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Presentazione

 

La composizione poetica rievoca l’impresa di unità militari italiane, in Russia.

Una ingegnosa comunità di soldati, disposta al dovere, combatte con fierezza senza successo e, infine, il suo spirito di partecipazione opera per un traguardo di sopravvivenza.

Ovunque, il nerbo poetico impatta con immensi paesaggi. Si tratta di spazi incommensurabili, verso orizzonti senza speranza.

Di notte, per la vastità di cielo che con l’occhio lì si abbraccia, le stelle appaiono scomode: "irte e lampanti". Le stelle, altrove celebrate fiammelle tremule, qui nient’affatto palpitano...

Uomini in continuo movimento, anche a passo scomposto: il camminare è d’obbligo.

Al momento del riposo che non distende, il soldato cerca un rifugio nel "volo dell’anima".

La scena acquista in monotonia quando cade la neve. Neve fatta per soldati da sedurre in un abbraccio di morte non appena colti più indifesi, indeboliti perché feriti o solo annichiliti dal gelo.

Con la ritirata, è ancora impalpabile il contatto ferale con il nemico e il componimento rileva, tra i militari, momenti di spensieratezza.

E’ una pausa: anche per un fugace ritorno con il pensiero e lo scritto alla mamma, alla fanciullezza protetta, alla casa.

Poi, immergersi all’alba in una nuova giornata, in attesa del peggio.

Il Don, ghiacciato com’è, non separa dal nemico: salda inesorabilmente il territorio conteso.

Il pianeta quasi irride rivestendosi di neve immacolata, emblematicamente, per creare innocenti atmosfere...

Gli eventi precipitano, l’incontro micidiale è stabilito; ogni ovattato silenzio minuziosamente lacerato da rumori agghiaccianti. Appaiono tuoni di guerra e afrore di battaglia attosca l’aria; la neve si intride di sangue.

Ogni poetica costruzione è in faticosa salita: nei ricordi, in questa tempèrie parecchio appartiene all’ineffabile.

Viene bene una ricetta per la sopravvivenza: stare in testa! "PRIMI PER LA VITA" è l’aureo precetto che titola il componimento.

Infatti la "lumaca", la lunga colonna dei soldati in ritirata, appare più debole nella coda. Lo strascico è alimentato di vite a maggior rischio e già spente.Sconosciuti compagni, Caduti che hanno sofferto e muoiono tra nevi inattese, senza la presenza di intimi affetti!

Ecco, irrompe unificante la preghiera quale atto cosciente, per macerarsi in una esperienza di ascesi. Ma fra disperati, d’istinto, presto l’implorazione si fa bestemmia.

Ora, la neve novella è un miracolo invocato, per ammantare pietosa gli esiti feroci del combattimento...

La ferula della luna percuote per rivelare un dolente scenario, mentre si attivano trasporti di ogni tipo.

La marcia, finalmente, ha termine: la reduce falange in grigio- verde, in qualche modo, prende un treno.

In viaggio, tornano in mente i distacchi cruenti; affiorano incubi appena sopiti e lasciano dentro solchi d’ansia, nel momento della gioia.

 

 

Luigi Franco Pampaloni                              Top

 

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