MEDICINA

Di epilessia soffrivano Alessandro Magno, Giulio Cesare, Giovanna D’Arco o Napoleone; certamente ne erano affetti Dostoewski, Flaubert, Paganini, van Gogh. Ciò è una prova che l’epilessia non lede le capacità intellettive, né il rendimento nella vita pratica. Nelle forme abituali non porta nessuna menomazione nell’ambito della vita quotidiana e del successo professionale.

L'epilessia non predispone alla violenza e alla criminalità. La malattia non colpisce i galeotti, infatti, in maniera più evidente rispetto alla popolazione generale. A tale conclusione è giunta un'équipe britannica dell'Università di Oxford che pubblica a tal proposito uno studio sul British Medical Journal.
Gli specialisti hanno studiato un totale di 3.111 reclusi, con un'età media di 29 anni. Scoprendo precedenti di epilessia solo nell'1% dei prigionieri. Questa percentuale è perfettamente identica all'incidenza calcolata nella popolazione generale di 25-35 anni.

Per crisi epilettica si intende una varietà di sintomi neurologici dovuti a una scarica elettrica anomala, sincronizzata e prolungata di cellule nervose della corteccia o del tronco cerebrale. Il 5% di tutte le persone ha almeno una crisi epilettica durante la sua vita, ma non è considerato affetto da epilessia. La diagnosi di epilessia implica una tendenza a crisi epilettiche ripetute che si trova nello 0.5% della popolazione. Crisi epilettiche sono favorite da fattori che aumentano l'eccitabilità elettrica delle cellule nervose e abbassano la naturale soglia alla loro scarica spontanea: l'uso o la sospensione improvvisa di certi farmaci, droghe o alcool; febbre, deficit di sonno, alterazioni degli elettroliti, e infine fattori genetici e metabolici. Si parla di epilessia idiopatica o primaria quando la storia clinica e gli esami diagnostici non rivelano cause per crisi epilettiche ripetute. Mentre la maggior parte delle epilessie idiopatiche è infatti dovuta a fattori genetici e metabolici ancora sconosciuti e si manifesta in età infantile o adolescente, una grande parte delle epilessie secondarie si manifesta dopo i 40 anni. Cause di epilessie secondarie sono tumori e traumi cerebrali, ischemie o emorragie cerebrali, la trombosi dei seni cerebrali venosi, malformazioni vascolari, e malattie infiammatorie del cervello come vasculiti, meningiti, encefaliti o la sclerosi multipla.

Esistono tre tipi di crisi:

1. crisi di grande male: questa crisi avviene in modo brutale senza segni premonitori, il soggetto cade avanti, in stato di coma.

Fase tonica: il corpo si contrae con uno spasmo tonico, il soggetto entra in apnea diventando cianotico. Gli arti superiori sono addotti e flessi nei loro segmenti, gli arti inferiori sono estesi e contratti, con i piedi in varismo e le dita flesse. Il volto diventa progressivamente cianotico, le pupille sono dilatate e tutti i riflessi oculari sono aboliti. Questa fase dura circa da 30-40 secondi.

Fase clonica: la contrattura tetaniforme cede attraverso a una serie di decontrazioni ritmiche, che corrispondono alle convulsioni. In questa fase possiamo udire dei rumori respiratori, questi atti respiratori sono troppo superficiali per permettere all'ossigeno di arrivare ai polmoni. Questa fase dura circa da 20-30 secondi.

Fase flaccida: in questa fase tutti i muscoli e gli sfinteri si rilassano, con possibili fenomeni di fuoriuscita sia di urina che dell’alvo, il respiro rumoroso a poco a poco si normalizza.

Dopo questa fase il soggetto passa dallo stato di coma a uno stato di sonno profondo, al risveglio non ricorderà niente dell'accaduto, sarà di malumore, avrà dolori muscolari e ossei, potrà essere un po' confuso.

Le aure

Con il termine aura (dal latino soffio) si intende l'esperienza vissuta all'esordio dell'attacco. Queste esperienze sono, a carattere allucinatorio, di tipo olfattivo, gustativo, uditivo, cenestetico e sono tipiche delle lesioni epilettogene dell'area temporale.

2. Crisi di piccolo male sono di due tipi:

Assenze: hanno una durata da uno a 15 secondi, in questo caso si ha un'eclissi dello stato di coscienza, che si associa a qualche fenomeno muscolare appena accennato. Il soggetto si ferma se impegnato in qualche attività, tace se sta parlando. Il tono muscolare non si modifica o si modifica lievemente. Il respiro talvolta si sospende. Non si osservano convulsioni o disturbi del linguaggio, si può invece notare una sorta di brivido e qualche goccia di saliva che può uscire dalla bocca. La crisi si conclude bruscamente così come è iniziata ed il soggetto non ricorda niente dell'accaduto. In qualche varietà di assenza la sospensione della coscienza non è completa; il soggetto può continuare a svolgere delle azioni automatiche (camminare, gesti, ecolalie, ecc.).

Crisi atoniche: forma più rara, il soggetto improvvisamente cade a terra, come se fosse morto, in uno stato di coma, la coscienza è assente, la muscolatura, a differenza della crisi di grande male è rilassata, con conseguente incontinenza sfinterica. Quando il soggetto esce dal coma entra in un sonno profondo: al suo risveglio non si ricorderà dell'accaduto, avrà dolori muscolari e ossei, e sarà di malumore.

3. crisi parziali o crisi jacksoniane:

Forma focale o parziale di epilessia in cui lo stimolo è circoscritto a singole aree cerebrali; cioè la scarica ipersincrona interessa solo una porzione del SNC. In questo caso lo stato di coscienza è conservato. Lo stato parziale si può estendere in modo omolaterale in un primo momento, poi in un secondo momento potrà interessare tutto il corpo ed arrivare in fine a una crisi di grande male. Lo stato di coscienza è proporzionale all'estensione del fenomeno neurologico.