Carlo Gesualdo Da Venosa |
Bibliografia
G. Watkins, Gesualdo: The Man and his Music, London, Oxford University
Press, 1973.
C. Piccardi, "Carlo Gesualdo: l’aristocrazia come elezione",
in Rivista italiana di musicologia, IX, 1974, pp. 67-116.
P. Cecchi, "Le scelte poetiche di Carlo Gesualdo: fonti letterarie
e musicali", in La musica a Napoli durante il Seicento, a cura di
D.A. D’Alessandro e A. Ziino, Roma, Torre d’Orfeo 1987, pp. 47-75.
K. Wettig, Satztechnische Studien an den Madrigalen Carlo Gesualdos,
Frankfurt am Main, Peter Lang, 1990 (Europäische Hochschulschriften
XXXVI/45).
Madrigale
Genere principe della polifonia vocale profana italiana tra il 1520 e il 1630 circa. Di natura contrappuntistica, affine al mottetto, per lo più a 4 o 5 voci, si caratterizza per l’aderenza espressiva a un testo poetico non strofico (madrigali, sonetti, stanze di canzoni, ottave ecc.). Al madrigale, più che a ogni altro genere, si lega l’evoluzione del linguaggio e dell’estetica musicale tra XVI e XVII secolo. Ha diffusione europea, soprattutto in Inghilterra. E’ normalmente eseguito a cappella.
Un musicista aristocratico
Principe di Venosa a capo di vasti domini feudali, appartenente a una famiglia che discende dai re normanni, nipote di Carlo Borromeo e del cardinale Alfonso Gesualdo che aspira al soglio pontificio (sarà il futuro papa Pio IV), Carlo Gesualdo è personaggio assai in vista nella società napoletana del tempo. Da persona altolocata, egli coltiva la musica per proprio diletto, senza esercitare la professione di fatto; non si cura perciò del facile successo, né di dar pubblicità alla sua opera. Non si riconosce in alcuna scuola (considera un maestro ideale solo Luzzaschi, attivo alla corte estense), indice di orgoglio e riserbo aristocratico. Ma conosce e pratica la sua arte ai massimi livelli, con senso di autocritica e spirito di indipendenza nei giudizi, e ne è perfettamente cosciente.L'arte Madrigalista di Gesualdo
L’invenzione, nei madrigali gesualdiani, è tutta modulata sui contrasti sonori
causati dalla rapida alternanza delle immagini poetiche. Per questo Carlo
Gesualdo, sostanzialmente indifferente alla qualità letteraria dei testi che
mette in musica, predilige testi brevi, nei quali si alternano rapidamente
immagini e affetti fortemente contrastanti. Tipici, in questo senso, i madrigali
su testi di Marino, che offrono immagini nitide e concetti arguti in una
struttura concisa, epigrammatica, priva di fronzoli retorici.
L’articolazione
musicale del testo è fondata sulla segmentazione delle immagini suggerite dal
testo poetico e sulla loro individuazione sonora, grazie alla combinazione dei
diversi procedimenti della scrittura polifonica. Il discorso procede per
opposizioni radicali: all’omofonia si contrappone la scrittura imitativa, alla
consonanza la dissonanza, ai soggetti diatonici i soggetti cromatici. E’ un
linguaggio frammentato all’estremo, che nasce da una sensibilità accentuata nei
confronti dei suggerimenti emozionali offerti dal testo. Gli affetti
rappresentati vanno dal dolore più lacerante alla gioia più esuberante:
l’esagerazione dei contrasti è un elemento che l’arte gesualdiana condivide con
la retorica manierista.
La raffigurazione musicale degli stati emotivi
estremi richiede un vocabolario più ricco di quello impiegato dai contemporanei.
Carlo Gesualdo mostra una sovrana indipendenza dalle regole grammaticali e
contrappuntistiche della composizione madrigalistica; impiega il cromatismo a
scopo espressivo non in via eccezionale, come vorrebbe la norma, ma in modo
estensivo. Il cromatismo armonico esasperato, lo sfruttamento radicale della
dissonanza sono senza dubbio gli aspetti più conturbanti dell’arte
gesualdiana.
L’abitudine a sezionare il testo in frammenti e a rendere il
significato di parole singole, anziché quello di una frase compatta, produce un
effetto "chiaroscurale": il testo poetico è sciolto in immagini isolate e
antitetiche, collegate solo dal vincolo concettuale tra i membri logici del
testo. Nei madrigali di Carlo Gesualdo, l’unico elemento che assicura la
coesione delle sezioni musicali è il testo poetico, che collega per opposizione,
per negazione o per parallelismo le immagini verbali-musicali. La compitezza
formale e la fluidità del madrigale classico, perciò, si dissolvono; il discorso
è esuberante e fantasioso, ma discontinuo.
Per tutto il Seicento, i madrigali
di Carlo Gesualdo vengono studiati come un modello di contrappunto licenzioso e
altamente espressivo. In tempi moderni (al di là dell’interesse morboso
suscitato dalle torbide vicende private, che ha dato origine a una bibliografia
corriva) il compositore ha attirato l’attenzione su di sé per i tratti altamente
individuali della sua arte: Carlo Gesualdo sembra anticipare, con la sua
poetica, la figura dell’artista romantico che si scioglie dalle convenzioni in
virtù della sua forza demiurgica.