Torna alla Home Page

                 

Storia e arte di Urbania

La città di URBANIA (stemma: giglio guelfo e api Barberini), circondata dal fiume Metauro e da potenti mura medioevali, è ricca di storia e di arte. Sorta da un municipio romano, si chiamò prima Castel delle Ripe, nel 1277 Castel Durante e nel 1636 prese il nome di Urbania da Urbano VIII Barberini, che la fece città e diocesi. Fu dominio degli Abbati Benedettini della Badia di S.Cristoforo M., che è il protettore della città (Festa 25 luglio; - Sagra dell’Automobilista e Benedizione delle Auto in forma suggestiva, la domenica seguente), indi dei Brancaleoni; dal 1424 dei Montefeltro

Monumento di San Cristoforo

Piatto in ceramica

Monumento di S. Cristoforo

Ceramica durantina

.

 e dal 1631 della S. Sede. Annessa alla Massa Trabaria nel 1376, ne fu subito capitale fino al 1860. E’ patria di illustri personaggi, fra cui Donato Bramante, Paolo Scirri, Cipriano Piccolpasso, Sebastiano Macci, G. Cagnacci, T. Amantini, D. Peruzzini, G. Crescentini, F. Ugolini, P. Marfori. E’ rinomata nel mondo per l’arte della ceramica di cui diede i più illustri maestri: N. Pellipario,  G. Picchi, O. e O. Fontana, G. Savini, G. Giglietti, I. Rombaldoni, G. Bartolucci e infiniti altri.  Ospitò a lungo insigni letterati, artisti, guerrieri

    e santi, fra cui l’Ariosto, il Tasso, il Bembo, il Bessarione, Michelangelo, Giovanni dalle Bande Nere, S. Bernardino da Siena, S. Carlo Borromeo. Posta sulla Nazionale Urbino-Arezzo-Firenze a 273 s.m., vi si entra per Via Roma, dove sono: la Chiesa del Crocifisso (interno: tele di F. Barocci, e S. Conca; tomba di Francesco M. II della Rovere)

Chiesa del SS Crocifisso

Oratorio del Carmine

Chiesa del SS.Crocifisso

Oratorio del Carmine

.

 e l’Oratorio del Carmine (affresco giottesco della Vergine; tempere di G.   Picchi; scultura di Ambrogio Barocci). Sulla destra sono i giardini con <<la fontana>> e << il monumento ai Caduti >>. 

La fontana

Monumento ai caduti

La fontana

Il monumento ai caduti

.

Si entra nella Piazza S. Cristoforo (colonna con statua dei Santo, di A. Stocchi, 1870; Teatro Bramante, di E. Salmi, 1857; Palazzo Brancaleoni-Materozzi, sec. XVII). 

Teatro Bramante

Oratorio del Corpus Domini

Teatro Bramante

Oratorio del Corpus Domini

                                          .

Per via Garibaldi: Oratorio del Corpus Domini (tele e affreschi di Raffaello del Colle, Ultima Cena, tela di G. Picchi(1586); architettura di G. Genga; Cristo morto, scultura lignea di scuola fiorentina, sec. XV); Chiesa di S. Chiara: sul lunettone, Paradiso, tempera di L.Dolci (c.1550); all'altare maggiore, Madonna in gloria e Santi, tela di G. Cialdieri (1629); a d. Ascensione, tela di G.Guerrieri (1632) e sotto Crocifissione, affresco di G.Episcopi (c.1570) ; a s. Immacolata, tela di G.Guerrieri (1631) e sotto Madonna in trono, affresco sec. XV; tombe dei Conti Ubaldini. Di fianco,il Monastero delle Damianite, romanico e gotico (all'interno ciclo di affreschi e tavola: Madonna col Bambino, di Antonio da Ferrara, sec.XIV), seguito dal cinquecentesco delle Clarisse, attribuibile a G.Genga; Ponte Vecchio (tagliato sul bastione di punta delle mura;caratteristico panorama sul fiume Metauro).In fondo a via IV Novembre,Chiesa di S.M.Maddalena  

Chiesa e Convento di Santa Chiara

Chiesa di Santa Maria Maddalena

Chiesa e Convento di S.Chiara

Chiesa di S. Maria Maddalena

(l’immagine, tela di G. Cagnacci, 1637; a destra tela di M. Sparagnini (1743), a sinistra tela di F. Luzi (c. 1780), scultura lignea di S. Rocco (sec. XVI), e terracotta dorata Madonna di Loreto (sec. XVI). In basso:Ponte “dei cocci”, così chiamato per le fabbriche di ceramica rustica (panorama fantasioso dell’antico quartiere, dominato dal Campanile del Duomo e dalla Torre Comunale). Proseguendo per via Castel Durante si arriva al “Largo Paolo Scirri” che comprende tra gli altri i palazzi “Amantini’ e Felici”; quindi in via Bramante il “Palazzetto del Proposto”, ora Tancini; sulla destra Piazza della Libertà o del Comune, ove sorge, a destra il Palazzo Comunale con l’alta Torre disegnata da Gerolamo  Genga nel 1543. 

