Perché
"Il Nuovo Medico d'Italia"




Sono passati oltre due anni da quando per l’ultima volta ho ricevuto “Il Medico d’Italia”, il periodico della Federazione nazionale degli Ordini dei medici che, per tradizione, era diventato il giornale di tutti i medici italiani.
Da allora ho sempre sperato che si ripresentasse l’occasione per un periodico appuntamento con un foglio di informazione i cui contenuti fossero essenzialmente destinati ai medici  con notizie di particolare interesse per la professione.
La competenza maturata in molti anni di militanza e rappresentanza medica, sia sindacale che ordinistica, unita ad una discreta esperienza di giornalismo medico sanitario mi hanno convinto dell’utilità di tentare un iniziativa che, di fronte alle continue e significative novità per l’attività professionale che si registrano ogni giorno, consenta l’edizione di un organo di informazione e di divulgazione di notizie su fatti e avvenimenti d’interesse per i medici senza invadere aspetti di specifica competenza scientifica.
Sarebbe stato peraltro presuntuoso e forse anche anacronistico riproporre in modo identico la pur prestigiosa e conosciuta testata “Il medico d’Italia”, ancor più legandola ad un tentativo con una tiratura che è oggi necessariamente limitata ad un ridotto numero di medici e cultori di sanità, ma cedendo ad un impulso di affettuoso ricordo e con la speranza che potesse essere di buon auspicio, è maturata la scelta di aggiungere soltanto l’aggettivo “nuovo”.
Un aggettivo al quale vogliamo però anche legare il desiderio e la voglia di contenuti che sappiano cogliere e tenere conto del continuo mutare della professione medica e delle modalità e situazioni in cui viene esercitata. Cominciando dalle mutate situazioni di mentalità, abitudini, richiesta, conoscenza e competenza di chi oggi inizia l’attività professionale e dichi alla prestazione medica deve rivolgersi.
Credo si possa così comprendere e giustificare anche la forse presuntuosa, ma realistica prospettiva del sottotitolo “Informazione medico sanitaria per l’Europa del 2000”.
Una prospettiva che per la medicina ed il medico italiano può ancora una volta rappresentare l’occasione per essere esempio di preparazione e competenza nonché, come insegnano tanti illustri  maestri del passato, punto di riferimento e di stimolo per avveniristici ulteriori progressi e nuove conquiste in campo medico scientifico.

Mario Bernardini

Sommario n. 1/1998


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