CALVARIO
Storia della chiesa ( a cura di Fausto Lincio) e illustazione cappelle
Località: Durogna Altitudine: 704
Coordinate UTM carta 1950: 32T0443054 5117688 695m
A piedi, partendo dalla
Stazione (32T0441862 5117471 550 m) andare alla
Chiesa Parrocchiale (32T0442638 5117459 568m) dove si puo' regolare
l'altimetro, dirigersi verso
La Colla, all'inizio della mulattiera (32T0442852 5117761 611m) con
indicazione del Cai "Solcio" verso destra, passando per le cappelle rimaste,
fino alla Chiesa.
Oratorio dedicato a: Santo Sepolcro, più comunemente detto
Chiesa del Calvario.
Anno di fondazione: vedi notizie più precise sul mio libretto
di Riceno appena uscito, mi pare fosse stato fondato alla fine del
Cinquecento e terminato solo nel secolo seguente.
Fondatori:
Legati dell'Oratorio: fin all'inizio del '900 si celebrarono anche i
legati più antichi.
Nel 1677 viene istituito un legato di una messa ubique da Giovanni
Savaglio, lo stesso accade sempre nel 1677 per volontà di Agnese Bertramini,
nel 1700 di Pietro Cimavalle, nel 1750 di Giorgio Panighett, nel 1764 per
volontà di un non meglio precisato Giovanni e nel 1863 Anna Maria
Francinetta istituisce un legato per una Messa l'anno nell'Oratorio.
{Arc. Parr. Libro dell'Oratorio I}
Ampliamenti e ristrutturazioni: fin dal 1789, anno da cui partono le
fonti rimasteci, si fanno lavori di restauro all'altare maggiore ed
all'interno dell'edificio. Altro importante lavoro di restauro all'altare
fu eseguito nel 1819 e nel 1824 quando venne restaurato anche il
tabernacolo. L'edificio della chiesa, inoltre, ebbe una continua opera di
manutenzione ordinaria e straordinaria come accadde nel 1835, nel 1841
quando si fece una porta nuova, si riparò il tetto e si misero i
vetri alle molte finestre dell'Oratorio. Lavori ingenti, probabilmente
quelli che ancora oggi si possono ammirare negli stucchi rimasti, furono
fatti nel 1857 dove si pagarono i muratori F.lli. Cassarini, il
pittore-decoratore Giacomo Fava ed il falegname Battista De Stefani che
sistemò il confessionale. Negli anni seguenti sono da segnalare
riparazioni alle finestre fatte nel 1859 e nel 1862, mentre nel 1876
vennero ancora fatte spese per i dipinti nella chiesa (ci si riferisce ad
alcuni quadri?). Borra Giuseppe muratore e il falegname Tonazzi Natale nel
1883 provvidero al restauro e alla indoratura del S.Sepolcro ligneo dietro
alla chiesa. Nel 1887 si dovettero affrontare spese straordinarie per la
riparazione del tetto affidata a Luoni Pietro, il quale alcuni anni più
tardi, nel 1903, provvide anche alla ricostruzione della scala esterna che
porta al sottotetto. Nel 1908 si provvide ad un restauro della chiesa e
dei canali di scolo per opera del muratore Annibale Contini. Gli ultimi
grandi lavori di restauro furono fatti nel 1946 quando si dovette
provvedere al completo rifacimento del tetto per affrontare il quale si
dovette ricorrere ad una sottoscrizione popolare per la raccolta di fondi,
i lavori furono affidati ai muratori Locatelli Angelo, Borgo Celeste e
Stefanetti Angelo.
La sacrestia sembra essere assente nel 1690 quando i paramenti e
gli oggetti liturgici venivano riposti in una cassa di legno e in un
armadio a muro posto sul lato di levante della chiesa (forse dove vi
è ora la porta della sacrestia). Nell'inventario del 1845 si
accenna al locale della sacrestia fatta in volto recentemente ed assai
adatta per l'Oratorio, essa fu dunque costruita attorno agli ann'40 del
secolo scorso. Nonostante la recente costruzione subì vari interventi di
manutenzione, come quello ordinario del 1853 e quello, più
importante del 1893 in cui si fece la pedana in assi che ancor oggi si
può vedere per il lavoro del falegname Trolchini Gaspare e del
muratore Luoni Pietro.