Ponte dei cocci

Ponte dei cocci

 

Palazzo Comunale

Palazzo Comunale

Via Filippo Ugolini inizia con il Palazzo del Monte di Pietà, 1512; indi Chiesa di S. Caterina, 1522, tipico esempio di arte eclettica, opera di pittori, scultori e decoratori durantini, qui uniti in corporazione. Gli stucchi sono dei Dolci, di G. Picchi e di T. Amantini; la volta è affrescata dall’Episcopi e dall’Apolloni, 1560; le tele dal Berti e dal Pandolfi. Casa nativa dell’umanista Sebastiano Macci (1558) e di fronte di F. Ugolini (notata da una lapide).

Palazzo del Monte di pietà

Chiesa di Santa Caterina

Palazzo del Monte di Pietà

Chiesa di S.Caterina

.

 Chiesa di S. Francesco del 1215, trasformata nel 1762, uno dei migliori esempi del barocco marchigiano, con campanile romanico (sotto il portico: portale gotico del ventenne L. Ghiberti), all’interno: tele di G. Picchi, A. Apolloni, G. Episcopi, D. Peruzzini, C. Ridolfi; di fianco Convento con portale gotico e interno suggestivo chiostro (sec. XIV) con affreschi di G. Picchi;  Chiesetta dei Morti, romanica con bel portale goticizzante. All’altare maggiore, Martirio di S. Giovanni B., tela di G. Episcopi; all’intorno tele di G. Pandolfi, G. Episcopi, maniera di Palma il Giovane e baroccesca, G. Picchi, D. Peruzzini. Dietro nell’abside romanica Cimitero di mummie (1813).

Chiesa di San Francesco

Chiesa dei morti

Chiesa di S.Francesco

Chiesa dei morti

.

 Di fronte alla Chiesa di S. Francesco e alla Chiesa dei Morti, i ruderi della Chiesa di S. Giovanni” e il “Palazzo del Governatore”. Subito dopo si giunge al Ponte del Riscatto (bella vista della parte più suggestiva del Palazzo Ducale, con la loggia pensile e i torrioni cilindrici; sulla destra i resti del Tempietto del Bramante, 1482, distrutto dalla guerra). 

Ponte del Riscatto

Tempietto del Bramante

Ponte del Riscatto

Tempietto del Bramante

.

Si torna indietro e per il corso Vittorio Emanuele si procede fino all’incrocio di via T. Piccini. A sinistra è la Cattedrale, a destra il Palazzo Ducale. La Cattedrale (S. Cristoforo) di costruzione preromanica trasformata

 nel 1759, con facciata del 1870 e campanili romanico e moderno, è la Abbazia Benedettina del sec. VI.  Vi è depositato il Crocifisso di Pietro da Rimini (1320). Nella cappella a d. del Sacramento, tele caravaggesca e romana; a s. Cappella della Madonna di Loreto, con immagine della Madonna dei Portici; negli altari, tele  di D. Peruzzini, Cavalier d’Arpino, Scuola Veneziana, G. Picchi, C. Mariotti, C. Ridolfi; nella Cappella di S. Cristoforo, grande statua lignea del Santo, eseguita in Napoli nel 1768, e Urna dell’Omero di S. Cristoforo, opera di Antonio Pallaiuolo con la quale si benedicono le automobili. Nel Battistero, a d. porta d’ingresso ferro battuto sec. XVI su ornato degli scalpellini di S. Ippolito. All’interno affresco (S. Eracliano, sec. XV) e Presepe in maiolica di F. Melis (1959);  nella Sagrestia, porta lignea scolpita, 1600; tele, epigrafi cimiteriali, sec. III - IV; Tesoro degli argenti. Affiancato al Duomo è il Palazzo Vescovile (sede del Museo Diocesano) iniziato da Francesco di Giorgio e ampliato nel 1513 dal Card. L. Canossa; all’interno tele e sculture varie di A. Patanazzi, F. Zuccari, G. F. Guerrieri, Cav. D’Arpino. 

Cattedrale di San Cristoforo

Cattedrale di S.Cristoforo

 

Museo Diocesano

Tempio dello Spirito Santo

Museo Diocesano

 Tempio dello Spirito Santo

.

