 

Il cortile è in realtà un corridoio verde tra due siepi. Ci sono dei ragazzi appostati in attesa della prova. L’immagine si avvicina a due ragazzi.

 

Primo ragazzo

Vedi (indica la nostra destra), da lì entrerà Cort. Se il maestro verrà sconfitto, Il Pistolero deve uscire dalla stessa parte da cui il maestro è entrato.

Secondo ragazzo

E se il maestro vince?

Primo ragazzo

Allora esce da quella parte (indica la nostra sinistra dove vediamo una porta dalla quale, in lontananza dopo le foreste, si vedono le montagne) e andrà in esilio per sempre.

 

Torniamo a vedere l’intero cortile. Si sentono delle voci.

 

Voce di Cuthbert

(agitatissimo)

Roland, hai dimenticato l’arma… torna indietro!

Voce di Roland

No, ce l’ho l’arma.

 

Roland sbuca dalla parte sinistra, inseguito da Cuthbert. Sul braccio di Roland c’è il falco David. Nello stesso istante, dall’altra parte esce Cort con il bastone in mano e una fascia di cuoi per il sudore in testa.

 

CORT

Cort è qui!

 

I due si guardano negli occhi.

 

CORT

Sei venuto con serie intenzioni, ragazzo?

ROLAND

Sì, maestro!

CORT

Sei venuto dopo essere stato cacciato dalla casa di tuo padre?

ROLAND

Sì, maestro! E vi tornerò solo se uscirò vittorioso.

CORT

Hai scelto la tua arma?

ROLAND

Eccola, maestro! (alza il braccio su cui si trova David)

 

Cort si mostra sorpreso. I due si guardano di nuovo negli occhi.

 

CORT

Sei pronto, quindi?

ROLAND

Sì, maestro!

CORT

Allora cominciamo.

 

Cort avanza col bastone in mano. Lo fa ruotare e lo passa da una mano all’altra. Si sente il mormorio dei ragazzi che osservano. Vediamo Cuthbert molto in ansia. Roland e Cort sono ad un passo di distanza. Roland toglie il cappuccio a David.

 

ROLAND

Vai!

 

Il falco si lancia con gli artigli sul volto di Cort. Il maestro cerca inutilmente col bastone di scrollarsi di dosso il falco. Si colpisce con forza il volto più volte. David cade a terra, con gli occhi sbarrati. Cort ha un occhio sanguinante. Roland gli sferra un calcio alla tempia. Cort barcolla senza cadere. Roland tenta di colpirlo di nuovo ma stavolta il maestro gli afferra il piede e lo fa cadere all’indietro. I due si guardano negli occhi. Cort sorride. Alza il bastone verso Roland steso a terra. Roland afferra un sasso. Sembra volerlo tirare a Cort, invece lo lancia verso David.

 

ROLAND

Vai, David! Attaccalo!

 

David si fionda verso Cort e lo becca alla nuca facendolo cadere sopra Roland. Ora il maestro cerca di colpire il ragazzo all’occhio ma Roland gli blocca il polso con una mano, e con l’altra lo colpisce forte, più volte, al collo. David becca l’orecchio di Cort. Il maestro riesce a colpire il falco con un pugno facendogli fare un gran volo. Ora il viso di Cort è libero e Roland gli sferra un pugno dritto nel naso. Il viso di Cort è tumefatto, coperto di sangue. Roland si libero e afferra il bastone di Cort. Lo colpisce in testa. Cort resta tramortito.

 

ROLAND

Arrenditi o ti uccido!

CORT

(si intravede un sorriso sotto la maschera di sangue)

Mi arrendo.

 

Il Cortile è invaso dagli altri ragazzi che prendono Roland e lo mettono sulle spalle per portarlo in trionfo. Cuthbert è in lacrime dalla gioia. Roland fa segno ai ragazzi di aspettare e si volta verso Cort.

 

ROLAND

Maestro!

 

Cort, a fatica, apre un occhio.

 

ROLAND

Il mio diritto, maestro. Mi serve la chiave.

CORT

(faticando a parlare)

E’ dunque così impellente il desiderio di venire in possesso delle pistole di tuo padre? Goditi la vittoria.