Il campanile nel 1690 era a vento e posto sulla facciata con una
piccola campana; in seguito fu demolito e spostato e non andò
esente da interventi conservativi specifici come quello del 1855, quello
del 1927 durante il quale si rifece il ceppo della campana e quello del
1948 che ne vide la completa riedificazione ad opera dei muratori Giuseppe
Bolzani ed E.Rossetti
Vi erano già altre tombe nella piazza della chiesa, le cui lapidi sono ora
andate disperse.
Data di sconsacrazione e di riconsacrazione dell'Oratorio: l'Oratorio
è tutt'ora consacrato.
Festività celebrate e calendario delle attuali celebrazioni: dopo gli
ultimi furti la chiesa è in stato di completo abbandono e non si celebra
più la Messa.
Fino a qualche decennio fa, quando anche la frazione di Durogna
era abitata in modo stabile per tutto l’anno, era molto importante la
processione del Giovedì Santo.
Principali rendite dell'Oratorio: le rendite da prestito di
capitali sono normali fino al secolo scorso come per tutti gli altri
oratori, si segnala che nel 1794 viene comprato un campo sotto il muro
dell'Oratorio che viene regolarmente affittato fino almeno al 1845.
Le cartelle di risparmio si iniziarono a comprare dal 1853, quando si acquistò una cedola di L.30 piemontesi, nel 1863 se ne acquistò una nuova che si rinnovò nel 1893 e nel 1897 se ne comprò una nuova.
Nel 1907 si apre un conto presso la banca Maffiolo di Domodossola ed in seguito i risparmi vennero anche investiti su un libretto postale.
Fabbricieri: le notizie sui fabbricieri si ricavano dal Libro
dell’Oratorio I (1766-1897) e dal Libro dell’Oratorio II (1878-1942). Il
fabbriciere era eletto il giorno della festa dell’Oratorio e durava in
carica un anno, questa usanza durò fino al 1918 quando il sac. oblato
Giuseppe Martorino, reggente la parrocchia per un anno, con una nota
impose l’elezione del fabbriciere il primo di gennaio, anche per
facilitare il calcolo degli interessi dei certificati di deposito e del
libretto bancario che l’Oratorio possedeva.
Elenco fabbricieri:
1766 Giovanni Molo
1767 Giuseppe Cimavalle
1768 ?
1769 Giuseppe Cimavalle
1770 Pietro Antonio Scatta
1771 Giuseppe Minosso
1772 Giovanni Cimavalle
1773 Giacomo Antonio Savaglio
1774 Giovanni Bono
1775 Michele Savaglio
1776-79 ?
1780 Giorgio Piretti
1781 Giovanni Battista Panighetti
1782-83 Giovanni Gatti
1784 Giovanni Battista Panighetti
1785 Giovanni Avelio
1786 Giovanni Battista Panighetti
1787 ?
1788 Giovanni Battista Panighetti
1789 Giiuseppe Monisso
1790 Giuseppe del Cresto
1791-92 Pietro Antonio Cimavalle
1793 Giuseppe Gatti
1794 Francesco Panighetti
1795 Giovanni Molo
1796 Giuseppe Gatti
1797-98 ?