Meta d’obbligo per il turista, è il Tempio dello Spirito Santo dedicato alle vittime del Bombardamento di Urbania (23-1-1944). Il mosaico absidale è opera di Augusto Ranocchi.  Dal Corso Vittorio Emanuele e via Piccini, si prospetta il Palazzo Ducale, vasta mole laterizia eretta dai Brancaleoni alla fine del ‘300 e trasformata in seguito per volere di Federico da  Montefeltro, da Francesco di Giorgio Martini e poi da

     Il Bombardamento

Bombardamento

 

Girolamo Genga. Di linee semplici e corrette, la Costruzione è particolarmente suggestiva verso il Metauro, movimentata da una  loggia pensile e da due  torrioni cilindrici. Vi hanno sede la  Biblioteca Pubblica, i Musei, la Pinacoteca  Comunale e gli Archivi. Per l’ingresso principale si accede al bel cortile quattrocentesco con il portico a colonne dai graziosi capitelli di Giorgio Orsini da Sabenico, forse costruito con materiali derivati da una delle trasformazioni del Palazzo Ducale di Urbino.  Per la scalinata, dovuta a Gir. Genga, si sale al primo piano ove trovasi la Biblioteca Pubblica fondata da Federico da Montefeltro e prediletta da Francesco Maria  II della Rovere che alla sua morte (1631) ne fece dono alla comunità durantina, affidandone la custodia ai Chierici Regolari Minori, con l’obbligo di tenere cattedra di filosofia. Per ordine di Alessandro VII. nel 1637 furono trasferiti a Roma 13040 volumi di essa per fondare l’Alessandrina, ma subito la raccolta si ampliò coi i lasciti del primo vescovo Honorati,  

Palazzo Ducale

Palazzo Ducale

     del mecenate conte Bernard. Ubaldini,dei conti Materozzi, dei conventi soppressi e recentemente dello storico Enrico Rossi e del prof. Francesco Valli. Possiede oltre 35.000 volumi, 77 incunaboli, 1400 edizioni del ‘500. manoscritti e codici pergamenacei.

I Musei comprendono:

- la Mostra della Geografia,

- la Mostra delle Pergamene e delle incisioni

- la Mostra delle rilegature

- la Galleria dei disegni

- la Mostra delle Ceramiche e la Pinacoteca.  

    

Interno del Palazzo Ducale

Per maggiori informazioni riguardanti la pinacoteca, gli archivi storici, le collezioni di ceramica di Federico Melis, ecc.. vai al sito ufficiale del museo civico di Urbania a sotto riportato

www.marcheweb.com/museourbania

 

Biblioteca Comunale

Museo Civico

Sala dei disegni - Collezione Ubaldini

Sala Federico Melis

Sala delle Carte Geografiche

Pinacoteca Comunale

Globi di Gerardo Mercatore

Museo della cultura contadina

Per un lungo Atrio si passa nella grande Sala del Trono con belle volte e, nella parete di fronte, un camino di G. Genga; insieme ai libri vi sono esposti numerosi quadri di F. Zuccari, di Giov. Franc. Guerrieri, dell’Episcopi, di scuola baroccesca e genovese, ecc. Per una porta a sinistra si accede alla Sala dei Cavalieri in cui sono i dipinti più importanti della raccolta: S. Giovanni a Patmos, tela di Domenico Peruzzini; S. Giovanni nell’isola di Delo, tela dello stesso; Martirio di  S. Giovanni Ev., tela di Claudio Ridolfi veronese (1635); S.  Bonaventura e Deposizione, tele di M° Lorenzo Amatori, scolaro di Michelangelo; Madonna col Bambino e Santi, tela di scuola marchigiana; I Conti Ubaldini, due piccole tele di F. Zuccari; Leonora Leonardi, tela di F. Zuccari (1579); Livia Feltra della Rovere, tela di G. F.   Guerrieri; Assunzione della Vergine, tela di Luzio Dolci; Deposizione nel sepolcro, tavola di scuola urbinate dell’inizio del sec. XVI; Deposizione dalla Croce, tela attribuita a Francesco Mancini. Si passa poi nella Sala della Geografia ove sono esposte 6 tele con Paesaggi (sec. XVIII), preziose carte geografiche (sec. XVI-XVIII), il Teatro del Mondo dell’Ortelio, miniato e i 2 globi di G. Mercatore (sfera terrestre, 1541; sfera celeste, 1551). Nella sala successiva è ordinata la Mostra delle Pergamene e Incisioni ove, insieme a preziose pergamene (sec. XII-XVIII) sono raccolte c. 2000 incisioni, molte delle quali dovute a Callot, Dùrer, Rubens, Goltzius, Sadeler, Peruzzi, De Jode, Collaert, Schaufelein. Altre sale sono occupate dalla Mostra delle Rilegature, con belle rilegature dal sec. XV al XVIII; dalla raccolta di diplomi di laurea delle università marchigiane (sec. XVI-XVIII); dalla storia della scrittura musicale (sec. IX-XVI); e dalla Galleria dei Disegni, ricca di 746 disegni (sec. XV-XVIII) tra cui sono opere del Ghirlandaio, Grimaldi, Lelio Orsi, Tempesta, Tintoretto, Volterrano, Santi di Tito, Raffaello del Colle, Zuccari, Barocci, Cantarini, Crespi, Sassoferrato, Salvator Rosa ecc. Il Museo della Ceramica è diviso in due sezioni. La prima, raccoglie ceramiche di Federico ed Elisa Melis, con pezzi eccezionali d’arte e di tecnica, eseguiti in Urbania. Qui è custodito il « Lumacone d’Oro », ceramica a terzo fuoco, emblema del Palio Cittadino. La seconda è riservata alla maiolica di Casteldurante, documentata dal periodo arcaico in poi. Di qui si entra nella Loggia pensile, e dal grande torrione  dimezzato nel 1518 per

