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Medicine non convenzionali

Mentre questo numero del giornale sta andando in stampa, il 31 maggio e il 1 giugno si svolge a Roma il I Congresso ‘Informarsi per informare’ sulle medicine non convenzionali promosso e organizzato da due periodici medici: ‘Salute Europa’ e ‘Il Nuovo Medico d’Italia’ che state leggendo.
Può sembrare strano e qualcuno potrà anche giudicarlo un’anomalia, ma, questa volta, l’idea di fare un Congresso su un argomento sanitario che rappresenta un settore di sempre maggiore interesse tra la gente, e non soltanto tra le persone malate, è nata in ambiente giornalistico.
Giornalistico medico scientifico, dirà qualcuno, ma questo rafforza la validità di un tentativo che non poteva, né voleva prefiggersi altro obiettivo se non quello espressamente dichiarato di ‘informarsi per informare’.
Le medicine non convenzionali’ ‘per la politica della salute e per il benessere della persona’ rappresentano emblematicamente una realtà più volte richiamata ed esaltata nel moderno linguaggio social democratico che inneggia al valore dell’individuo, al rispetto della persona, al coinvolgimento di ognuno per la propria competenza nella ricerca di soluzioni di collettivo interesse.
Nei confronti di un principio di solidarietà sociale e di costruttivo collettivismo che trova anche nel settore della salute e della ricerca del benessere individuale, come patrimonio sociale (né potrebbe essere altrimenti), una delle sue massime espressioni di convincente coinvolgimento, la pratica da parte di laureati in medicina delle medicine non convenzionali (dette anche ‘alternative’, ma alternative a cosa finchè non saranno riconosciute?) non trova, almeno in Italia, uno spazio adeguato.
Se ne parla e viene esercitata suscitando contrastanti atteggiamenti che vanno dall’esaltazione alla negazione, dalla fiducia al sospetto, dalla stima al ridicolo, dalla valenza scientifica alla demagogica cialtroneria.
Episodicamente, per lo più in rapporto a clamorosi fatti di cronaca, si torna sull’argomento e sulla necessità di una loro verifica e validazione.  Ma se ne parla per uno o pochi giorni, in attesa che vengano prese appropriate decisioni che chiariscano alla pubblica opinione lo stato reale dei fatti e, soprattutto, consentano a chi di medicine non convenzionali vuole servirsi, la tranquillità e la certezza di interventi non contrari o lesivi di quel bene salute per le quali sono chiamate in causa.
La Professione medica ha cominciato a muovere le acque con lo strumento dei ‘Registri’ di quei medici che praticano alcune tra le medicine non convenzionali più note, ma siamo ancora lontani da strumenti legali di riferimento, garantisti di preparazione, qualificazione e professionalità. 
Eppure sono ormai diversi milioni i cittadini italiani che ricorrono alle medicine non convenzionali e molte decine di migliaia i medici che apertamente dichiarano di praticarle!
Una percentuale molto superiore a quella soglia del 5% tante volte recentemente ricordata per dare riconoscimento politico all’espressione democratica di coalizione di partito!
Da questi presupposti è nata l’idea di un Congresso sul tema.
Un’idea che, almeno dal nutrito programma che è stato possibile preparare, ha avuto positivo riscontro tra gli interessati alla materia, consentendo di costituire un Comitato scientifico polivalente e polisettoriale in rappresentanza di quelle ‘sette discipline’ che possono partire dal presupposto di una proposta di legge che ha percorso una parte del necessario iter parlamentare per la sua approvazione.
‘Se sono rose fioriranno’, dice un proverbio popolare. Aspettiamo con fiducia che i tempi siano maturi per un definitivo pronunciamento di approvazione o condanna e non soltanto sul piano giuridico, ma anche, soprattutto, su quello medico scientifico con tutte le sue implicazioni politiche, sociali ed anche economiche, ma ancora di più di valenza sanitaria.
Le medicine non convenzionali, indistintamente, parlano della persona e alla persona come unica entità fisica e spirituale.
Una persona è un singolo individuo che racchiude l’universalità della natura; un essere capace di riconoscere, apprezzare e studiare lo spazio infinito del cielo come il profumo di un fiore di campo.
Quello spazio infinito e quel fiore importanti non solo perché ci sono, ma anche perché noi esistiamo e possiamo interpretarli.

Mario Bernardini


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