1799 Giovanni Avelio
1800-01 Giovanni Francinetta
1802 Giovanni Molo
1803 Giovanni Savaglio
1804 Giorgio Francinetta
1805 Lorenzo Francinetta
1806 Antonio Savaglio
1807 Giuseppe Cimavalle
1808 Pietro Molo per Giacomo Molo
1809 Giorgio Panighetti
1810 Giuseppe Bono
1811 Giovanni Gatti
1812 Pietro Francinetta
1813 Pietro Molo
1814 Lorenzo Molo
1815 Giovanni Francinetta
1816 Giorgio Savaglio per Pietro Molo
1817 Giovanni Cresti
1818 Giovanni Panighetti
1819 Giuseppe Gatti
1820 Lorenzo Panighetti
1821 Pietro Francinetta sostituito in seguito da Pietro Antonio Scatta
1822 Giuseppe Gatti
1823 Pietro Francinetta
1824 Giuseppe Molo
1825 Giuseppe Gatti in nome di Giacomo Rossetti
1826 Giorgio Varugine
1827 Giuseppe Gatti per conto di Pietro Francinetta
1828 Giuseppa Gatti per conto di Pietro Molo
1829 Lorenzo Gatti
1830 Giuseppe Molo
1831 Gioachino Rossetti
1832 Giacomo Molo
1833 Pietro Gatti
1834 Giovanni Giorgio Panighetti
1835 Pietro Antonio Francinetta
1836 Giorgio Gatti
1837 Gioachino Rossetti per il fratello Lorenzo
1838 Giorgio Varugine per Giorgio Molo
1839 Giovanni Gatti per Pietro Antonio Gatti
1840 Pietro Gatti
1841 Antonio Gatti
1842 Pietro Gatti per Pietro Molo
1843 Giusepppe Francinetta
1844 Giacomo Antonio Savaglio
1845 Giuseppe Cimavalle
1846 Piero Gatti per Lorenzo Gatti
1847 Giorgio Piretti
1848 Giorgio Piretti
1849 Giuseppe Borrà
1850 Giuseppe Molo
1851 Giovanni Cresto
1852 Giuseppe Molo per Clemente Piccino
1853 Gioachino Rossetti
1854 Giorgio Varugine
1855 Lorenzo Rossetti
1856 Lorenzo Gatti
1857 Lorenzo Gatti
1858 Vittoria Varugine per il marito Giorgio Molo
1859 Giacomo Molo
1860 Antonio Cuccini
1861 Giuseppe Borra
1862 Giuseppe Borra per Clemente Gatti
1863 Fortunato Piretti
1864 Giovanni Giacinto Gatti
1865 Pietro Rossetti
1866 Giuseppe Molo
1867 Giuseppe Molo per Giuseppe Francinetta
1868 Giacomo Molo per Giuseppe Francinetta
1869 Giacomo Molo
1870 Antonio Cuccini
1871 Fedele Gatti
1872 Giorgio Rossetti
1873 Giuseppe Molo
1874 Giorgio Rossetti
1875 Giovanni Lorenzo Gatti
1876 Giuseppe Molo
1877 Natale Gatti
1878 Fedele Gatti
1879 Giorgio Bionda
1880 Giorgio Gatti
1881 Modesto Magliocco
1882 ?
1883 Giuseppe Molo
1884 Giuseppe Cimavalle
1885 Giorgio Rossetti
1886-87 Giuseppe Molo
1888-1918 Fedele Gatti
1918-42 ?
dal 1975 sig. Salina Luigi
Se qualcuno conosce i nomi mancanti e' pregato di comunicarcelo
Furti: l'Oratorio ha subito quattro furti:
-
-
-
- nel quarto del 6 VI 1992 sono state sottratte tre grandi tele
rappresentati: Gesù nell’orto 154 x 115 cm., Gesù crocefisso 119 x 210 cm.
e La resurrezione 210 x 116.
Arredo sacro:
Altare maggiore: altare di sasso a muro dietro al quale si apriva una
grande teca in legno con sportelli scorrevoli a vetri all’interno della
quale trovavano posto le statue della scena della XIV stazione della Via
Crucis: Gesù è posto nel sepolcro. Nella nicchia trovavano posto, infatti,
le statue del Cristo morto, delle tre Marie e di Nicodemo; sopra la nicchia
vi era una ulteriore nicchia in legno policromata e dorata (ancora
visibile) al cui interno era posta la statua del Risorto, a fianco della
nicchia vi erano le statue dei due soldati che facevano la guardia al
sepolcro. (statue ( 51-58) ( 25
{Arc. Parr. 2 III 1}
Tutte queste statue sono state ora trasportate nella casa parrocchiale
per evitare che venissero rubato od ulteriormente danneggiate.