 ordine nel 1518 per ordine di Lorenzo de’ Medici.  Si ammira il panorama: sulla  sinistra la Pineta della Villa Ducale di Monteberticchio; al centro, in alto, il castello di Peglio, roccaforte della Massa Trabaria, di origine longobarda (nella pieve via Crucis in ceramica di Urbania del 1734); al di sotto il Barco Ducale, sulla destra la vasta Pineta di Cà Mangano e il colle dei Cappuccini. Il  Barco Ducale è suggestivo per la sua storia e per l’arte. L’architettura è di Francesco di Giorgio Martini e di Gerolamo Genga. La Chiesa vanvitelliana, dedicata a S. Giovanni Battista e costruita entro il cortile del Parco neI 1762, conserva le grandi pale dei tre altari, tele di Sebastiano Conca, il Crocifisso scolpito in legno da maestro tedesco (sec. XVI). reliquiari michelangioleschi; il coro in noce elegantissimo.  Il Mausoleo di Federico da Montefeltro, eretto da Francesco di Giorgio Martini, è adibito a sagrestia (altare in  legno dorato con tele di C.Ridolfi e F. Ferri).Luogo di caccia e di divertimenti,vi soggiornarono il Bembo, l’Ariosto, il Tasso,il

Barco Ducale

Barco Ducale

    Castiglione e molti dei più illustri personaggi del Rinascimento. Oggi è servito sulla s. da un centro di ceramica artistica(Ettore Benedetti) e sulla d. dal parco dei divertimenti con ristorante. Di qui è visibile l’antico Molino dell’Arcavata e il Santuario di Battaglia (architettura di G. B. Bartoli,1720; affresco del Crocifisso;tele, sculture e mobili);

 

Santuario di Battaglia

Monastero Clarisse-ex Convento dei Cappuccini

Santuario di Battaglia

Monastero delle Clarisse - Ex Convento dei Cappuccini

.

il Convento dei Cappuccini (1768), oggi delle Clarisse (con vasta panoramica dell’alta valle del Metauro). Nella Chiesa si possono trovare alcuni dipinti di scuola baroccesca ed anche la tela della "Madonna Addolorata e Santi", di Pietro Tedeschi (1786).

.

Per ulteriori approfondimenti storici potete consultare il libro Casteldurante-Urbania:

Di Don Enrico Rossi: nacque in Urbania l’8 settembre 1871. Consacrato sacerdote nel dicembre 1894, si dedicò subito con grande impegno al ministero pastorale, sia come parroco di una parrocchia rurale S. Maria in Spinateci, poi come arciprete di Mercatello e infine, per sua richiesta, come arciprete di Monte S. Pietro. Fu uomo di chiesa e di studio, amato e rispettato per la sua generosità, per la modestia e intelligenza. Il suo

Libro Casteldurante-Urbania di Don Enrico Rossi

parlare acuto e arguto, la conoscenza dei  testi sacri, la sua pietà religiosa,lo fecero ricercare come predicatore; la passione per gli studi storici, la sua competenza e perizia nel trascrivere pergamene antiche, nel riordinare e conservare gli archivi cittadini e di Enti Ecclesiastici, lo fecero conoscere oltre i confini della sua città: fu nominato socio della Deputazione di Storia Patria per le Marche, Ispettore onorario delle Belle Arti, membro dell’Accademia Raffaello.  Sicuramente fu figlio benemerito della sua Urbania  cui dedicò  le sue fatiche di studioso ricercandone le radici lontane e lasciando ai suoi concittadini opere fondamentali sulla storia della città: Memorie ecclesiastiche di Urbania (1936), Memorie Ecclesiastiche della Diocesi di Urbania (1938), Memorie Civili di Casteldurante (1944). Morì il 12 Gennaio 1950 a Urbino lasciando alla Biblioteca Comunale di Urbania tutta la sua raccolta di libri e i suoi manoscritti.