Presa di coscienza
Una ‘presa di coscienza’ che significa ‘avere conoscenza di
se e del mondo che ci circonda’.
Uno schiaffo alle consuetudini, all’adagiarsi in una vita tanto frenetica
quanto monotona nel suo meccanico ripetersi di situazioni, di ‘impegni
improrogabili’, di diritti e doveri, di considerazione affrettata per quanto
e quanti ci circondano e che non sembra di nostro interesse e anzi, talvolta,
arriva quasi ad infastidirci.
Questo, per personale riflessione, è stato l’effetto delle drammatiche
notizie che l’11 settembre hanno costretto ognuno a fermarsi per valutare
la portata di un gesto, tanto criminale quanto testimonianza di una anonima,
sconosciuta e apparentemente immotivata ribellione; condannabile, ma anche
meritevole di considerazione. Un gesto che ha fatto riflettere sulla ‘pianificazione’
che ci circonda e sul valore delle singole personalità in un regolato
e regolare trascorrere di una esistenza collettivamente divisa.
E da quel giorno, e ancora se ne avverte la realtà, senza conoscerne
tutte le conseguenze, si vive collettivamente una situazione di attesa
che è però già testimonianza di qualcosa che è
irrimediabilmente cambiato nella tradizionale, quanto generica definizione
di ‘vita sociale’.
Ogni persona, di qualsiasi opinione nei confronti dei fatti dell’11
settembre, è stata costretta a fermarsi, a considerare il suo intimo
e personale ‘vissuto’ di quell’evento, a riacquistare una coscienza di
responsabilità individuale forse ingiustamente e, negli anni, troppo
frettolosamente accantonata e trascurata per comodità o per inconsapevoli
condizionamenti.
Qualcuno potrebbe azzardarsi a dire che il mondo è cambiato.
Ma Il mondo non è cambiato; è sempre bello e accogliente
come il primo giorno della sua creazione.
L’uomo si è evoluto ed è cambiato assumendo atteggiamenti
contrastanti e spesso di conflittualità l’uno nei confronti dell’altro.
Personalmente mi auguro che ognuno, che l’uno e l’altro, rifacendosi alle
personali più intime credenze, si fermi a riflettere e a desiderare
che l’Onnipotente conservi il mondo e ogni uomo chiamato a goderne.
Mario Bernardini
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