Al presbiterio si accede mediante un gradino di sasso; mancano i
cancelli ma rimane la balaustra di legno tornito colorata in finto marmo
rosso.
Sopra la balaustra vi è una trave su cui è posto una croce. La trave è
policromata in oro e azzurro, ornata di facce di putti e varie cornici;
appoggiata sopra la trave si vede ancora la croce, senza più il crocefisso.
Sopra la trave, sull’arco, della volta due angeli in gesso reggono un altro
fregio in cui è scritto: Erit sepulcrum eius gloriosum. ( 21
Sotto la trave, ai lati vi sono due foglie di legno dorate e al centro
un fregio che riporta una scritta in oro su blu: Maiorem charitatem nemo
habet. ( 22
Altari laterali: non ve ne sono
Affreschi e quadri: sulla facciata, nella fascia mediana appena
sopra la porta si trovano tre affreschi distinti di uguale grandezza, di
cui il centrale è inserito in una nicchia ricavata dal muro e d è
esattamente sopra la porta d’ingresso. Questi tra affreschi rappresentano
rispettivamente: la deposizione (( 14), la crocifissione ( ( 15) e la
resurrezione (( 16); non vengono mai citati negli inventarii.
Solo in sacrestia si è trovato una piccola stampa incollata su legno
rappresentante S.Teobaldo da Vico, protettore della città d’Alba. ( 31
Arredo della sacrestia: alla sacrestia si accede tramite una porta
che si apre sulla parete destra del presbiterio.
( 32
Il pavimento della sacrestia è in legno rialzato da terra e si accede al
locale per mezzo di due gradini.
All’interno vi è un grande armadio in cui erano deposti i paramenti
( ( 33) e un piccolo armadio a muro ormai praticamente marcito a causa
delle infiltrazioni d’acqua (( 34).
Suppellettili ecclesiastiche:
- una cartagloria incollata su una tavoletta di legno: Dum sacredos post
oblationem lavat manus dicat ( 35
- un vaso porta-palme in rame argentato con piedistallo in legno ( 36
- un leggio semplice di legno, ora in casa parrocchiale ( 37
- un leggio di legno dorato, ora in casa parrocchiale ( 38
- un palio posto davanti all’altare, molto sporco che raffigura una croce con la scritta Erit sepulcrum eius gloriosus ( 39
paramenti:
* uno nero completo moderno ( 40
* un manipolo e una stola azzurrini
* un velo nero
- libri liturgici:
* Missale romanum ex decreto sacrosancti concilii tridentini restitutum
S.Pii V pont. max. iussu editum Clementis VIII et Urbani VIII auctorirtate
recognitum, Venetiis 1756 ex typographia Balleoniana
aggiunta: Missae propriae celebrandae in festis sanctorum ecclesiae
novariensis aliaeque concessae apostolicae sedis indulto, Novariae 1832 ex
typographia episcopali Josephi Rasarii
Forse si tratta di quello comprato nel 1845.
* Missale romanum ex decreto sacrosancti concilii tridentini restitutum
S.Pii V pont. max. iussu editum Clementis VIII, Urbani VIII et Leonis XIII
auctorirtate recognitum, Augustae Taurinorum 1893 cartis et typis officinae
salesianae
Con tutta probabilità è quello comprato nel 1897 a Torino.
* Missa in agenda defunctorum tantum deservientes ax missali romano recognito desumptae, cum ordinario et canone ut in ipsis servatur, Bassani 1740 apud Jo. Antonium Remondinum ( 44
Arredo della chiesa: in chiesa vi sono 18 panche con inginocchiatoio
molto malandate e ve ne sono altre quattro che corrono attorno al presbiteri
o, le panche devono essere quelle commissionate e pagate nel 1869 a Filippo
Bono.
Inoltre vi è uno sgabello e un confessionale lavorato a motivi neoclassici
(colonne scannellate su alto basamento).
In chiesa trova posto anche un armadio di pino che veniva usato, una volta,
come sacrestia in luogo del nuovo mobilio.
