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CAPITOLO III

CURI0SITA' E SORPRESE

 

Quanto andiamo a proporre sono notizie alquanto bizzarre, ma che è bene conoscere per avere una cognizione completa delle vicende narrate.

Bozzetti inediti dello stemma civico

Dopo la concessione legale all'uso dello stemma e del gonfalone civici, avvenuta nel 1935, tutte le istituzioni pubbliche ne ebbero conoscenza.
Eppure il 22 ottobre 1951 il gen. Magli, Presidente della Amministrazione Provinciale, chiede al Comune una riproduzione a colori del suo stemma corredato di notizie.
Tale richiesta attiva la bizzarra comica, che dura ben sei anni, e con molte sorprese. Il Sindaco nojano del tempo, l'avv. Agostino Di Pierro - il perché non lo sapremo mai - anziché inviare al richiedente quanto di ufficiale già esisteva in merito nei documenti comunali, si rivolge ancora una volta all'Archivio di Stato di Napoli per ottenere una copia a colori dello stemma del nostro Comune (Nota n° 6209 del 29 ottobre 1951).
La risposta del responsabile dell'Archivio napoletano, che non si fa attendere molto, è, però, foriera di una sorpresa singolarissima, che rende la comica ancora più attraente:

«...Si rende noto che la Collezione i stemmi a colori dei Comuni d'Italia Meridionale, già in possesso di questo Archivio, fu distrutta dai tedeschi nel periodo dell'emergenza.
Negli atti preliminari per la formazione del Catasto onciario del Comune di Noja (oggi Noicattaro) degli anni 1751/53 vol. 8749 pag. 26 tergo, si trova un sigillo a secco, di forma ottagonale, di codesto Comune.
Nel centro del sigillo figura una coppa dalla quale sorge un grosso albero a tre tronchi, di cui il centrale più ramificato degli altri due.
Tutti i tronchi sono, però, senza foglie. Al margine inferiore si leggono le lettere N.A.[1]. Non si trovano negli atti preliminari o alti ove notizie storiche circa tale sigillo»
[2].

 

La riproduzione del sigillo, costata 550 lire, perviene al Comune il 22 novembre 1951; e il Sindaco, con Nota n° 7534 del 27 dicembre 1951, ne invia subito copia al gen. Magli, ottenendone i ringraziamenti di rito il 5 gennaio dell'anno successivo.

 

Davvero sorprendente è stata la scoperta presso l'Archivio di Stato di Bari di una lettera datata 22 gennaio 1873 (Stemmi comunali, busta n. 6, fascicolo 29) riguardante la trasmissione, in allegato, al Sindaco di Bari, di un bozzetto dello stemma comunale, che però non è stato reperito; e il rinvenimento, in una cartella a parte,di due foto, di cui una riproducente il simbolo, già noto, che si nota in capo alla lettera, l'altra il bozzetto di un'insolita anfora con in calce, manoscritta, la parola Noja.

Ma la sorpresa più gustosa, ultima in ordine di tempo, vede Protagonista il sindaco Antonio Pignataro, il quale, rispondendo alla richiesta del Soprintendente ai monumenti e Gallerie di Puglia e Lucania del 5 aprile 1957, che richiede il bozzetto dello stemma comunale con l'apposita descrizione, così si esprime:

 

«Lo stemma del Comune di Noicattaro è costituito da un vaso di fiori a calice di colore d'oro con dentro 6 fiori vari a colori naturali inframezzati da rami di foglioline verdi. Il vaso è posto in campo azzurro, sormontato da corona grigia. Lo stemma è circondato, nella fronte inferiore, da due rami intrecciati alla base, di cui uno di alloro e uno di quercia verde».

 

Dai termini di questa descrizione emerge una forte contraddizione rispetto a quella contenuta nel decreto di legalizzazione ufficiale avvenuta nel 1935.

 

 

 

 

 

[2] Nota n.9282/1738 del 7 novembre 1951

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1] Come è evidente dalla riproduzione del sigillo, nel documento i monogrammi sono invertiti.
Non sarebbe un'ipotesi inventata ritenere che essi debbano essere sciolti come Arbor Nojae (Albero di Noja).

Riproduzione della lettera

 

Il bozzetto inedito

 

Stemma del Comune dipinto sul soffitto della sala consiliare (seconda metà del '900), nel vecchio Municipio di via Console Positano.