ROLAND

Voglio ciò che mi spetta.

CORT

Mi hai sorpreso usando David (che vediamo da una parte, morto). Da quanto tempo l’hai addestrato quel bastardo?

ROLAND

Nessun addestramento… me lo sono fatto amico! La chiave, ora.

CORT

E’ sotto la mia cintura.

 

Cort chiude gli occhi, sembra privo di sensi. Roland si fa posare a terra. Va da Cort e prende le chiavi sotto la sua cintura. Mentre si volta vediamo la mano del maestro che afferra la caviglia del ragazzo. Roland si volta di nuovo. Il maestro ha riaperto l’occhio.

 

CORT

Non ho altro da insegnarti. Mi hai battuto due anni prima di quanto fece tuo padre. Ascolta solo un mio consiglio.

 

Roland annuisce.

 

CORT

Fatti precedere dalla parole e dalla leggenda. Aspetta che la tua ombra e la tua barba crescano. Lascia che il tuo nemico venga prima spaventato da ciò che si dice di te. Col tempo otterrai la tua vendetta.

 

Roland sorride al maestro e fa un inchino. Torna a voltarsi verso gli altri ragazzi.

 

ROLAND

Prendete una lettiga e portatelo a casa sua. Fatelo curare. Capito?

Cuthbert

(sorridendo)

Certo, Pistolero!

 

ESTERNO-PENDICI DELLE MONTAGNE-NOTTE

 

Ritroviamo Jake e Roland attorno al fuoco. Il racconto del Pistolero è terminato.

 

ROLAND

Ti sei addormentato?

JAKE

No!

ROLAND

Hai capito quello che ti ho raccontato?

JAKE

Certo che ho capito. Ho capito che un uomo non può crescere e basta, vuole anche giocare.

ROLAND

Non hai capito nulla. Si trattava di dare prova di sé.

JAKE

Comunque, non mi sarebbe dispiaciuto vivere lì!

ROLAND

(col viso rivolto al cielo stellato)

Ora quel posto non esiste più. C’è stata una rivoluzione. Abbiamo vinto tutte le battaglie e perso la guerra…(torna a guardare Jake) ma adesso è arrivata l’ora di dormire, i ragazzi hanno bisogno del loro sonno.

JAKE

Ehi, Roland, per te sono solo una pedina della tua scacchiera?

ROLAND

Ssssst! Dormi, ora!

 

ESTERNO-SENTIERI SULLA MONTAGNA-GIORNO

 

Jake e Roland stanno salendo. Li vediamo sul sentiero in salita. L’inquadratura si allontana e ora sono solo due punticini sulla montagna. Stacco. Siamo di nuovo con loro. Si sente il rumore di un fiume. Giungono ad un punto morto. Il sentiero è interrotto. C’è solo un antico ponticello che conduce al proseguimento del sentiero. Non sembra molto solido. E’ fatto di corde e traversine di legno.

 

JAKE

Quanta forza di sostegno può essere rimasta in quelle corde?

ROLAND

Non lo so, ma lo scopriremo. Vai avanti tu, che sei più leggero e corri meno rischi.

 

Jake guarda verso lo strapiombo. Sospira e si incammina lentamente cercando di non guardare più in basso. Dopo pochi passi una traversina di legno cede sotto il peso di Jake. Il ragazzo è svelto ad aggrapparsi alle corde. Il ponte oscilla velocemente a destra e a sinistra. A fatica Jake riesce a tirarsi su e ad appoggiarsi sulla traversina successiva.

 

JAKE

(asciugandosi il sudore)

Mi ha quasi fregato!

ROLAND

Stai attento!

 

Proseguono. Li seguiamo di spalle. Dopo una decina di traversine Jake si ferma.

 

ROLAND

Che c’è? Perché ti fermi?

JAKE

Mancano tre traversine qui!

 

Vediamo il buco anche noi.

 

ROLAND

Devi saltare.

JAKE

Ma…

ROLAND

(duramente)

Salta e basta!

 

Jake salta. Atterra dall’altra parte del buco. Il ponte riprende ad oscillare per un po’.

