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Nel territorio oggetto della ricerca  rientrano i monti del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano (Cervati, Alburni), i monti Picentini ed i monti Lattari. Tra questi gruppi montuosi i più ricchi di orchidee spontanee sono senz'altro quelli che rientrano nel Parco Nazionale del Cilento, sia per il numero di specie che per il numero veramente notevole di ibridi. Maggiore inoltre è la quantità di esemplari che compongono le singole popolazioni.

Agli appassionati buona caccia, ma soltanto fotografica.

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La famiglia delle Orchidaceae è seconda soltanto a quella delle Asteraceae o Compositae quanto a numero di specie (oltre 20.000). Prende il suo nome dalla parola greca órchis, testicolo. Infatti la particolare forma dell'apparato radicale del genere Orchis, costituito da due rizotuberi, ha dato il nome a tutta la famiglia.
Nella gran maggioranza dei generi la fecondazione è entomofila, cioè realizzata grazie agli insetti. Questi vengono attirati o con il nettare contenuto negli speroni dei fiori o simulando un richiamo sessuale, come nel genere Ophrys, il cui labello imita la forma dell'addome delle femmine di diverse specie di insetti e produce lo stesso tipo di feromone. All'insetto che si nutre di nettare o che cerca di accoppiarsi rimangono attaccati i sacchi pollinici (pollinii), che sono molto viscosi, così da permettere la fecondazione nel successivo fiore visitato. Soltanto alcuni generi utilizzano l'autogamia, cioè la fecondazione del fiore con il suo stesso polline. É stato Charles Darwin a svelare i segreti della fecondazione delle orchidee nella seconda metà del XIX secolo.

Il numero delle orchidee europee ammonta a circa 200 e di queste almeno 120 sono diffuse in Italia. Nel territorio del Cilento sono presenti circa 60 specie.

Esaminiamo ora in dettaglio due tipi di fiori di orchidea:

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