Medicina per la Salute
Gli eventi di portata internazionale, che dopo l’11 settembre hanno
polarizzato l’attenzione di tutto il mondo, hanno anche ‘distratto’ la
pubblica opinione del nostro Paese dal seguire il progresso della scienza
medica e della ricerca con quell’assiduità che aveva consentito
ai mezzi di informazione di ‘argomentare’, quasi quotidianamente di ‘genoma’,
‘cellule staminali’, ‘xenotrapianti’, ‘farmacogenomica’ e altre vicende
connesse alla salute e sanità.
Certamente non si è attutito il ricordo delle ‘promesse’
legate alla loro scoperta e alle potenziali possibilità di applicazione
per sconfiggere malattie e garantire, anche preventivamente, una lunga
vita in salute e pieno benessere. Ma la gente ha dovuto ‘riscoprire’ la
paura di malattie ormai dimenticate e debellate, come il vaiolo, il carbonchio(antrace),
il botulismo e la peste, riportando l’attenzione all’uso degli antibiotici,
dei vaccini e di altre misure di cura e prevenzione che sono sembrate ormai
lontane e superate dalla promessa di ‘quasimmortalità’ formulata
con l’avvento delle nuove scoperte scientifiche.
In questo clima di probabilmente eccessivo ‘stress da paura’ di
un nemico tanto ‘invisibile’ quanto normalmente ‘improbabile’ se non pilotato
con mentalità terroristica, ha rappresentato una piacevole quanto
valida e concreta occasione per tornare alla realtà dell’inarrestabile
cammino della scienza, partecipare alla presentazione del ‘C4T’ (Colosseum
Combinatorial Chemistry Centre for Technology).
E’ il primo centro, a Roma, di alta tecnologia chimica farmaceutica
creato da industria e Università.
Sancisce la convergenza di impegno di ‘Tecnofarmaci’ (Società
di ricerca che comprende 19 industrie farmaceutiche) e dell’Università
di Tor Vergata, cui si aggiunge il contributo di altre otto industrie farmaceutiche,
in un progetto di Ricerca nel campo della chimica combinatoriale per la
scoperta di nuovi farmaci in oncologia, malattie cardiovascolari e malattie
rare.
Senza soffermarci sugli aspetti più tecnici e operativi dell’iniziativa
(sui quali sarà possibile tornare in altra occasione) è sembrato
opportuno aprire questo numero del ‘Nuovo Medico d’Italia’ segnalando questo
primo passo di collaborazione scientifica e tecnologica fra istituzioni
pubbliche e private, impossibile e forse considerato anche disdicevole
in un recente passato.
Mario Bernardini
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