Area del Pantheon

Da non perdere

PantheonPantheon, con obelisco

Oltre a essere uno dei capolavori dell’architettura mondiale, è il monumento dell’antica Roma che meglio si è conservato.

Meraviglia la sua semplicità: una rotonda preceduta da un porticato rettangolare, entrambi di proporzioni perfette e uniti senza alcuna decorazione.

Fu costruito nel II secolo d.C. dall’Imperatore Adriano che progettò anche Villa Adriana, la sua bella casa di campagna.

In piedi di fronte alla facciata, leggete l’iscrizione sul frontone del portico:

M. AGRIPPA L:F: COS TERTIUM FECIT


cioè "Marco Agrippa, figlio di Lucio, lo costruì durante il suo terzo consolato" (L:F: COS = Luci Filius Consul). Difficile dire se Adriano sia stato egoista o altruista nell’attribuire la paternità del tempio ad Agrippa, il più amato tra i padri fondatori dell’antica Roma.

Pantheon, piantinaOsservate le 16 maestose colonne dell’atrio: ognuna è un fusto di granito massiccio. Le monumentali porte di bronzo potrebbero ben essere quelle originali: infatti girano ancora senza sforzo sui cardini.

La più sorprendente impresa di ingegneria realizzata da Adriano resta tuttavia la progettazione dell’enorme cupola, con un grande foro al culmine, chiamato dai Romani "oculus". Con questa soluzione, Adriano volle dividere la struttura in una serie di 6 anelli sovrapposti, ognuno di materiale e spessore diverso, che diventano più leggeri e sottili via via che salgono.

La massiccia base è di solido travertino; l’anello più basso è un tamburo di circa 7 metri di spessore, costituito da un miscuglio di travertino e tufo vulcanico; quello successivo è un tamburo più sottile di tufo e mattoni; segue un tamburo di soli mattoni; poi mattoni e pietra pomice, e finalmente l’orlo dell’"oculus", spesso soltanto 1 metro e mezzo, che contiene vasi di terracotta vuoti sopra una base di pietra pomice.Pantheon, interno cupola

La cupola, con i suoi 43 metri di diametro supera perfino quella della Basilica di S. Pietro. La perfezione delle proporzioni si deve a un’altezza identica, 43 metri, dal pavimento all’"oculus": vale a dire che una palla di quel diametro entrerebbe comodamente dentro la rotonda del Pantheon.

Adriano effettuò una sintesi tra vecchio e nuovo: l’antica forma dei templi greci - un gruppo aperto di alte colonne sormontate da un frontone - con la novità della cupola emisferica romana. Sembra facile, ma nessuno è riuscito a fare altrettanto.

Adesso entrate pure e sarete immediatamente colpiti dalla luminosità straordinaria proveniente da quell’unica fonte di luce.

Con i suoi 9 metri circa di diametro, l’"oculus" rappresenta il sole, fonte di vita. Nelle notti di luna piena, la visione dell’astro argentato attraverso l’"oculus" è un’esperienza indimenticabile.

Raffaello, il grande pittore del Rinascimento, decise di farsi seppellire qui, come fecero, successivamente, i primi due Re dell’Italia unita.

Cercate di visitare il Pantheon durante un temporale: è sorprendente vedere la pioggia che cade sul pavimento di marmo formando un cerchio perfetto. E se ci saranno anche tuoni e fulmini, la visita resterà tra i vostri ricordi più preziosi di ogni luogo e tempo.

Pantheon

Pantheon, incisione 1880 Storia

27 a.C. Il console Marco Agrippa, genero di Augusto, costruisce un piccolo tempio quadrato in stile greco, dedicato a "tutti gli dei" (Pantheon). L’ingresso è sul lato sud, di fronte a un vasto complesso che comprende terme, basilica e giardini.

118-125 d.C. L’imperatore Adriano incorpora il portico che oggi vedete nel tempio di Agrippa e apre un nuovo ingresso a nord.

608. Foca, imperatore di Bisanzio, dona il tempio a Papa Bonifacio IV, che lo consacra a S. Maria e a tutti i Martiri. In tal modo, a differenza della maggior parte degli altri monumenti antichi, il Pantheon non viene devastato, salvo due eccezioni degne di nota:

655. Uno dei successori di Foca, Costante II, fa prelevare le belle tegole in bronzo che ricoprivano la cupola per portarle nella sua capitale, Costantinopoli; durante il trasporto per mare vengono rubate dagli Arabi e finiscono in Egitto.

1623-44. Papa Urbano VIII Barberini fa togliere le travi in bronzo del portico e le fa fondere per la costruzione del Baldacchino del Bernini a S. Pietro. Ne ricava, inoltre, alcuni cannoni per Castel S. Angelo, il che fece dire alla statua parlante di Pasquino: "Quod non fecerunt Barbari, fecerunt Barberini" (quello che i Barbari non fecero, lo fecero i Barberini).


Piazza della Rotonda (Mappa G 4 5)
Orario: inv. 9 - 16,30, est. 9 - 18 da lun. a sab. Aperto dom. 9 - 13

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