Costamezzana

Questa verde frazione è posta a destra della vallata del Parola. Si estende su colli ameni che degradano fino in prossimità di Noceto che dista ad una decina di chilometri. Il suo nome deriva dall’essere sorta su di una collina, o costa, che si trova in mezzo ad altre due. L’antica Costamezzana nacque come "Costa Mediana Tabernariorum" dalla Famiglia dei Tavernieri, il cui capostipite era stato tra gli imperiali al tempo di Federico II. Sorgeva più a sud dell’attuale abitato ed è tuttora caratterizzata dai resti del suggestivo castello e dell’antico camposanto. L’attuale chiesa invece, dedicata a San Pietro Apostolo, è sorta tra il 1909 e il 1917 su disegno dell’arch. Camillo Uccelli. E’ retta dal parroco don Rino Monesi al quale va il merito d’aver costruito, insieme agli operosi abitanti della frazione, l’elegante scalinata, opera dell’ing. Celeste Merini, e la collocazione delle policrome e artistiche vetrate e del bell’altare. Costamezzana vanta d’aver dato i natali, nel secolo XIV, a Biagio Pelacani, insigne filosofo, astrologo, medico e matematico insegnante presso le università di Bologna, Pavia e Padova. Morì a Parma nel 1416. Fu sepolto nella cattedrale della città sul cui fronte principale sono ancora visibili parti dell’urna funeraria. I colli circostanti costituiscono un luogo vinicolo di prim’ordine, già conosciuto prima del 1493, come fanno fede le carte dell’epoca quando parlano di "Tabernaria e Tabernariorum". La festa patronale è tenuta il 5 febbraio (S. Agata) e la prima domenica dopo il 16 luglio (Madonna del Cannine). A Costamezzana è attiva l’associazione "Pro Costamezzana" che ha anche il merito di organizzare, nella seconda settimana di marzo la gustosa "Gara del salame genuino della Val Recchio e Val Parola" e il 15 d’agosto la "Festa della carne di asinina con polenta".

 

Memorie per la storia dell’antico Castello di Costamezzana

Le prime notizie relative al castello risalgono agli Statuti del 1297 dove si ha notizia di un fortilizio ghibellino distrutto dal Comune di Parma; confermando l’ipotesi della sua esistenza già dal sec. XIII quando l’Imperatore Federico II infeudò queste terre, con il diploma pisano del 1249, ad Oberto il Grande della Famiglia Pallavicino. Ricostruito dai da Comazzano, fu assediato e costretto alla resa dalla fazione guelfa di Parma nel 1325, quando signore di Costamezzana era Jacopo da Comazzano. Tornato ad essere dominio dei Pallavicino nel 1377, Niccolò Pallavicino ne ordinò la riedificazione ma, mentre erano in corso i lavori di totale riassetto del castello, fu accusato, da Barnabò Visconti signore di Milano, di complicità nell’uccisione del fratello Matteo signore di Lodi, Parma e castellano di Tabiano, con la conseguente interruzione immediata dei lavori. Nel 1389 Niccolò, Giovanni e Federico Pallavicino riacquistarono fiducia e favori del Duca di Milano e la Rocca di Costamezzana potè così essere ultimata verso il 1395, anno in cui l’Imperatore Venceslao conferma l’investitura del feudo al casato Pallavicino. Il castello ricevette un nuovo e pesante battesimo di fuoco nel 1403, quando la Famiglia rivale dei Rossi l’assediò, decisi a vendicare l’incendio della Pieve di Altavilla, cioè Pieveottoville, in odio ai guelfi di Sommo e di Cavalcabò; a nulla valse l’eroica difesa di 600 militi al comando del futuro "Magnifico" della famiglia, il Giovane Orlando Pallavicino, che resistettero al primo assalto ma non ai successivi e maggiori nel corso dell’ anno, che costarono la devastazione del Castello e delle terre di Costamezzana. La storia continua nel 1445 quando per investitura della Corte di Milano il castello con tutto il feudo passò a Jacopo e Francesco Piccinino, eredi del condottiero milanese Niccolò, morto nel 1444. Alla morte di Orlando Pallavicino, tornato in possesso del castello nel 1455, il feudo di Costamezzana passò al figlio Gian Manfredo nel 1457, sul quale cadde una scomunica (8 giugno 1481). Con la fine del XV secolo sembrano finire le notizie precise sulla sorte del Castello; per arrivare fino al 1706 quando il feudo era di ragione della Camera Ducale di Parma, che ne infeudò il piacentino Benedetto Mischi, Governatore di Parma, elevando Costamezzana al rango di marchesato. Alla soppressione dei Feudi per legge napoleonica del 1805 il castello era ancora possesso della famiglia Mischi, che lo conservò fino alla fine dell’800, quando essi lo alienarono alla famiglia Barbieri di Parma. II Castello di Costamezzana conserva ancora un aspetto abbastanza imponente, con la bella torre rotonda alla piacentina ed un mastio quadrato, dotato di ingresso al vertice contrapposto fronteggiante un ambiente trapezoidale e la torre circolare. In sporgenza su uno dei lati si eleva una specie di cubicolo che permette l’accesso al cortile, mentre alla base del triangolo è inserito un ampio "corridoio" che funge da ingresso principale. Nella parte più antica, individuabile dal forte spessore della muratura, le finestre, che danno luce ai pochi ambienti, sono fortemente strombate. L’antica cappella che ospitava la chiesa "Ecclesia S. Petri de Costa Mezzana Tabernariorum", con annesso il campanile, è passata al rango prima di stalla poi di fienile ed attualmente, restaurata esternamente, adibita a deposito. Gli altri edifici sono adibiti a casamento agricolo, ma in onore all’ipotesi che vuole il predicato Costamezzana dei Tavernieri "alle molte taverne e osterie" che nel medioevo ristoravano il passaggio sulla via francigena, il castello ospita una trattoria con tanto di cucina tradizionale parmigiana e vini delle coste di questa fertile e piacevole terra.

 

Festa popolare:

Festa del salame genuino - 2° settimana di Marzo
Festa della carne di asinina con polenta - 14 - 15 - 16 Agosto

 

Festa patronale:

Sant' Agata - 5 Febbraio

 

Elenco delle vie:

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COSTAMEZZANA

Via All'Isola
S.da Castello
S.da Prov.le Costamezzana
Via per Costa Ferrari
Via Costa Pavesi

 

 

La cartina:

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COSTAMEZZANA



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