 

JAKE

E’ instabile qui, non so se reggerebbe il tuo peso.

ROLAND

Continua ad andare avanti e non ti preoccupare.

 

Roland salta. Il ponte oscilla ancora più forte dopo il suo atterraggio. Vediamo le crepe formarsi sulla traversina dove si trova il Pistolero. Regge. I due proseguono senza dire niente. Sono rimaste poche traversine da superare. Un’ombra nera appare alla fine del ponticello. L’immagine si schiarisce, è l’Uomo in nero.

 

UOMO IN NERO

(col solito ghigno)

Ehilà, ragazzi!

 

Roland cerca qualcosa nelle tasche.

 

ROLAND

La mandibola, dannazione. E’ rimasta indietro!

 

La traversina dove si trova Jake cede. Distratto dall’Uomo in nero, Jake ha un riflesso meno pronto del solito e solo un attimo prima di cadere nel vuoto riesce, con una mano, ad aggrapparsi ad una corda. Resta sospeso sopra lo strapiombo.

 

JAKE

Aiuto!

 

Roland si sta inginocchiando per aiutarlo.

 

UOMO IN NERO

Vieni ora, Pistolero, o non mi prenderai più.

 

Roland guarda prima Jake poi l’Uomo in nero. Si rialza in piedi.

 

JAKE

Aiutami, Roland!

 

L’inquadratura si avvicina alla pupilla destra del Pistolero dove vediamo comparire la Torre.

 

ROLAND

Ti lascerò qui.

JAKE

(disperato)

No!

 

Roland, con un salto, scavalca il ragazzo. Si volta verso di Jake. Vediamo il volto del ragazzo dall’alto.

 

JAKE

(improvvisamente calmo)

Vai allora. Ci sono altri mondi oltre a questo!

 

Il ragazzo molla la presa e precipita nello strapiombo senza urlare. Roland si gira e si incammina verso l’Uomo in nero. Giunge alla fine del ponte. L’Uomo in nero abbassa il cappuccio. Con movimento rapidissimo Roland estrae le pistole e spara una decina di colpi. Niente.

 

UOMO IN NERO

Uuuu, che magia! (ride)

 

Roland mostra di non essere troppo sorpreso.

 

UOMO IN NERO

Eccoti dunque. Non alla fine, ma alla fine del principio. Ti ammiro, Pistolero! Seguimi ora, ti condurrò al luogo dove terremo consiglio.

 

ESTERNO-LUOGO DEL CONSIGLIO-SERA

 

Il luogo del consiglio è una conca piena di teschi e altre ossa umane e animali. Il Pistolero e l’Uomo in nero sono seduti uno di fronte all’altro. Tra loro c’è un mucchio d’ossa.

 

UOMO IN NERO

Eccezionale il tuo senso pratico! Le ossa come combustibile… (ride) Ti dispiace se invece dei fiammiferi uso un po’ di magia? (le ossa cominciano ad ardere) Ora cucinaci la cena. (estrae dalla tonaca un grosso coniglio già scuoiato e sventrato)

 

Roland infila il coniglio sullo spiedo e lo mette ad arrostire.

 

ROLAND

Ti credevo ancora più vecchio.

UOMO IN NERO

Sono quasi immortale. Potrei mostrarti qualsiasi volto, ma questo è quello con cui sono nato. Guarda che tramonto (indica il sole che sta scomparendo dietro i monti). Non vedrai un’alba per tanto tempo.

ROLAND

Non importa ormai.

 

L’Uomo in nero tira fuori un mazzo di carte dalla manica.

 

UOMO IN NERO

Questi sono tarocchi di mia invenzione, Pistolero. Osserva attentamente!

ROLAND

A che ti servono?

UOMO IN NERO

Sto per rivelarti il tuo futuro. Girerò sette carte, una alla volta. Non leggo le carte da 300 anni ormai… e mai le ho lette ad uno come te. (pausa) Non ti rendi conto di quanto la Torre è vicina, nel tempo e nello spazio? Sopra la tua testa gravitano tantissimi mondi.