Sul davanzale della finestra di destra vi è una acquasantiera scala nel
sasso del davanzale stesso, mentre entrando sulla destra vi è un’altra
vasca per l’acqua santa posta su una più elegante colonna, quest’ultima
presentano scolpito sul fondo il monogramma cristiano, forse è quella
comprata nel 1824.
Sempre in chiesa merita un accenno la balaustra fatta di colonne lignee tornite e policromate in finto marmo. ( 48
Un particolare rilievo meritano gli stucchi che nella parte alte della chiesa si sono ancora ben conservati, soprattutto nella zona del presbiterio. ( 49-50
Organo: non vi è alcun organo.
Iscrizioni:
Interne: nessuna a parte quella sulla iconostasi e nella volta sopra
ad essa
Esterne: sul timpano della facciata compare la data 1691
Su quello della porta la data 1692
Descrizione edificio:
Pianta dell'Oratorio e suo orientamento: vedi piantina allegata.
Campanile e campane: vi è sul lato occidentale un piccolo campanile a vento con un piccola campana. ( 7-8
Vetrate: non ve ne sono.
Portoni: nel 1841 venne costruita e messa in opera una porta nuova, probabilmente l’attuale porta dell’Oratorio. ( 17
Bibliografia:
G. ALVAZZI, La valle di Vedro ed il Sempione, Gozzano-Omegna-Domodossola 1913.
P. PIRETTI, Sü là cum du tap ai pei, Domodossola 1990.
Appunti di una ricerca scolastica fatta dal maestro Staiessi nell’anno
1955-56 in possesso della signora Annie Mazzurri
VIA CRUCIS
Per arrivare all'Oratorio dalla metà del XVIII secolo fu costruita una
Via Crucis che ancora oggi in parte rimane. Alcune cappelle sono state
abbattute per la costruzione della strada che porta alla Colla, ed
esattamente la seconda, la terza e la quarta. Le cappelle superstiti
versano in pessimo stato e solo le ultime due prima della chiesa sono
state restaurate alla fine del secolo scorso.
- I : Gesù è condannato a morte
L’edera ha ormai consunto quasi tutto l’affresco, non si legge neanche la
data sul timpano
- V: Gesù è aiutato dal Cireneo
1754 Domenico Moro f(ecit) f(are).
l’affresco è ancora in buone condizioni, sotto l’affresco compare un lunga
scritta illeggibile.
- VI: Veronica asciuga il volto di Gesù
1757 Giovan Barone e Giovan Tocco/ Iocco
l’affresco ben conservato presenta la seguente scritta: La Veronica
piangente rasciugò | col vel pietoso ... volto sang[uinoso] ... stanco e
languente.
- VII: Gesù cade per la seconda volta
1761, manca indicazione di committente
l’affresco è ampiamente rovinato, è una cappella più ampia delle altre,
con anche una piccola cupola anch’essa affrescata.
- VIII: Gesù incontra le donne di Gerusalemme
1762, manca indicazione di committente
l’affresco ben conservato presenta la scritta: Ex ellemosinis diversorum
benefactorum | pictore merce ...em solvit Laurentius Laurenzonus.
- IX: Gesù è spogliato delle vesti
mancano committenti
[1764], l’affresco rovinato in parte porta la scritta lacunosa: 1764 | ... Antonii tame... | ... curtele ... |.
- X: Gesù è spogliato delle vesti.
1766
l’affresco è ben conservato, sotto compare la scritta: ... tu vedi i miei
dolo[ri] | ... hanno despo[liato] per [sof]frire il t[uo] | ...chato e se
tu vuoi morire pen.... |.
Inframmezzato alla scritta vi è uno stemma nobiliare
- XI: Gesù è inchiodato alla croce
1766
l’affresco è ben conservato
- XII: Gesù muore sulla croce
1755, Ant. Sto... detto Tomaso f(ecit) f(are)
l’affresco rifatto nel secolo scorso è firmato Bolongaro.
- XIII: Gesù è deposto dalla croce
s.d.
l’affresco rifatto nel secolo scorso è firmato Bolongaro.