Fontana di Trevi

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Fontana di Trevi

Fontana di TreviOpera del tardo Barocco, la fontana fu inaugurata nel 1762 su progetto di Nicola Salvi.

L’acqua sgorga in abbondanza; i cavalli marini, più grandi del vero, sembrano saltare attraverso le onde, specialmente quando è buio, con la spettacolare illuminazione.

Bisogna essere geniali per concentrare una così grande fontana in un spazio così piccolo.

Negli anni ‘50 e ’60, Roma divenne la "Hollywood sul Tevere" e la Fontana di Trevi il simbolo della "Dolce Vita" nella capitale: i film di Fellini, i paparazzi, Anita Ekberg che fa il bagno nella fontana ed emerge mostrando le forme giunoniche.

Fontana di Trevi, particolarePer assicurarsi la buona sorte e un ritorno a Roma in breve tempo bisogna lanciare all’indietro, oltre la spalla sinistra, una moneta nella fontana (ma ai vecchi tempi, a tal fine si usava bere un bicchiere della sua acqua fresca e dissetante).

L’abitudine, risalente ai tempi della Roma imperiale, di costruire un monumento nel punto in cui zampillava una nuova sorgente, venne ripresa dai Papi, che crearono alcune delle più fantasiose fontane di Roma. Venivano chiamate Mostre, e si proponevano anche di lasciare un imperituro ricordo del Papa che le aveva fatte costruire.

La più fantasiosa di tutte è forse la Fontana di Trevi, che poggia contro un muro dell’edificio retrostante lasciato intenzionalmente privo di finestre.

Le statue raffigurano: l’Abbondanza a sinistra, la Salute a destra e, al centro, l’Oceano, Nettuno che guida i cavalli marini, con in groppa i Tritoni. Tutto, l’acqua e la scena, corre, scorre, s’accavalla.


Fontana di Trevi

Storia

19 a.C. Con l’aiuto di una vergine, i tecnici romani trovano una sorgente d’acqua pura a soli 22 km dalla città. L’"Aqua Virgo" viene convogliata, attraverso l’acquedotto più breve della Roma antica, direttamente alle Terme di Agrippa: è quella che oggi si chiama l’Acqua Vergine.

476 d.C. Caduta dell’Impero Romano sotto l’assalto di Vandali, Visigoti, Goti, Unni. Ma il vero "coup de grâce" arriva cinquant’anni dopo, quando i Goti tagliano gli acquedotti di Roma, interrompendo le forniture di acqua dolce a una città ormai allo stremo. I barbari avevano finalmente capito che mettendo fuori uso gli acquedotti, l’assedio avrebbe potuto concludersi, dato che Roma non poteva sopravvivere senza acqua potabile.

Medioevo. I Papi non si erano resi conto di quanto fossero stati ingegnosi i Romani a costruire un sistema in grado di assicurare alla città forniture di acqua corrente (il fiume veniva usato soltanto come fogna). Gli antichi ci avevano messo 800 anni.

1453. Papa Niccolò V Parentucelli fa riparare le tubature di questo acquedotto e costruire una semplice vasca per segnalarne il punto d’arrivo.

1629. Papa Urbano VIII Barberini chiede a Bernini un progetto per abbellire la fontana, poi abbandonato alla morte del pontefice. Bernini lascia una sua traccia indelebile facendo spostare la fontana sul lato opposto della piazza, dove attualmente si trova, per renderla visibile dal Palazzo del Quirinale, in modo che anche il Papa possa godersi lo spettacolo.

1730-40. Durante il Rinascimento e il Barocco, a Roma andavano di gran moda le gare d’appalto per ristrutturare edifici, fontane, e perfino la scalinata di Piazza di Spagna. Verso la metà del XVIII secolo, Papa Clemente XII Corsini organizza la terza gara - le prime due si erano chiuse senza vincitori - per questa fontana monumentale. Salvi la perde, ma ottiene lo stesso l’incarico.

1751. Salvi muore, lasciando il suo capolavoro a metà, ma non senza essere riuscito a impedire che la brutta insegna di un ostinato barbiere distrugga l’effetto d’insieme della fontana: la nasconde infatti dietro un vaso scolpito.


Piazza Fontana di Trevi (Mappa I 4)


Palazzo Carpegna

Molto vicino alla Fontana di Trevi si trova Palazzo Carpegna, sede dell’Accademia di San Luca, un’associazione artistica fondata nel 1577 e potenziata da Federico Zuccari, che istituì premi e corsi d’insegnamento. E’ stata trasferita nella sede attuale a seguito delle demolizioni volute da Mussolini per edificare Via dei Fori Imperiali.

Le due dimore del Cardinale Carpegna erano destinate a essere trasformate dal Borromini in un unico, grandioso monumento collegandole con un cavalcavia come quello di Palazzo Colonna, dato che il futuro Papa non aveva ottenuto il permesso per incorporarvi la via sottostante. La sua elezione era data per scontata, ma morì prima.

L’ultimo piano del grande edificio ospita un museo in cui sono esposti quadri di Raffaello, Guercino, Tiziano e Rubens, molti dei quali donati dagli autori all’associazione.

Piazza dell’Accademia di San Luca, 77. Tel. 06 6798850. (Mappa I 4)
Aperto lun., merc., ven. 10-12:30. Ultima dom. del mese 10-12:30.

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