ROLAND

(impaziente)

Comincia a leggere la mia sorte.

 

Col solito ghigno, l’Uomo in nero estrae una carta dal mazzo e la gira verso Roland. Vediamo l’immagine di un uomo appeso ad un albero tramite una corda.

 

UOMO IN NERO

(con tono solenne)

L’IMPICCATO. Come prima carta significa forza, non morte. Tu sei l’impiccato che prosegue sempre il suo cammino contro ogni avversità, anche a costo di sacrificare qualche compagno d’avventura, vero?

 

Roland non batte ciglio. L’Uomo in nero estrae la seconda carta che rappresenta un uomo con la barba e la pelle arsa dal sole, in piedi sopra un veliero che sta affondando.

 

UOMO IN NERO

IL MARINAIO. Vedi che sta per affogare e non c’è nessuno a dargli una mano. E’ il giovane Jake.

 

Roland scuote la testa. L’Uomo in nero pesca la terza carta in cui è disegnato un giovane che porta sulle spalle una scimmia. Gli occhi del giovane sono pieni di terrore, rivolti in alto verso la scimmia.

 

UOMO IN NERO

IL PRIGIONIERO. Terrificante, non è vero?

 

L’Uomo in nero estrae la quarta carta in cui una donna con uno scialle in testa è seduta, facendo girare con la mano una ruota. La donna non ha una nuca ma due facce.

 

UOMO IN NERO

LA SIGNORA DELLE OMBRE. Un vero Giano Bifronte.

ROLAND

Cosa significano queste carte?

UOMO IN NERO

Niente domande. Osserva e basta. Se vuoi, consideralo pure un rito inutile.

 

Ridendo gira la quinta carta che rappresenta la nera mietitrice col volto di teschio.

 

UOMO IN NERO

LA MORTE… (pausa), ma non per te!

 

Estrae la penultima carta in cui è disegnata una torre.

 

UOMO IN NERO

LA TORRE NERA! (la posa sopra l’Impiccato)

ROLAND

Che significa? Rispondi!

 

L’Uomo in nero non risponde ma estrae l’ultima carta dal mazzo. Un sole luminoso campeggia su un cielo azzurro.

 

UOMO IN NERO

LA VITA… (pausa), ma non per te!

ROLAND

E quella, dove la metti?

UOMO IN NERO

Non ci è dato saperlo.

 

L’Uomo in nero getta tutte le carte estratte nel fuoco.

 

UOMO IN NERO

Dormi ora, perché devi sognare.

 

Roland si alza in piedi. E’ arrabbiato.

 

ROLAND

Io ti uccido, brutto…

 

Le gambe gli cedono. Cade a terra. Sviene. Nero.

 

Voce dell’Uomo in Nero

Sia fatta la luce!

 

Nel nero si formano tanti punti luminosi, le stelle.

 

Voce dell’Uomo in Nero

Ora sia acqua e terra!

 

Vediamo comparire il mare calmo e una terra molto rossa e arida. Sullo sfondo c’è un vulcano che erutta magma in continuazione.

 

Voce dell’Uomo in Nero

Per iniziare va bene. Ora mettiamoci anche erba, prati e alberi.

 

Dalla terra rossa vediamo spuntare l’erba. Sbocciano anche alberi d’ogni genere, che crescono velocemente fino a diventare enormi. Fra questi alberi vagano dei dinosauri che lottano tra loro. Alcuni si cibano della carcassa dei loro simili.

 

Voce dell’Uomo in Nero

Ora sia l’uomo!

 

Ci alziamo dal terreno. Vediamo tutto in lontananza. Allontanandoci ancora vediamo il pianeta Terra visto dallo spazio. E’ sempre più piccolo.

 

Voce dell’Uomo in Nero

(molto potente, e con l’eco)

Sia fatta la luce!

 

La velocità con cui la terra si allontana aumenta. Vediamo passare Marte, la fascia degli asteroidi, Giove e tutti gli altri pianeti del sistema solare. Dall’alto vediamo il loro incessante movimento attorno al sole.

 

Voce di Roland

Basta!

Voce dell’Uomo in Nero

No!

