SCUOLA:
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Tanto
rumore per niente.
Solo così si può dire quando si parla di una riforma che tanti svantaggi ha
portato (e porterà) favorendo,al contrario,solo una determinata porzione di
studenti e dipendenti italiani.
Si parla della riforma scolastica della Signora Ministro Letizia Moratti,la
quale ha presentato nei mesi passati il nuovo programma che riguarderà la
ramificazione,la struttura e l'adeguato compimento dei cicli scolastici.
La protesta e la mobilitazione avvenuta durante la presentazione di tali
progetti,che in seguito analizzeremo, è il simbolo lampante di una
rappresentanza studentesca che non ci sta, e che sostiene, con cognizione di
causa, un'apertura libera della scuola, con una conseguente istruzione intesa
come strumento alla portata di tutti, e non solo di coloro che possono
permettersi la scuola privata.
Ed ecco il punto: con tale riforma il modello d'istruzione in Italia si
trasformerebbe in una sorta di scuola azienda grazie alla quale (come
ironicamente illustrava un quotidiano) lo studente si ritroverebbe a
"timbrare il cartellino" ad ogni entrata ed uscita.
Una scuola privata, anzi.....privatissima, per la quale il Governo sarebbe
costretto a tagliare molti dei fondi destinati alle strutture pubbliche, come le
attuali scuole appunto.....; una scuola privata nella quale lo studente, al di
sotto di un determinato reddito familiare, non potrebbe neppure entrare.
Detto questo, vi sembra il caso che nel 2002 possano esistere (ed esistono!!!!!)
proposte del genere? L'istruzione è e deve continuare ad essere una colonna
portante all'interno della formazione di un individuo; formazione che riguarda
non solo la sapienza didattica, ma anche la cultura di partenza che insegna come
comportarsi nella vita.
Una riforma come quella della Moratti, tra i vari svantaggi economici e
burocratici, creerebbe delle "differenze" anche dal punto di vista
sociale. Sperando di non essermi troppo allontanato dal tema in questione,
concludo dicendo che tutte le manifestazioni e tutti i cortei
sviluppatisi in Italia per dimostrare il dissenso nei confronti della riforma
scolastica, spero ottengano almeno il risultato di far riflettere e
sensibilizzare, non
solo l'opinione pubblica, ma anche le persone, il singolo individuo. Ma soprattutto
che chi "ci guarda dall'alto"
rifletta sulle dannose conseguenze che potrebbe portare l'attuazione di
tali riforme.