 

L’intero sistema solare si allontana velocemente, fino a scomparire in lontananza. Il nero è interrotto solo da asteroidi o nebulose.

 

Voce di Roland

Ti prego, basta! (siamo nel profondo universo) Gesù, basta!

Voce dell’Uomo in Nero

Rinuncia allora! Rinuncia alla Torre! Vai per la tua strada e salva la tua anima!

Voce di Roland

No! Questo mai!

Voce dell’Uomo in Nero

Allora… sia luce!

 

Compare una luce sullo sfondo. Si ingrandisce. Copre tutto lo schermo. E’ quasi accecante. In mezzo alla luce galleggia uno stelo d’erba. E’ viola. Lo stelo diventa più grande. Sopra la sua superficie vediamo un punto nero. Diventa più grande. E’ un uomo. Si avvicina, lo riconosciamo. E’ Roland.

 

Voce di Roland

Ahhhhhhh!

 

Urlando Roland si sveglia. Ora è notte fonda. Non vede nessuno davanti a lui. Si alza in piedi.

 

Voce dell’Uomo in Nero

(proveniente da dietro le sue spalle)

Vieni da questa parte, Pistolero. Non voglio che tu mi stia troppo vicino, hai il vizio di parlare nel sonno! (lunga risata) Non male, ad ogni modo. Marten sarebbe impazzito in un istante se gli avessi mandato questa visione.

 

Roland si gira. L’Uomo in Nero è di nuovo di fronte a lui.

 

ROLAND

Cos’ era?

UOMO IN NERO

L’universo.

ROLAND

(sottovoce)

L’universo.

UOMO IN NERO

Tu cerchi la Torre!

ROLAND

Sì!

UOMO IN NERO

Non l’avrai. Ho visto quanto sei andato vicino alla follia, poco fa. La Torre ti annienterà!

ROLAND

(indispettito)

Come fai a dirlo? Non sai niente di me!

UOMO IN NERO

Io ho fatto tuo padre e l’ho distrutto. Poi mi sono avvicinato a tua madre, tramite Marten, e l’ho posseduta. Così doveva essere e così fu. Sono il beniamino della Torre. La Terra è stata posta nelle mie mani.

ROLAND

Cos’ ho visto alla fine del sogno? Quella luce è sempre più forte, e poi… (guarda l’Uomo in Nero)

UOMO IN NERO

(impaziente)

Poi cosa?

 

Roland sorride.

 

ROLAND

Tu non lo sai, vero? (risata)

UOMO IN NERO

(arrabbiato)

Avanti, dimmelo! Cos’hai visto?

ROLAND

Erba. Uno stelo d’erba. Solo che era viola.

UOMO IN NERO

Ne sei sicuro?

ROLAND

Sì, e sopra c’ero io… piccolissimo.

 

L’Uomo in Nero ride.

 

ROLAND

Cosa c’è da ridere?

UOMO IN NERO

Ascoltami bene. Almeno 100 generazioni prima che il mondo andasse avanti, il genere umano era giunto ad un alto livello di capacità tecnica e scientifica. L’uomo andò sulla luna, produsse figli da semi congelati…

ROLAND

Non ci credo. E’ assurdo!

UOMO IN NERO

Non sei costretto a crederci. Comunque, questa falsa luce non mostrò all’uomo niente più di un piccolissimo brandello di realtà. Non capirono che il mistero più grande è nella Grandezza… nelle Dimensioni!

ROLAND

Non capisco. Che significa?

UOMO IN NERO

Pensa ad un bambino che chiede al padre cosa c’è sopra il cielo. Lui risponderà: lo spazio. E sopra lo spazio? Lui risponderà: la galassia. E sopra la galassia? Lui risponderà: altre galassie. E poi? Alla fine il padre sarà costretto a dire: Non lo so! (Roland lo osserva attento) Questo perché la Grandezza ci sconfigge. Al contrario, pensa alla punta di una matita. Ti sembra solida?

ROLAND

Certo che lo è!

UOMO IN NERO

Se la ingrandissi, scopriresti che non lo è, e che è composta di atomi che ruotano incessantemente come pianeti. La distanza tra questi atomi, riportata alla giusta Dimensione, può essere di migliaia di leghe ed epoche temporali. Ma potremmo andare oltre l’atomo... ai protoni... agli elettroni... e poi ancora… fino a quando? Niente nell’universo ci induce a pensare che ci sia una fine.

ROLAND

Non sono certo di capire.

UOMO IN NERO

Quello che voglio farti capire è che, forse, quello che hai intravisto, è il posto che occupa il nostro universo nello schema generale: un atomo in uno stelo d’erba! Tutto quello che percepiamo potrebbe essere contenuto in questo stelo. Cosa accadrebbe se lo stelo fosse tagliato da una falce? Comincerebbe a morire e si ripercuoterebbe sul nostro universo. Forse è questo che intendiamo quando diciamo che il mondo è andato avanti. (Roland sgrana gli occhi) Ogni granello di sabbia del deserto che hai attraversato, potrebbe contenere un trilione di universi, che a loro volta si trovano in uno stelo d’erba, e così via. (ora in tono più solenne) Le Dimensioni, Pistolero… le Dimensioni! Ora immagina che tutti questi nodi abbiano un nesso in comune… che so… (guarda Roland fisso negli occhi) … una Torre! Una scala che sale fino alla testa di Dio, fino ad una stanza… avresti il coraggio di salire la scala, Pistolero?

ROLAND

C’è chi l’ha avuto questo coraggio!

UOMO IN NERO

E chi?

ROLAND

Dio! Oppure non c’è nessuno in quella stanza?

 

L’Uomo In Nero sorride scuotendo la testa.

 

UOMO IN NERO

Non lo so e non lo chiedo. Penso che sia più saggio.

ROLAND

Di cosa hai paura? Di essere fulminato?

UOMO IN NERO

Forse solo di un rendiconto…

ROLAND

Ho freddo… il fuoco è spento.

 

Il fuoco riprende ad ardere. Il Pistolero si rannicchia vicino alle fiamme e si addormenta. Stacco. Si sveglia. E’ ancora notte. In piedi, di fronte a lui, c’è l’Uomo in Nero che lo osserva.

 

ROLAND

Cosa guardi?

UOMO IN NERO

Guardo te.

ROLAND

Non farlo… m’infastidisce! Com’è possibile che sia ancora notte?

UOMO IN NERO

Durerà fino a che avremo da discutere. Così ha detto il mio Padrone.

ROLAND

Chi è il tuo Padrone?

UOMO IN NERO

Va bene, facciamo gli uomini, diciamoci tutta la verità, basta con i sotterfugi, con le teurgie…

ROLAND

Cos’è una teurgia?

UOMO IN NERO

Una teurgia è un sortilegio, come la magia del mio Padrone che fa sembrare eterna questa notte.

ROLAND

Allora dimmi la verità.

UOMO IN NERO

Mi hai preso, è giusto che ti dica quello che so, credevo che non ce l’avresti fatta. Ma la tua strada è solo all’inizio!

ROLAND

(impaziente)

chi è il tuo Padrone?

UOMO IN NERO

Io non l’ho mai visto, ma tu vi sarai costretto. Per arrivare alla Torre devi prima arrivare da lui, lo Straniero Senza Età. Dovrai ucciderlo!

ROLAND

Come lo conosci, se non l’hai mai visto?

UOMO IN NERO

Mi è apparso in sogno, con le sembianze di un giovinetto. Sarà stato… 10 mila anni fa, quando vivevo in una contrada lontana. Mi ha fatto capire qual era il mio dovere.

ROLAND

Qual è il suo vero nome?

UOMO IN NERO

(sottovoce, come impaurito)

Maerlyn! Ma sei sicuro che è questo che vuoi sapere realmente?

ROLAND

E’ uno come te?

UOMO IN NERO

Uhhh, molto più potente. Può vivere a ritroso nel tempo, anzi, è in tutti i tempi! Eppure c’è chi è più potente di lui…

ROLAND

Chi?

UOMO IN NERO

(stavolta con un urlo pauroso)

LA BESTIA! E’ il guardian0 della Torre. Non chiedermi nulla su di lui… non lo so e non desidero sapere niente. Parlare della Bestia è parlare della rovina della propria anima al suo cospetto. Maerlyn è per lui quello che io sono per Maerlyn.

ROLAND

E dopo la Bestia, c’è la Torre?

UOMO IN NERO

Sì, ma non mi hai ancora chiesto quello che vuoi davvero sapere.

ROLAND

E va bene… ti ho già visto prima d’ora? Ti conoscevo già?

UOMO IN NERO

Sì.

ROLAND

(per niente sorpreso)

Dove?

UOMO IN NERO

Tu lo sai.

ROLAND

(alterato)

Dove? Dimmelo, se no ti sparo!

UOMO IN NERO

Le pistole non aprono porte, le chiudono e basta!

ROLAND

Dove?

UOMO IN NERO

Ti do un indizio… il tuo istruttore…

ROLAND

Cort!

UOMO IN NERO

Sì, lui. Ti ha consigliato di aspettare prima di vendicarti ma è stato un pessimo consiglio. Marten aveva già preparato il suo piano, e quando tuo padre tornò improvvisamente…

ROLAND

Venne ucciso!

UOMO IN NERO

Sì, e tu non trovasti più Marten, che era partito per l’ovest. Ma tra i suoi uomini, ce n’era uno che indossava una veste da monaco, con il capo rasato…

ROLAND

(sorpreso)

Walter! Tu sei Walter! Allora non sei Marten!

 

L’Uomo in Nero ride. Noi torniamo al salone del ballo, nel divanetto con Marten, la madre e il padre di Roland. L’inquadratura si allarga e alla sinistra del padre vediamo il monaco seduto, con lo stesso ghigno beffardo dell’Uomo in Nero. Stacco, ora siamo con Roland e suo padre, che si avvicina alla porta dove lo aspetta un uomo. L’immagine è più chiara… è Walter!

 

UOMO IN NERO

Al tuo servizio! (ride ancora)

ROLAND

(arrabbiato)

Bastardo… dovrei ucciderti!

UOMO IN NERO

No, non sarebbe leale… in fondo sono stato io a consegnarti Marten tre anni dopo…

ROLAND

Mi hai sempre tenuto sotto controllo!

UOMO IN NERO

Diciamo di sì… ma ora non più. Domani traccerò i simboli. Tu sognerai e dopo inizierà la tua ricerca. Siediti ora e dimmi di te.

ROLAND

(ancora alterato)

Io non parlo di me! Sai quello che voglio: la Torre! Ho fatto voto!

UOMO IN NERO

Per quel che intendo, tu dovrai fare tre chiamate.

ROLAND

(tra sé)

I tre che diceva l’Oracolo…

UOMO IN NERO

Ma il bello inizierà solo dopo. La mia parte termina qui.

ROLAND

Hai ancora qualcosa da dire, vero?

UOMO IN NERO

Sì… sia fatta la luce!

 

Di colpo il sole fa capolino a est, sull’orizzonte, e il Pistolero torna a vedere i contorni del paesaggio. L’Uomo in Nero non c’è più. Roland è in piedi, cammina. Stacco. Il Pistolero è tornato alla fine del ponticello. Guarda giù, nello strapiombo.

 

ROLAND

Ti voglio bene, Jake!

 

Nero.

 

Scritta: A Mariachiara.

 

 

Un film di Ridley Scott

 

 

 

Cast

 

 

                                         Pistolero/Roland                  Colin Farrell

                                         Uomo in Nero                       Christopher Lee

                                         Allie                                       Helena Bonham-Carter

                                         Sylvia Pittston                      Kathy Bates

                                         Jake                                      Orlando Bloom

                                         Giovane Roland                    Devon Sawa

                                         Cuthbert                               Casey Affleck

                                         Cort                                      Chow Yun Fat

                                         Hax                                       Forest Whitaker

                                         Padre di Roland                    Christian Bale

                                         Madre di Roland                   Monica Potter

                                         Marten                                  John Malkovich

 

 

 

 

 

 

Un sentito ringraziamento anche ai colleghi Zen e Mike.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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